Ieri da Daria Bignardi c’era Giusy Versace. Giusy è l’autrice di un libro in cui racconta del suo incidente automobilistico di sette anni fa, in cui la lama di un guardrail, entrata nella carrozzeria della macchina, le ha mozzato le gambe. E del suo essersi rialzata fino a diventare l’atleta che è oggi.
Ho visto l’intervista di Daria a Giusy (la trovate qui sotto) con il cuore in gola. Ognuno di noi ha avuto direttamente o indirettamente un’esperienza luttuosa legata a un incidente automobilistico e io non faccio eccezione alla regola. Nonostante i tentativi di Federico di cambiare canale, ho voluto comunque ascoltare interamente la storia di Giusy e ne sono rimasto incantato.
Una lezione di vita, non so come altro definirla. La capacità di vedere la luce anche tra difficoltà che sembrerebbero assolutamente insostenibili. Una caparbietà vitalissima e meravigliosa, la capacità insospettabile di vedere sempre la parte buona di tutto. Giusy racconta del momento immediatamente successivo all’urto, appena riuscita a uscire dalla macchina e a buttarsi sull’asfalto, senza gambe ma cosciente. Incredibilmente, quello che esprime nell’intervista di questa situazione anche piuttosto pulp (come ha detto Daria), non è la disgrazia del momento ma la fortuna dell’arrivo immediato della pattuglia dell’ANAS, dell’elicottero, dell’assistenza ricevuta.
Per me, ancora con le tossine del ritorno dalla Direzione Nazionale e delle nostre attuali amare vicende politiche, è stato un violentissimo reality check. E quindi grazie a Giusy, di cuore.
P.S. Per onestà non posso non riferirvi anche dei commenti sui social network quando ho scritto in diretta che Giusy era per me una lezione di vita. Almeno un paio di persone mi hanno risposto una cosa tipo: “Già, certo che quando fai di cognome Versace è tutto più semplice, se non ti puoi permettere 20 paia di protesi è tutto un tantino più difficile”. L’asprezza e il rancore che l’Italia sta covando nella pancia non le avrei potute vedere più chiaramente. Due lezioni di vita nel giro di pochi minuti. Meglio di così.
37 risposte a “Due lezioni di vita”
Caro Ivan
ho appena sentito a Sky la tua sorpresa su alcuni commenti relativi alla vicenda di Giusy Versace. Parli di pancia ….. Io sono un privilegiato sia economicamente che di salute (spero) e finora mi sono “sbucciato” una vita niente male (così dicono). Ho fatto pure il Consigliere Regionale e forse prenderò anche il tanto bistrattato vitalizio. Ma come si fa ancora a non capire che:
– chi si vede assegnare una visita specialistica a distanza di mesi se non ad oltre un anno
– chi si vede mettere per giorni su di una barella nel corridoio dell’ospedale
– chi si ritrova rovinato, se riesce a farla franca, in uno dei tanti casi di malasanità nazionale
– chi non riesce ad avere in dotazione dal SSN neanche una sedia a rotelle, non potendosi permettere di comprarla,
– chi si vede negare il personale di sostegno pur avendone sacrosanto diritto
– chi si vede negare, per il solo fatto di non avere nessuno “a cui rivolgersi”, almeno il diritto di essere considerato
quando poi ogni giorno vede che ad altri o per conoscenze, o per rango o per semplice miglior destino tutto questo va meglio…….
COME FA QUALCUNO A NON “SBROCCARE” altro che pancia!!!
Giusy, che ho visto, ammirato, e stimo è solo la vittima di questa rabbia. I colpevoli siete voi e del sistema che tollerate ALLA UNANIMITA’.
Ah! … dimenticavo
la prossima volta che la Saluzzi si permette di dare subito degli imbecilli a chi esprime comunque un disagio…..
chiedi quante volte nella sua vita ha usato il suo nome o le sue conoscenze, solo per fare prima una mammografia.
