E così torno a casa: saranno contenti mamma e papà, che sicuramente non ci speravano più. Sono arrivato a Foggia nel 1968 che avevo tre anni, e lì ho fatto tutte le scuole: la Montessori, le medie alla Bovio, gli anni del liceo al “Vincenzo Lanza”. Mio padre abita ancora a Foggia, e così mia madre – che fa un po’ la pendolare con la Brianza per vedere mia sorella, che è foggiana anche di nascita, e i nipotini.
Solo ieri sera ho appreso che sarei stato candidato alla Camera proprio in Puglia e la notizia mi ha fatto felice perché si tratta di una specie di ritorno al futuro. Se vinceremo le elezioni sarà un onore per me rappresentare i cittadini della regione e della città che mi ha formato e nella quale sono cresciuto. Una città che mi ha dato la fortunata possibilità di vivere un’infanzia e un’adolescenza protette da un ambiente cittadino sano come sa esserlo solo la provincia italiana. Da allora Foggia è molto cambiata, e non sempre in meglio: sarò felice, se sarò eletto, di poter dare una mano.
Da ieri sera ricevo sms, email e telefonate da persone che non sentivo da tempo: amici di infanzia, colleghe di mia madre, anche i compagni di scuola, miei e di mia sorella. Mio padre mi dice che la gente lo ferma per strada per fargli i complimenti. Voglio ringraziare tutti, so che questo lavoro sarà una preziosa occasione per ritrovarvi in tanti.
So anche che la mia candidatura ha causato qualche malumore. Non tanto le dimissioni, poi rientrate, del segretario regionale Blasi contro l’”invasione dei candidati settentrionali”, che per ovvi motivi non poteva certamente riferirsi a me. Il problema che viene sollevato (c’è addirittura un ricorso alla Commissione dei garanti da parte di una parlamentare uscente, già sconfessato dal partito locale) è che la mia candidatura non è passata dalle primarie del 29 dicembre.
Se Arturo Parisi non si fosse inventato le primarie, con ogni probabilità non avrei mai nemmeno cominciato a fare politica e oggi sarei quello che nel 2005 pensavo sarei stato per sempre: un italiano all’estero, un po’ nostalgico forse, ma impegnato come tanti altri a tenere alto con il suo lavoro il buon nome dell’Italia nel mondo. Le primarie sono dunque, dal punto di vista politico, la mia casa. E penso che il Partito democratico abbia fatto benissimo a decidere di utilizzare questo strumento per la selezione della maggioranza dei suoi candidati al parlamento per la prossima legislatura.
Era un impegno che ci eravamo presi nei confronti dei nostri elettori: mai più liste fatte in qualche stanza chiusa, senza responsabilità e senza consenso. Ma queste primarie non erano la “mia” competizione. Troppo breve la campagna elettorale, davvero assai particolare la data, troppo ristretto l’elettorato interessato. Velleitaria sarebbe stata la partecipazione da parte di persone come me, non particolarmente radicate su un territorio, impegnate su temi “d’opinione” e senza reti di consenso locali da attivare rapidamente. In questi cinque anni da vicepresidente dell’Assemblea nazionale – incarico, tengo a precisare, svolto a tempo pieno ma a titolo gratuito salvo il rimborso delle spese di viaggio – sono stato per il partito in tutte le regioni d’Italia, girando come una trottola. Così, anche con la complicità della televisione, mi si conosce un po’ dappertutto ma nessun collegio è davvero il “mio” collegio.
Così ho semplicemente accettato l’idea che con molta probabilità non sarei entrato in parlamento. Ho fatto cinque anni di politica senza essere parlamentare e mi pare di aver fatto comunque le cose per bene: il peggio che poteva capitarmi era restare quello che sono. Ho pensato che il capitale di rispetto che mi sono guadagnato sul campo in questi anni e le migliaia di chilometri percorsi non meritavano di essere promossi o bocciati in una primaria così giusta da fare, ma così impervia per i miei temi e per il mio tipo di lavoro.
Sono rimasto però a disposizione del partito, come al solito. E oggi che – come a molti altri, a differenza di me anche parlamentari uscenti – mi viene proposta una candidatura, in una regione vicina negli affetti ma lontana dalla mia attuale dimora, l’accetto naturalmente con entusiasmo. Molti già mi fanno le congratulazioni, e li ringrazio, ma ricordo a tutti che la mia posizione al numero 13 della lista (un numero cabalisticamente interessante, si sa!) è un posto “in bilico”: se il PD vince sarò eletto, se il PD perde non sarò eletto.
