Walter Veltroni ha dimostrato ancora una volta di essere quello più lucido e lungimirante della sua generazione, e sono sicuro che la mossa di non ricandidarsi in parlamento gli assicurerà una longevità politica anche maggiore di quella che avrebbe eventualmente avuto restando seduto a Montecitorio.
Però, ascoltando le anticipazioni dell’intervista rilasciata a Fazio, ho potuto ascoltare Veltroni rilanciare una lettura della “rottamazione” che sarà forse comoda da diffondere ma che è sbagliata e fuorviante.
Qui nessuno vuole escludere le persone sulla base dell’età. Lo capisce benissimo anche un bambino che Vittorio Foa era un grande a ottant’anni e “Batman” Fiorito è un pessimo giovane, tanto per restare ai nomi che Veltroni fa a Fazio a mo’ d’esempio. Attribuire a Renzi e a chi lo sostiene una tesi così stupida è così sciatto da risultare alla fine anche abbastanza offensivo.
Il problema qui non è sostituire i vecchi con i giovani, sia ben chiaro. Il problema è creare un passaggio tra “dentro” e “fuori”, abbattere la barriera tra “insider” e “outsider”, di qualunque età. Si può benissimo sostituire un giovane con uno più anziano. Ma bisogna pur creare un passaggio, un canale. Assicurare un ricambio delle classi dirigenti che non si basi solo sul meccanismo della cooptazione. Abbiamo persone che occupano posizioni di potere e restano lì dove sono per 30 o 40 anni e che passano il testimone solo ad amici o a figli biologici o “adottivi”, questo è il vero problema.
E poi, quello sì, bisogna smettere di indulgere nell’errore storico di rimandare i problemi a domani per non scontentare gli elettori di oggi. Tutta la storia delle nostre mancate riforme pensionistiche e sul lavoro stanno lì a testimoniare che la sinistra ha per molti anni penalizzato i giovani, con i risultati che oggi sono gli occhi di tutti.
La carta d’identità dunque con il ricambio generazionale non c’entra veramente un bel niente. Tanto per la precisione.
4 risposte a “Il falso problema della carta d’identità”
Concordo pienamente con l’articolo: la rottamazione non è una semplice questione anagrafica, secondo me dovrebbe essere il tentativo di far entrare nuovi attori nel panorama politico e di renderlo più contendibile . (dopo 30 anni di Veltroni e D’Alema spero non ci tocchino 30 anni di Renzi e Fassina)
Quello che impressiona di più comunque è che ci sia bisogno di un SECONDO annuncio del “ritiro” nello stesso posto (da Fazio) sei anni dopo il primo (2006).
Se anche per gli altri dobbiamo aspettare 6 anni (sempre che qualcuno segua l’esempio di Veltroni) siamo messi male.
Caro Ivan, messa così va molto bene, ma impostare il problema o tema, che a me suona meglio, del ricambio delle idee e delle persone, come lo fu all’inizio; pochissime motivazioni politiche, sbrigative, gratuite e liquidatorie affermazioni sul passato e soprattutto attacchi personali assai poco politici, hanno fatto si che il messeggio che arrivava alle persone fosse quello sì rozzo ed a volte molto offensivo. Ora giustamente, fatto il botto, a visibilità ottenuta ed a progetto che appare ai promotori più realistico si affina la proposta, si mosifica il linguaggio e, probabilmente si accettano suggerimenti di persone più intelliginti quale tu sei.
caro Ivan,
Renzi ha spostato il terreno dello scontro politico dalle idee alle persone. Usa un vocabolario che, come giustamente scrive oggi Galli su repubblica, contiene una carica di violenza e disprezzo per nulla rassicurante. Va bene, e’ la strategia che ha scelto, la politica non e’ for the lily-livered direbbero gli inglesi. Pero’ che adesso ci veniate a raccontare che siete stati fraintesi, che per carita’ non e’ una questione di eta’, nulla di personale ci mancherebbe etc. e’ questo si’ vagamente offensivo. Tutti gli italiani hanno capito esattamente la stessa cosa, da quelli che leggono il manifesto a quelli che leggono libero. Se vi siete fatti fraintendere da 55 milioni di persone forse e’ il caso che cambiate il responsabile della comunicazione, no?
Per inciso, Vittorio Foà fece tre legislature. Rieletto per una quarta in due circoscrizioni, rinunciò in favore di Silverio Corvisieri e Mimmo Pinto.