Grazie
Salve Ivan,
sinceramente quella sull’asprezza ed il rancore te la potevi proprio risparmiare.
Mio padre, deceduto a Gennaio dopo 7 anni di Parkinson Alzhaimer, si è visto riconoscere l’indennità di accompagnamento 10 gg dopo la morte, nonostante la domanda fosse stata presentata a Ottobre 2011.
Che beffa eh!!!!
In più aggiungo che gli hanno negato sino ad Ottobre 2012 la visita domiciliare di accertamento dell’invalidità nonostante fosse oramai a letto da 4 mesi devastato dalle piaghe di decubito; quando ho presentato l’istanza sai che mi hanno risposto “paghi un ambulanza e lo faccia portare qui a fare la coda come gli altri”.
Solo dopo minaccia di denuncia ai carabinieri, magicamente a novembre la commissione mediaca è arrivata a casa. Oramai era tardi per lui ed anche per noi, stravolti dall’esercizio bieco del potere di questi piccoli burocrati da strapazzo che trattano noi cittadini come malfattori.
Non diciamo fesserie quindi: il sud è così.
Se conosci qualcuno si aprono tutte le porte; ed ahimè se sei qualcuno si aprono senza bisogno di chiedere.
Se non sei nessuno, sarai destinato a marcire tra le piaghe in un letto, sperando che i tuoi parenti abbiano la forza d’animo e la forza economica per aiutarti a combattere non solo la malattia, ma soprattutto le ingiustizie di questo stato ladro.
E ora aspetto una risposta Onorevole!!
Perchè dopo il calvario che abbiamo passato nella TUA PUGLIA (almeno pari a quello di tanti altri sig. Nessuno come noi) e dopo le quotidiane e spudorate ingiustizie che ogni giorno per sette anni (sempre nella TUA PUGLIA) abbiamo visto sfilare innanzi agli occhi, essere annoverati tra quegli italiani che covano nella pancia asprezza e rancore è veramente troppo.
Misura di più le parole, e sii comprensivo verso chi mostra solo un disagio.
Caro Zanna, non solo non me la risparmio, ma resto della mia opinione. Misurare la felicità dal numero delle protesi. Fammi il piacere.
sei tu che misuri, scalfarotto. misuri tutto con l’occhio di chi, certe cose, non le prova e non le vive. nella grossa sfortuna che ha avuto, giusy versace ha però potuto contare su tutta una serie di vantaggi che gli altri, quasi tutti gli altri, non hanno e non potranno mai avere. tanto che oggi si è potuta permettere il lusso (perchè di lusso si parla, e non di altro) di diventare un’atleta. la storia di una donna di famiglia ricca che supera un’incidente grave riuscendo a trovare comunque una sua strada, è certamente una storia positiva, per carità, ma non può essere considerata una “lezione di vita”. io sinceramente non mi sento di aver niente da imparare da giusy versace (credo invece di avere un’infinità di cose da imparare da un’infinità di altre persone).
tu in un certo senso sei la rappresentazione in forma umana del perchè il pd non prende più i voti di certi ceti sociali, quei ceti che in passato votavano a sinistra e dalla sinistra si sentivano rappresentati (perchè una volta c’era, una sinistra); e che oggi, disperati più che incazzati, gonfiano il sacco di voti di grillo alle urne. non conosci, non capisci, e, quello che è ancora più preoccupante, non hai nessuna intenzione nè di conoscere nè di capire. e non vai oltre giusy versace…
Ma che è non ti senti bene???
L’aria di montecitorio ti ha già dato alla testa?????
Ho scritto per caso che misuro la felicità con il numero delle protesi?
Come ti permetti di attribuire a chi quotidianamente porta avanti una sofferenza pensieri così abbietti?
Chi sei per fare il giudice sui pensieri altrui??
Il dolore non ha ceto sociale.
