Se c’è una cosa che non sopporto in politica, è la delegittimazione personale. L’attacco centrato non sulle idee ma sulle caratteristiche immodificabili di una persona: il suo aspetto fisico, l’orientamento sessuale, l’età. Ne è un esempio lampante l’intervista di Pierferdinando Casini a Federico Geremicca de La Stampa. Spersa in una serie di considerazioni sull’opportunità che i democratici scelgano Bersani piuttosto che Renzi, c’è questa frase davvero insopportabile: “…rischiamo grosso. Fa ridere immaginare che al prossimo vertice con la Merkel l’Italia non mandi Monti ma Renzi”.
Figurarsi: mandare uno di 37 anni a parlare con la Cancelliera tedesca! Come se a Londra si preoccupassero di mandarci Cameron (classe ’66) o Ed Miliband (classe ’69). Quella di Casini, insomma, è l’ultima versione del classico “Ah regazzì, famme lavorà”. Il fatto è che – a parte Monti, che gode di una stima indiscussa nel mondo – in Europa riderebbero se ci mandassimo un sacco di altra gente a parlare con la Merkel. E’ precisamente per questo che all’estero tutti sono così preoccupati del “Dopo Monti”.
Tanto per rinfrescare la memoria a Casini, guardi qui sotto come tutti ridevano con il Presidente del Consiglio che per anni ci ha mandato lui, con i suoi voti, a parlare con i grandi del mondo.
2 risposte a “Risus abundat”
E’ un vituperoso evergreen male invecchiato.
[…] anche Scalfari, nel suo editoriale, ha riproposto il concetto già espresso da Casini che Renzi non sarebbe credibile a rappresentare l’Italia e che il presidente della Buba non […]