Vedo una grande richiesta emergere affinché si convochi la Direzione Nazionale per stabilire la politica delle alleanze del Partito democratico. Se la Direzione venisse convocata su questo ordine del giorno interverrei perché, prima di discutere di Casini e di Vendola, chiarissimo bene tra di noi: 1. Cosa pensiamo dell’esperienza del governo Monti e della sua politica economica 2. Cosa pensiamo della riforma del mercato del lavoro 3. Cosa pensiamo della TAV e del movimento no-Tav 4. Cosa pensiamo della RAI 5. Cosa pensiamo dei temi erroneamente definiti “etici” 6. Cosa pensiamo delle relazioni industriali in questo secolo (e cioè della contrapposizione tra capitale e lavoro) 7. Cosa pensiamo dell’Europa 9. Cosa pensiamo di fare come partito in Sicilia e nel mezzogiorno 10. Qual è la nostra posizione su Fiat.
Una volta che si uscisse con una linea univoca su questi temi – e magari su altri a scelta – vedreste che la questione delle alleanze si risolverebbe naturalmente da sé.
7 risposte a “Come risolvere il problema delle alleanze del PD”
Non ho aderito al PD: è un partito nel quale non posso riconoscermi proprio perchè, sui temi che tu hai elencato, è troppo ambivalente! L’interclassismo era una scuola che solo la DC è riuscita a interpretare perchè, interessi così diversi, erano tenuti insieme dall’anticomunismo e dalla guerra fredda. E’ vero,le alleanze vengono da sè!
… 8?
E l’ottavo punto lo hai censurato?
Potrei suggerirtene qualcuno io….di ottavo punto.
Magari inseririrei un punto sulla scuola pubblica… statale…. aconfessionale.
Un Sorriso
Manca”Cosa ne pensiamo della lotta alla mafia”.
Anche io ho come l’impressione che il PD, inteso come aggregatore di forze di centro sinistra, non esista più da tempo. Quello che se ne riceve è l’idea di un partito senza identità e senza radici ma soprattutto senza un programma condiviso al suo interno. E allora mi chiedo se e quanto abbia senso tenere insieme anime così diverse nel nome di quello che sempre più appare come un calcolo elettorale. Se davvero si rispondesse ai punti citati avremmo finalmente una spaccatura del partito in un’ala moderata ed una riformista. Senza i numeri per governare forse, ma almeno con idee ed azioni coerenti. Perchè anche fare bene l’opposizione non è cosa da poco in questo paese
Ivan il mio timore è che, sui singoli punti nel PD si creerebbero degli schieramenti non omogenei e spesso parzialmente sovrapposti per cui non emergerebbe una linea “maggioritaria”.. è solo un mio timore?
Come possiamo definire un’entita’ politica quando non esiste una posizione univoca su un cosi’ ampio spettro di questioni fondamentali?
L’assenza di una leadership nel partito in grado di esprimere posizioni chiare potrebbe essere un’occasione per sperimentare forme di democrazia diretta chiedendo a iscritti e militanti online cosa pensano di queste questioni.
Ivan, ma se decidete su tutti questi temi minimo partono otto scissioni, altro che alleanze !