Non capisco il livore, vorrei dire gratuito, di alcuni commenti. Qui si parlava di vita, di incidenti gravi, di capacità di rispondere con forza e determinazione agli eventi drammatici della propria esistenza. Insieme con il senso della misura credo che si sia perso in questo disgraziato Paese anche quello dell’umanità. Grazie Ivan, perché fare politica è anche questo, parlare della vita reale, delle persone e dei sentimenti.
C’è una cosa che non mi piace in alcuni dei commenti che mi precedono: che si è tralasciato il messaggio positivo che in ogni caso il servizio voleva trasmettere, e si è riversato contro la protagonista un risentimento che dovrebbe essere riservato – semmai – al sistema che non garantisce a tutti un trattamento simile a quello di cui ha potuto usufruire Giusy Versace.
Ci sono persone che – a fronte di incidenti traumatici ed invalidanti – perdono qualsiasi voglia di vivere e di (ri)mettersi in gioco. Tutto questo è possibile solo grazie al denaro e alla ricchezza? Probabilmente è così, ma mi piace immaginare che il servizio di Daria Bignardi sia riuscito a riportare qualche speranza in bambini o ragazzi traumatizzati che, vedendo Giusy Versace, abbiano trovato la speranza di tornare a sorridere. Se questo oggi non è possibile perché il servizio sanitario non è in grado di garantirlo a tutti, dovremmo sforzarci di fare battaglie contro questo sistema, senza accanirci contro Giusy Versace.
Zanna, chi si è scagliato contro la Versace ha del rancore inutile. Alcuni hanno più fortuna nella vita, altri meno. Ma non hai idea del fatto che la Versace si sia avvantaggiata, nella sfortuna dell’incidente, dalla famiglia. Vuoi una sanità efficiente? Siamo tutti d’accordo. Ma che c’entra attaccare la Versace con questo?
Che tristezza siamo arrivati al +1 anche sul dolore. Ora qualcuno dirà che Zanardi è assai fortunato e privilegiato perchè ha una bella carrozzina per mettersi in mostra per vincere le olimpiadi? Anzi no si sarà certo tagliato le gambe per quella medaglia. E che Welby è morto da privilegiato con bellissimi macchinari attaccati alla gola? Io so bene che mia zia, una vita passata a curare l’Alzheimer di suo marito, non aveva perso la compassione per gli altri, chiunque fossero. Anzi le sue sofferenza avevano aumentato la sua grande compassione. Ma dove siamo arrivati davvero?
Caro Zanna, non è che sei un tantino egocentrico, oltre che – come noto – lesto ad accenderti nella polemica? Chi ti ha detto che parlavo di te? Mi riferivo alla persona che aveva lasciato il commento su Facebook che riporto nel testo del post. Quindi, cool down.
Domenica scorsa ho perso mio padre, dopo un calvario di 17 anni di SLA.
Ci sono stati momenti duri e, come tutti, abbiamo dovuto fare i conti con pastoie burocratiche, ma anche associazioni che ci hanno aiutato.
Mio padre era un pensionato delle poste, di certo non un privilegiato, ma di certo ne io, ne lui, mai ci saremmo sognati di fare una classifica dei privilegiati nella sfiga.
La malattia lascia dolore, non certo il livore che ho visto nei commenti qui sotto.
L’Italia avrà sicuramente un sistema sanitario perfettibile, ma di certo nessuna riforma potrà mai avere alcuna possibilità di successo se gli italiani non la smeteranno, prima di ogni altra cosa, di odiare il proprio vicino che guadagna un euro in più.
Ognuno si porta dentro le proprie sofferenze, per parte mia ringrazio Ivan per avere condiviso con noi un pensiero cosi intimo, speciale e delicato.
Forse ha fatto male.
