La Direzione ha detto delle cose chiare. Innanzi tutto che il partito è compatto dietro al governo Monti. Poi che la preoccupazione massima è per la crescita e per misure che servano a uscire dalla recessione. In terzo luogo che la riforma del mercato del lavoro ha molti punti validi ma che l’articolo 18 per come è formulato adesso non va bene (d’accordo sia Ichino che Fassina per motivi opposti, però. Alla fine io credo che si dovrà per forza andare in direzione Ichino, l’unica che Monti/Fornero possano accettare). Poi che la politica deve riprendere l’iniziativa su legge elettorale e riforme. Infine che se la legge elettorale non sarà cambiata il PD farà le primarie per i parlamentari. Sul tutto, unanimi consensi e voto dei presenti. Poi, siamo andati in pace.
PS: Peccato che abbiano parlato solo i sessantenni però, tutti. E una nota di merito a Paola Concia per un intervento bello e appassionato.
10 risposte a “La Direzione Nazionale di oggi”
Civati non ha parlato? Te lo chiedo perchè penso che voi due siate l’unica speranza per il PD che vorrei
Unanimi su tutto, tranne Franceschini sulle primarie per i parlamentari, mi pare??
Basta.
Ho provveduto a rimuovere il tuo blog dal mio reader: per sapere quali sono le posizioni della destra più becera o del cerchiobottismo vado sul sito del Giornale o del Corriere.
Ormai è chiaro: il progetto del PD è fallito e si vede che non vedi l’ora di unirti, insieme ai Letta ai Fioroni, Gentiloni, Veltroni e gli altri cogli “oni” ai Casini-Rutelli-Fini per formare il grande centro.
Auguri, vai a negoziare Pacs, Dico, procreazione assistita et similia con la Binetti e Giovanardi.
Questo governo è più pericoloso del governo berlusconiano: quelli erano incapaci di fare alcunchè e quindi potevano fare danni relativamente; questi non si fermano davanti a niente e stanno massacrando le categorie meno protette.
Altro che privilegi: state gettando su una strada sessantenni cui avete aumentato l’età pensionabile in modo spropositato e dato libertà di licenziamento a tutto spiano, spostando i rapporti di forza a favore delle imprese come mai era successo nella storia.
Sì, le persone come te all’interno del PD sono il vero nemico.
Ok, censura pure quest’intervento: non credo che ciò possa peggiorare la pessima idea che mi sono fatto di te.
@Francesco: c’è sempre Cuba…
Penso che Bersani debba saper cogliere questa occasione. Sui licenziamenti, soprattutto quelli per ragioni economiche, il PD é stato vittima di un vero agguato. Come é statp acutamente osservato ( http://www.orticalab.it/Buone-notizie-dal-Nazareno ), s il partito reagirà, come pare, con compattezza e determinazione, senza rigidità, ma con il dialogo ed il ragionamento, riuscirà a far emergere l’aspetto profondamento ideologico della proposta di riforma Fornero e, di fronte alla reazione del Paese, avrà dato, finalmente, una segnale forte e convincente.
Se ho capito bene, la Direzione si e’ chiusa con un elenco di cose da fare. Il solito di sempre, con l’aggiunta dei provvedimenti Fornero in discussione. Di un partito in grado solo ed esclusivamente di fare una lista della spesa ne ho un po’ abbastanza. C’e’ unanimita’ sulle cose da fare: grazie al cavolo, e’ la cosa piu’ semplice. “Bisogna cambiare la legge elettorale, la giustizia, il mondo del lavoro”. Su questa premessa, sono tutti d’accordo, dal PD al PDL, passando per Sel e la Lega. Se non siete in grado di passare dal “cosa” al “come”, vuoi per mancanza di idee, vuoi di strumenti culturali e non, rimandando sempre e costantemente il tempo delle decisioni, cambiate mestiere, per carita’. Il Paese non si merita tutto questo.
Un appello sulla nuova proposta di legge elettorale: http://pentagras.wordpress.com/2012/03/28/preferirei-di-no-un-appello-sulla-legge-elettorale/
Udite udite cosa va affermando l’illustre ideologo del PD Ivan Scalfarotto, a proposito del presunto anacronismo della battaglia sull’articolo 18 (attenzione, ‘anacronismo’ è un aggettivo sull’utilizzo del quale occorre pagare le royalty a D’Alema, altrimenti lo può adoperare soltanto Egli):
“In questo secolo non c’è più spazio per una contrapposizione tra capitale e lavoro. Possiamo crescere e prosperare solo se coloro che lavorano e coloro che offrono lavoro saranno in grado di diventare un sistema integrato, efficiente e nel quale ciascuno può trovare mutue occasioni di sviluppo e di successo“.
Forse non occorre un fine politologo per spiegare all’impresentabile Scalfarotto che si tratta di un concetto già ben espresso diversi decenni or sono in questa forma:
“Chi dice lavoro, dice borghesia produttiva e classi lavoratrici delle città e dei campi. Non privilegi alla prima, non privilegi alle ultime ma tutela di tutti gli interessi che armonizzano con quelli della produzione e della nazione”…
…Ebbene, questo era il discorso pronunciato in Parlamento il 16 novembre 1922 da tal Benito Mussolini ed era il manifesto ideologico del ben noto “Corporativismo Fascista”.
Non ho altre parole.
Immagino che con un piccolo sforzo di Google troverei molte frasi di Pol Pot sulla lotta di classe da attribuirti, ma lascio stare.
Beh, scusi Scalfarotto, ma dire che la lotta di classe sia cosa di un altro secolo è comunque una cosa molto stupida. Se li è letti i commenti al suo post sul suo blog del Post? Ci sono argomenti diversi da quelli di Nicola Mosti, alcuni molto ben articolati. Ma Lei si guarda bene dal rispondere. Li ha letti, almeno? Sennò che li scrive a fare i post? Sono post o proclami? Lei mi delude sempre di più.