L’avevo detto che a Parma sarebbe stata dura e che l’unica era quella di rinnovare la squadra. Pizzarotti ha vinto perché il voto a Grillo questa volta non era un voto buttato ma poteva portare a un risultato politico. E anche perché ha una bella faccia credibile, diciamolo, mentre noi abbiamo candidato una degnissima persona che però era anche il presidente della provincia in carica. Alle politiche non dobbiamo farci trovare impreparati: la nostra squadra dovrà avere molte, moltissime facce nuove e credibili. Debora dice “rinnovarsi o morire”, e probabilmente ha ragione.
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
4 risposte a “Rinnovarsi o morire”
Sicuramente ma fovete farlo da subito, siete quasi oltre tempo massimo. C’è anche da sottolineare che mentre gli esponenti del Movimento 5 stelle sono per lo più giovani (anche se al solito non trovo donne) a Palermo ad esempio Orlando è il nuovo che avanza anche se cita Picasso e poteva citare che so Vhaplin o Quinn che hanno avuto figli in tarda età (e anche lì maschilismo). Parlo di Orlando perchè è della mia sicilia dove l’unica positività è lo smacco al pdl ma non dell’udc che è forte nell’isola e a me evoca Cuffaro e in fondo lo stesso LOmbardo e Orlando. Mi auguro che il pd in Sicilia non sia masochista e dica una parola chara sull’insensata alleanza con Lombardo e rinnovi. Termino dicendo che mi piace Doria e spero faccia un buon lavoro ma anche lì non era il candidato del pd, anche a Genova un pastrocchio. Meditiamo
Il PD deve saper interpretare il momento storico ed il mutamento del quadro politico, che impone un cambio di passo. Come é ben espresso in questo articolo
( http://www.orticalab.it/Pd-ora-o-mai-piu )
la centralità in politica va esercitata, non basta enunciarla!!
Non so se qualcuno ha assistito su La7 al breve confronto fra Rosy Bindi e Pizzarotti. Chi lo ha fatto ha notato l’arroganza e la tracotanza con cui il ceto dirigente più perdente della storia intende rapportarsi alla novità del Grillismo.E nella fattispecie alla novità di una nuova classe dirigente, quella rappresentata da Pizzarotti, che sembra e spero dimostri di essere realmente, mille miglia avanti ai sepolcri imbiancati del PD. Ieri il PD ha vinto molto meno di quanto non fece occhetto nel 93 e le similitudini fra le due vicende sono evidenti. La grande maggioranza degli italiani non intende più votare per il centro destra e la sua propaggine estremista leghisa, ma si guarda bene dall’appoggiare il PD che appare e mi spiace dirlo spesso è, un apparato burocratico brezneviano lontano anni luce dai problemi reali del paese. Oggi questa enorme massa di voti si disperde fra l’astensionismo e Grillo ma domani potrebbe aggregarsi intorno a un soggetto nuovo che batterebbe facilmente l’attuale PD.
Facce nuove e credibili ok, ma fino ad un certo punto, bisogna vedere cosa si intende per nuovo e cosa per credibile.
Secondo me un partito come il PD piuttosto che mandare allo sbaraglio gente reclutata nelle piazze o sul web (scimmiottando quindi il M5S) dovrebbe pescare dal suo “vivaio” di amministratori locali e regionali scegliendo i migliori (per carisma, capacita’ manageriali e fedina penale) da promuovere in “prima squadra”, magari previo “corso di aggiornamento e perfezionamento” in politiche nazionali.
Per la Sicila gli errori commessi sulle candidature rosa sono stati davvero clamorosi e ripetuti, a partire da quella della Finocchiaro (una che viene considerata credibile solo dai dalemosauri del partito centrale) a ql della Borsellino (evito di sparare sulla croce rossa, mi limito a ricordare le incertezze all’interno del partito stesso che doveva sostenerla).
Per la serie meglio un buon the ad un latte scaduto.
Saluti