In questo Paese neanche la sofferenza riesce a scalfire il piu bieco livore contradaiolo…
Che pena
Mah, sono anni che vivo queste questioni… È resto basito e incazzato ogni volta che le questioni inerenti alla disabilità diventano una guerra tra disperati… Mi sfugge come la condizione economica di Giusy Versace (ma perché chi è? Non credo una Versace ma anche se fosse la figlia segreta di Gianni? :D) è la storia di una giovane donna che ha saputo reagire al suo handicap, che significa se ha due soldi o una famiglia ricca? Ho un figlio di 10 anni autistico, la nostra è una continua corsa ad ostacoli, contro tutto e tutti, soprattutto contro uno stato incapace di occuparsi del futuro dei sui figli più deboli… Ma non penso che la soluzione sia prendermela con chi in condizioni simili ha saputo reagire, se uno subisce una ingiustizia, e non ho dubbi che siano molti, che diamine c’entra chi è riuscito comunque a fare il suo percorso… È molto triste leggere alcuni toni e livori contro qualcuno, solo perché si ritiene sia meglio nato di noi…
Ciao A
Sono depresso. Perché vedo qui sopra scrivere con astio degno di miglior causa persone che hanno subito ferite gravi da una pubblica amministrazione (e una politica) che non funziona da troppo tempo, che è effettivamente arrogante e insopportabile da troppo tempo. Ma che fanno ormai di tutta l’erba un fascio, in una rivolta generalizzata e rabbiosa contro tutto e tutti. Ormai essere ricchi è di per sé una colpa, essere politici è di per sé una colpa .
Continuo a pensare che per cambiare il mondo bisogna continuare a distinguere, che non ci siano soluzioni semplici bianco e nero. E che ci siano persino politici onesti, molto onesti, e non solo fra quelli del M5S che ora sembra avere il monopolio dell’onestà. E continuo a pensare che tutta questa rabbia furibonda (con il massimo rispetto per le sofferenze che alcuni commentatori qui sopra hanno raccontato), improvvisamente esplosa, non assolve molti cittadini italiani dall’aver consentito che l’amministrazione pubblica diventasse in larga parte l’arrogante e inefficiente cosa che è, e che la politica non desse le risposte giuste. Insomma, se si fa di tutta l’erba un fascio, allora ci siamo tutti dentro.
Va bene che l’attacco all’onorevole è di moda, e non importa a nessuno che uno onorevole lo stia solo per diventare e non possa quindi essere considerato “complice” o partecipe di quanto fin qui successo. Spererei almeno che lo stesso trattamento fosse riservato a TUTTI i neoeletti di TUTTI i partiti o movimenti, anche se non sarà così: il doppiopesismo è un altro sport di molto in auge, ultimamente.
Nello specifico sono molto restia ad entrare perché il pudore del dolore è una cosa che sento molto molto intensamente, ma mi chiedo comunque a che serve dividere nel nostro cuore – nella pietà che in esso alberga – le persone per censo, anziché apprezzare coloro che sono in grado di risorgere (per coraggio, per fede, anche per denaro, che vorrei vedere chi qui non si svenerebbe anche economicamente per un proprio caro) e magari farci forza della loro forza per aiutare chi amiamo, anche per chiedere ad altissima voce che la società (e non i singoli per quanto ricchi) offra a tutti le medesime opportunità, in questo campo più che in ogni altro.
