La cosa che trovo più singolare in tutto questo smontare e rimontare partiti – quello della nazione, annunciato da Casini, e quello degli ultracorpi che non abbiamo mai visto prima, di cui agli annunci di Alfano – è che ancora una volta, davanti a una crisi acuta di fiducia degli italiani, questi gruppi dirigenti pensano che la soluzione sia cambiare i contenitori e non il contenuto. Basti dire che la scossa è partita nientemeno che da Beppe Pisanu, che pare fosse già in politica quando Annibale attraversò le Alpi a cavallo degli elefanti. Ieri, sulla Stampa, Casini ha detto che “siamo intrappolati in casacche del ventesimo secolo e non ci siamo accorti che il mondo è andato avanti”. A parte che il fatto di non essersi accorti di questa sottigliezza costituisce una responsabilità politica di cui il buon Pierferdinando farebbe bene a prendere atto, a me pare invece che il problema quello vero sia che siamo intrappolati nelle mani di una classe dirigente del ventesimo secolo che è completamente screditata e che farebbe bene a passare la mano. Cambiare casacca è una specialità italiana, ma non credo che questa volta sarà sufficiente.
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
Una risposta a “Cambiare casacca”
Aggiungerei che anche le idee sono vecchie. Non si tratta di rottamare classi dirigenti, come vuole fare Renzi. Se il PD pensa che la soluzione ai problemi italiani sia appoggiare un governo di destra, allora è evidente che non si sa neanche cosa sia la sinistra! Cominciate dal cambiare l’agenda politica…il lavoro dopo una riforma fiscale giusta e vera lotta all’evasione e poi lavoro e pensioni…