L’articolo di Gianluigi Pellegrino sulla sentenza della Corte Costituzionale che ha dato ragione al Presidente della Repubblica nel conflitto con la Procura di Palermo è da manuale, e spiega benissimo per quale motivo la sentenza della Corte è tutt’altro che politica ed ha solidissimi fondamenti giuridici. Anche al di là di questo, continuo a trovare inaccettabile che persone che si definiscono di sinistra attacchino a testa bassa la Consulta, senza rendersi conto (spero) che indebolire i pilastri del nostro ordinamento repubblicano non è accettabile, anche quando non si sia d’accordo con l’esito delle procedure previste dalla nostra carta fondamentale. L’esempio più fulgido di questo ragionamento per me resta Al Gore che, d’accordo con il suo partito, fece ottimo viso al pessimo gioco della corte suprema americana che gli scippò l’elezione alla Casa Bianca. Se quello fu l’atteggiamento che i democrats decisero di prendere fu solo per salvare l’unica cosa più grande del loro interesse politico: lo Stato, e cioè l’istituzione di cui anche essi stessi fanno parte e senza la quale la loro esistenza non avrebbe alcun senso. E invece da noi, a destra come a sinistra e nella lattiginosa zona dell’antipolitica, c’è un sacco di gente che pensa di poter fare a meno della Repubblica e con ciò stesso svela la propria natura e lo scopo della propria politica che non è quello di governare o riformare lo Stato democratico ma di cambiarlo, di sostituirlo. Il problema è che non abbiamo mai saputo esattamente con cosa.
Cerca nel blog
Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
Una risposta a “Riformare vs. sostituire”
pellegrino, gioverebbe ricordarlo, è l’avvocato del pd. nel suo articolo, come in tutti quelli che ha scritto sulla vicenda, non cita neanche una norma. e fa bene, perchè se no dovrebbe ricordare, ad esempio, che l’articolo 271 cpp parla dei segreti cui sono tenuti medici, giornalisti, avvocati, ministri del culto (rinviando all’articolo 200), cioè soggetti che a) a differenza di napolitano, hanno una funzione privata, non una carica pubblica, e b) tengono conversazioni che sono fisiologiche al loro ufficio (come per un avvocato aprlare col cliente, o per un giornalista con la sua fonte), mentre non è assolutamente fisiologico, nè rientrante in alcun tipo di fantomatiche “funzioni”, che un presidente della repubblica parli al telefono con un indagato intercettato che gli chiede lumi per farsi spostare il processo in altra sede. per il resto meglio sarebbe stato leggersi l’articolo di cordero, che era a fianco di quello dell’azzeccagarbugli del pd, quello sì denso, oltrechè delle solite dotte citazioni, di riferimenti normativi, al codice di procedura e alla costituzione.
ma tant’è…