@ Jacopo, io le vivo alcune condizioni… Ho il diritto di dirti che una storia come quella della nipote in secondo grado dei famosi stilisti, è comunque una storia positiva e che ti fa fare i conti con la fortuna e la vita, molto di più della Turco che rifiuta lo stipendio? O no, e siccome è benestante se ne deve stare zitta? Boh, continuiamo così, facciamoci del male 😉
Ciao A
mah, livore… io mi permetto di precisare una cosa. nessuno (io no di certo, ma mi permetto di parlare anche per zanna) ha fatto una colpa a versace per le sue condizioni economiche. ci si è, semplicemente, permessi di notare questo: in questo disgraziato paese, è evidente, c’è chi nasce con più possibilità e chi nasce con meno, a volte nessuna, possibilità. quindi, elevare a esempio, a “lezione di vita”, la storia di una persona che subisce un incidente grave e riesce a venirne fuori molto meglio di altri grazie al fatto di disporre di mezzi che altri non hanno, non sembra esattamente un gran ragionamento. esplicitando, vien da dir così: molte altre persone subiscono vicende gravi come, o anche meno gravi di, quella capitata a versace; ma non avendo i mezzi di versace incontrano poi conseguenze ben più dure; e quindi non ci possono dispensare nessuna “lezione di vita”. un po’ brutta, vero, messa giù così? eppure a me lo spirito del post sembra proprio questo…
Poi vorrei aggiungere una cosa, perché veramente mi sta montando la rabbia… Il mio Martino nelle molte sfighe è nato anche con una grave malformazione cardiaca, a 3 mesi di vita è stato operato al BAMBIN Gesù due volte a cuore aperto, in maniera ineccepibile in compagnia di tanti altri bambini di ogni censo, anche stranieri… Guarda tu! Il tutto senza spendere una lira, da un’equipe cardiologica di grandissimo livello, il tutto gratuitamente e con un servizio encomiabile. Per carità il nostro sistema sanitario sarà perfettibile, ma per ottenere il medesimo trattamento in molti paesi occidentali avrei dovuto venderli casa… Per cui prima di fare facili generalizzazioni, pensiamo agli uomini e donne che garantiscono tutto questo…
Ciao A
@ alessandro
nel mio primo post l’ho detto; è una vicenda positiva, non una vergogna nazionale (e ci mancherebbe). e non capisco cosa c’entri qui la livia turco (mai in vita mia mi vedrai difendere livia turco, su questo puoi scommetterci quel che vuoi). mi son solo chiesto: sono proprio questi gli esempi di cui non si può fare a meno? e ho risposto, e mi sono risposto, che no, non mi pare chela vicenda della versace sia tale da rappresentare, nientemeno, un esempio. e ho chiuso notando che se i riferimenti ultimi diventano questi (ripeto una persona, da quel che par di capire, benestante, che si serve dei suoi mezzi per superare un trauma; cosa che tutti farebbero, se disponessero di mezzi adeguati), e ne vengono ignorati, tralasciati, a volte anche un po’ offesi, altri, io dico che si sta un po’ sbagliando strada, ecco. tutto qui…
@Scalfarotto
La toppa è peggio del buco. Chiudiamola qui che fai miglior figura.
@altri
Nessuno se la prende con Giusy; ci mancherebbe altro, soprattutto dopo che si è avuto modo di provare il calore della solidarietà tra chi vive grandi sofferenze.
Quello che sinceramente fa perdere le staffe è vedere catalogato come “asprezza e rancore” il disagio sociale di chi vive direttamente od indirettamente malattie devastanti.
Fa paura piuttosto che venga classificata come semplice invidia sociale un segnale tanto evidente di malessere.
C’è da aggiungere una cosa. Premesso che le protesi”normali” sono fornite dal Servizio Sanitario Nazionale a chiunque abbia subito l’amputazione di arti, in tutta questa polemica, non è neanche chiaro se le protesi al carbonio Giusy le abbia in virtù della sua ricchezza, oppure (cosa molto probabile) in virtù della sua incredibile bravura in atletica leggera, ottenuta solo grazie alla passione e all’immenso sacrificio. Vi consiglio di leggere la sua storia.
