28 Settembre 2012

Manca solo Nerone

Appunti

Non ho commentato le vicende della regione Lazio un po’ perché preda dell’incredulità, un po’ perché volevo aspettare di capire a bocce ferme quali fossero i contorni della vicenda. Certo è che questo pare il colpo finale alla moribonda credibilità della politica. Non ne faccio solo una questione etica e morale: non si tratta solo di smettere di commettere reati, il tema è che la classe dirigente di questo paese dovrebbe cominciare a tenere comportamenti normali e non abnormi, da tutti i punti di vista.

Diciamolo chiaramente: la scena è da fine impero. Una specie di kitsch pompeiano, tra la Minetti col costumino con gli inserti di pelouche e le maschere col grugno di porcello dei suoi coleghi laziali. Manca solo Nerone che suona la lira davati all’incendio dell’Urbe, a completare la scena.

Il fatto è che il sottobosco politico è pessimo non solo a Roma. Dopo venti anni passati nelle direzioni del personale, posso dire con tutta serenità che la stragrande maggioranza dei personaggi che razzola nel cortile della politica (a partire da Montecitorio) non superebbe un colloquio di assunzione non dico in una posizione da dirigente ma nemmeno per mansioni d’ordine, come si diceva un tempo.

Basterebbe in fondo solo cominciare a fare le cose con la diligenza del buon padre di famiglia: dare responsabilità a chi ha almeno l’aria di poterle gestire, assumersi un minimo di responsabilità per le decisioni che si prendono, e se non si riesce proprio a comportarsi specchiatamente almeno non ingozzarsi di ostriche e farsi le vacanze su panfili e yacht. Lo stile di vita da oligarca russo non può andare e non ci vorrebbe così tanto a capirlo.

Ieri sera Ignazio La Russa a “Piazza Pulita” ci ha spiegato quante belle cose succederanno “d’ora in poi”: le cose cambieranno, che i consigli regionali spenderanno meno, che tutto si sistemerà. Però non sarebbe stato male se si fosse assunto un minimo di responsabilità per l’andazzo, com’è stato finora.