Per Pasqua penso dovremmo concentrarci sui tempi bui dai quali stiamo cercando faticosamente di uscire e che il nostro Paese ha attraversato per una buona ventina di anni. Anni nei quali l’Italia è stata nelle mani della gente che oggi popola le pagine dei nostri quotidiani, e dei loro amici. E sì, perché non dobbiamo dimenticarci che per ogni Renzo Bossi c’era un Tremonti e per ogni Minetti un Ferrara a dare una parvenza di presentabilità allo stesso potere marcio. Non è una questione politica né penale, è più che altro una questione culturale e antropologica. E’ che le nostre classi dirigenti sono state composte da persone a cui non si sarebbe nemmeno pensato di affidare il proprio gatto. Gente oggettivamente equivoca, sospetta nei modi e nel comportamento. Priva di quel minimo di desiderio di elevarsi che è tipico di chi accidentalmente ma in buona fede si trovi a gestire responsabilità per le quali non è stato preparato. Una classe dirigente ignorante e arrogante a un tempo.
Di Rosi Mauro avevo già parlato in un paio di occasioni, oggi la scelgo di nuovo come emblema della morte civile dalla quale cerchiamo collettivamente di risorgere. Buona Pasqua.