Per bilanciare il rientro dei 19 licenziati della FIOM reintegrati dal giudice, Fiat annuncia una riduzione di 19 unità. Il ragionamento é: quello è il numero di dipendenti necessario in quell’unità produttiva: se ritornano quei 19, devono andar via altri 19. Tecnicamente sembra non fare una grinza e invece è un errore grave. Prima di tutto perché, anche tecnicamente, 19 “unità in più” (col linguaggio aziendale di HR) si riassorbono e si gestiscono in qualsiasi impresa di grandi dimensioni. E poi perché il messaggio di cultura organizzativa che si lancia è quello della rappresaglia. Ora, se è vero che le relazioni industriali di cui abbiamo bisogno in Italia devono essere più distese perché più partecipative vero è anche che – come dicono gli inglesi – per ballare il tango bisogna essere in due. Un’azienda che prima licenzia sulla base dell’iscrizione a un sindacato e che poi non approfitta dell’occasione provvidenzialmente fornitale da un giudice per fare un primo passo sostanziale di distensione secondo me sbaglia. E non lo dico applicando i parametri italiani, ma quelli che – da direttore delle risorse umane – avrei usato anche in un paese decisamente meno sindacalizzato e protettivo per i lavoratori come la Gran Bretagna.
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
Una risposta a “Just a mistake”
L’analisi è corretta anche se non condivido il tono troppo ‘morbido’. La più grande azienda italiana manda minacciosi messaggi al sindacato, ai lavoratori, alla magistratura, al paese. Purtroppo temo che il comportamento illogico e controproducente cerchi di nascondere la strategia a medio-termine : in Italia la Fiat non ha più nessuna convenienza a mantenere stabilimenti produttivi. Ne usciranno tra qualche anno additando numerosi pretesti, Fiom in testa. Ora, segnalando in questo triste scenario la totale inadeguatezza della ns. classe politica a gestire il rapporto con la ns. più grande azienda italiana, mi auguro almeno che questi problemi siano almeno citati in periodo di primarie, magari subito un filino dopo all’ìmportantissimo tema della rottamazione (che riconosco debba essere in cima a qualunque pensiero e che continua ad appassionarci come la Corrazzata Potiemki in Fantozzi…)