Mi è già successo nel 2008, quando le elezioni le perdemmo e io (allora ero al numero 15) rimasi fuori per un soffio a Milano, risultando il primo dei non eletti. Nel 2008 non ero il vicepresidente del partito e il fatto di esserlo diventato non mi ha evidentemente procurato né aprioristiche blindature né particolari vantaggi (e anzi, lasciate che io faccia le congratulazioni a Marina Sereni, l’altra vicepresidente mia “compagna di banco”, che sarà capolista per la Camera dei Deputati nella sua Umbria). Ma sono molto contento e onorato anche così. Anzi, che ci sia un legame così stretto tra le vicende del partito e le mie mi pare anche corretto.
Spero di aver spiegato tutto. E ora, al lavoro.
19 risposte a “Tredici in Puglia”
In bocca al lupo caro Ivan !!!
Congratulazioni Ivan! Spiace non poterti votare qui in Lombardia, ma l’importante è che tu venga eletto 🙂
Ci vediamo il 25 a Cinisello…
un abbraccio
Caro Ivan,
Bravo, è questo lo spirito che ci piace. Mi spiace un po’ per la posizione – penso avresti meritato una posticino più alto – ma è bello sentirti battagliero, esattamente come dev’essere un candidato. In bocca al lupo! E’ un vero peccato non poterti votare.
I migliori auguri d’essere eletto Ivan! Affinchè, con altri, Possa portare in Parlamento opinioni e proposte sui diritti civili ed umani, sull’economia ed il lavoro espressi in questi anni ed anche a sostegno della candidatura di Renzi.
peccato tu non sia candidato in campania; avremmo alzato il livello in una regione che a parole il Pd ritiene importantissima…
Carissimo Ivan, il numero 13 ti porterà fortuna, la meriti , perchè sei uno dei politici più perbene che io conosca. Cerca nel tuo collegio tutti i comitati per Matteo Renzi che ti appoggeranno con entusiasmo . Ci vediamo a Cinisello Balsamo il 25, non mancare perchè tanti ti aspettano.
Auguro al Pd di vincere, e a lei di essere eletto – e sono certa che farà un ottimo lavoro, ma non sono convinta neanche un po’ dal suo discorso circa la sua mancata partecipazione alle primarie (così come non mi hanno convinto le motivazioni di Andrea Sarubbi, un altro esponente del Pd che stimo molto).
Mi pare che abbiate dell’elettorato una visione assai pessimistica, quasi fossimo tutti burattini inconsapevoli manovrabili da abili manipolatori cacciatori di voti in cambio di pacchi di pasta o scarpe sinistre. Guardi che chi ha votato alle primarie era molto spesso motivato, consapevole, informato. Questa faccenda che per essere eletti sarebbe stato necessario corteggiarci per mesi, per anni, altrimenti non saremmo stati in gradi neanche di conoscere il vostro nome inizia a darmi un po’ fastidio.
Caro Ivan, ti ho sempre apprezzato seguendoti in tv poi ho avuto l’onore di scambiare due parole con te a Milano quando sei venuto alla conferenza stampa di Renzi e Ermete Realacci. Per me solo per l’impegno che in tutti questi anni hai dimostrato dovevano farti capolista indipendentemente dal fatto che sei anche vicepresidente.
Detto questo volevo dirti che faccio parte di quei tanti che grazie a persone come te e Matteo hanno deciso di entrare nel pd per provare nel loro piccolo a portare avanti le vostre preziose idee. Spero ti faccia piacere e in bocca al lupo!! Antonella
Bene bene,
e così, mentre il sovietico Fassina, quello che vorrebbe fare dell’Italia una nuova Urss, quello che non capisce niente di economia, sbanca a Roma, ottenendo alle primarie undicimila preferenze, il moderno Scalfarotto, l’ “ammerregano” Scalfarotto, quello che sa l’inglese perché è stato molto all’estero, quello che è molto moderno e cool, quello che parla sempre di talento, di necessità di saper rischiare, di merito (sempre per gli altri, ovviamente) si fa blindare nel listino.
Ed è una blindatura, inutile negarlo, visto che non siamo nel 2008, e la vittoria è quasi sicura.
Pessimo.
Peggio della Bindi e della Finocchiaro, per dire.
Peggio della Madia, sempre per dire, visto che lei, almeno questa volta, le primarie le ha fatte.
Veltroni e D’alema li lasciamo proprio perdere: giganti, in confronto a certi “nuovi”.
Lasciamo perdere anche Civati, che si è conquistato il suo posto sudandoselo, con grande successo, senza peraltro nemmeno schierarsi alle primarie per il premier per avere una fish da spendere dopo. Altra stoffa.
Ma come, ma lei non era con Renzi? Non eravate quelli che “l’apparato sì, ci blocca, ma tra la gente le nostre idee sono popolarissime”? Come mai, allora, alla prova dei fatti, Ichino scappa, Adinolfi scappa e lei si fa paracadutare?
Lei dice che glielo hanno proposto, e ha accettato. Le faccio io una controproposta: ceda il suo posto ad altri che sono rimasti fuori. A Ceccanti, per esempio. O a Della Seta. Nominato per nominato, meglio avere competenze specifiche. Che ne dice, se la sente?
Un’ultima cosa: se non accettasse, e venisse eletto (e glielo auguro solo perché spero che il PD vinca), spero che avrà la decenza di votare sempre in accordo con la maggioranza del gruppo, senza iniziative personali che non ha l’autorevolezza per intraprendere.
Lei non sappresenta nessuno, se non un sottobosco di equilibri correntizi che a parole dice di voler combattere e nei fatti perpetua. Cerchi di ricordarselo. Si limiti a schiacciare il suo bravo bottoncino e a ritirare il suo bravo stipendio. Per fare politica ci vogliono altre qualità.
Buona sera Ivan: te lo meriti, sei un gran lavoratore, preparato e sensibile come pochi. Tu con Matteo Renzi, insieme agli altri ragazzi dello staff, mi avete convinto con il vostro esempio a lasciare vecchie convinzioni di centro destra. Se ho passato la barricata e se mi sono riavvicinato alla Politica e’ merito tuo. Mi state aiutando a credere il questo Paese: non deludetemi mai! (Tu e Matteo).
Oggi ho riletto le motivazioni o presunte tali della Senatrice uscente Colomba MOngiello sulla sua retrocessione dal numero tredici al numero 15. L’idea che mi sono fatto è che la politica oggi è mela marcia, è un interesse personale, perchè non è possibile che chi persegue un obiettivo per il bene di una NAzione, ammesso che l’ami davvero possa arrivare a sindacare le scelte di un partito, era chiaro che questo sistema di voto avrebbe scontentato, mi chiedo come mai con la Finocchiaro nessuno dico nessuno ha alzato al voce. Io spero che si arrivi subito ad una immediata riforma elettorale che preveda come era un tempo le preferenze e al tempo stesso una riduzione dei parlamentari. Per il resto Forza Ivan tu sei una brava persona, vai avanti e non temere nessuno!
Ciao Ivan…soddidfazione per la tua candidatura anche da un vecchio amico del lido la Bussola!
Ma se i giornali lo dicono da prima dello svolgimento delle primarie che Scalfarotto era nel listino, com’è che lei lo ha saputo solo ieri sera? candidato a sua insaputa?
Cara Monica, la battuta è vecchiotta ma non male.
Tuttavia i giornali davano nel listino con me anche Roberto Reggi, Giuliano Da Empoli, Francesco Clementi, Cristiana Alicata. Nessuno di loro è stato candidato.
Come vede, una cosa sono le indiscrezioni dei giornali, tutta un’altra cosa è la certezza di una candidatura.
Chi non ha fatto le primarie di noi, lo ha fatto nella consapevolezza che così facendo sarebbe con ogni probabilità rimasto fuori. Salvo sorprese, come essere il tredicesimo della lista in Puglia.
Evviva la Senatrice Colomba Mongiello ritira il ricorso e si adegua alle scelte del partito, conclusione di una pessima figura che si da agli elettori che vanno a votare credendo in un cambiamento, non a caso ora tutti dicono che il Porcellum è una vera e propria porcata.
Ciao Ivan, lieto di rivederTi nella Nostra Terra, ormai maltrattata e abbandonata, amministrata, da decenni, da una moltitudine di incompetenti, nullafacenti e corrotti.
Ti auguro di cuore di essere eletto perchè conosco bene, dai tempi del Liceo, il Tuo valore e le Tue capacità. Confido nella Tua onestà e disponibilità per dare voce ed un concreto aiuto non solo ai nostri conterranei ma a tutti i bravi cittadini italiani.
Sono a disposizione per quanto dovesse occorerTi.
Anche se forse c’e’ qualcosa da migliorare nel sistema attuale, sono tendenzialmente favorevole ad un sistema misto con candidati sia “elected” che “appointed”.
Penso che la presenza di persone come Ivan Scalfarotto in Parlamento sarebbe molto salutare.
Per cui, caro Ivan, un grande in bocca al lupo!
@Enrico: Ivan non ha le stoffa per andare in parlamento? Una persona che per 7 anni si dedica al partito in modo totalitario solo perche’ crede in questo progetto fino a lasciare anche il lavoro per questo non ha la stoffa? Speriamo che entri in parlamento e faccia ben capire quanto vale!
@ Ivan: in bocca al lupo e “non ragioniam di loro, ma guarda e passa” :-))
che peccato Ivan che tu abbia accettato la candidatura senza passare dalle primarie! una legittimazione popolare diretta è quello che ti manca, ora ti ritrovi vicepresidente del partito e deputato solo grazie a giochi di corrente, e ne sarai inevitabilmente indebolito. un peccato perché non ne hai bisogno, hai tutte le capacità per affermarti da te – e non raccontiamoci favole, se ti fossi presentato alle primarie parlamentari un posto lo avresti senz’altro trovato