@jacopo, la turco c’entra perché le pezzo si diceva che dopo l’assemblea nazionale e le mille chiacchere sentire l’intervista alla Versace era stato un reality check su cui riflettere… Poi continuò a non capire, in che modo la presunta ricchezza della Versace, alla quale mentre vedevo l’intervista non ho proprio pensato, non la fa diventare un esempio? Boh, mi sembra razzismo al contrario… Ma sarà un problema mio… Sbagliamo? Sarà ma mi sembri quel tale contromano sull’ autostrada, accende la radio e sente: un pazzo va contromano sull’A1, lui “uno? So centomila” 😀
Ciao A
pazzo? può essere, anzi lo prendo come un complimento! diciamo che questa storia della versace mi sembra una storia normalissima (che merita un salotto anche un po’ frivolo come quello della bignardi). positiva e normalissima. e che per me, ma credo per tantissimi altri (penso di essere in buona compagnia, sull’autostrada) che magari non frequentano questo blog, i veri esempi non sono questi (e ho cercato di far capire, senza linguaggio sboccato o altro, il perchè). ma è, ovviamente, una questione di punti di vista; diciamo che io non aderisco a questo tipo di modelli, ecco, che non ci trovo nulla di eroico, e che mi da anche un po’ fastidio la retorica. a te invece, evidentemente, piace così. ognuno si sceglie i suoi miti, per carità. solo che alcuni reggono la parte un po’ meglio di altri. e questo di cui parla il post con tono da estasi mistica e annessa rampogna stizzita contro i “rancorosi”, mi pare entri a pieno titolo in quegli altri…
boh Jacopo non capisco, e quando non capisco divento un po’ pedante e rompino 😀 vediamo di riannodare i fili della discussione:
Scalfarotto nel suo pezzo (non pazzo colpa del correttore) ha stricto “Una lezione di vita, non so come altro definirla. La capacità di vedere la luce anche tra difficoltà che sembrerebbero assolutamente insostenibili. Una caparbietà vitalissima e meravigliosa, la capacità insospettabile di vedere sempre la parte buona di tutto” e ancora “Per me, ancora con le tossine del ritorno dalla Direzione Nazionale e delle nostre attuali amare vicende politiche, è stato un violentissimo reality check. E quindi grazie a Giusy, di cuore”, insomma una posizione condivisibile, una giovane donna che sa reagire ad un fato cinico e baro e andare avanti. Un mito? No, tra l’altro non amo i miti, ma un esempio positivo sicuramente si. A questo si risponde “la storia di una donna di famiglia ricca che supera un’incidente grave riuscendo a trovare comunque una sua strada, è certamente una storia positiva, per carità, ma non può essere considerata una “lezione di vita”. io sinceramente non mi sento di aver niente da imparare da giusy versace” e ancora “elevare a esempio, a “lezione di vita”, la storia di una persona che subisce un incidente grave e riesce a venirne fuori molto meglio di altri grazie al fatto di disporre di mezzi che altri non hanno, non sembra esattamente un gran ragionamento”, insomma parrebbe che il benessere della Versace non la renda degna di essere un esempio per nessuno, tanto sono buoni tutti se hai i soldi a superare le sventure, come dire per me tagliato un po’ con l’accetta… Poi Zanna aggiunge “Se non sei nessuno, sarai destinato a marcire tra le piaghe in un letto”. Mah io resto sempre più basito perchè il centro è il denaro, non i servizi che mancano o la cultura dell’integrazione che vacilla. Ora io combatto ogni giorno con Inps, asl, educatori, cooperative, sostegni e disservizi vari, con la pensione di mio figlio tagliata e con le ore di assistenza falcidiate… Ma il mio essere borghese non mi aiuta particolarmente e ricordo ancora benissimo i giorni al Bambin Gesù, mio figlio operato a cuore aperto senz adover spendere una lira, le ore in terapia intensiva a fianco di Notai, operai, imprenditori, agrari, artisti e operai… genitori accomunati dalla malattia, altroché… nessuno ci ha chiesto il 740 o la professione, ho visto medici, infermieri, tecnici lavorare con forza e dedizione, debbo aver visto un’italia diversa dalla vostra… Temo che esistano entrambi e che nella malattia il denaro possa fare poco se non rendertela un po’ più facile…
ciao A
una ragazza che in un incidente perde due gambe, si rialza e reagisce, diventa atleta paraolimpica, non si butta giù e va a raccontare la sua storia e si attiva nel volontariato… Una storia normalissima… Può essere, anzi me lo auguro… Lo sai cosa è normalissimo? Che ad andrea amico di mio figlio autistico grave, che gira con un casco in testa perchè non si faccia male, tolgano il sostegno a scuola, che a matteo, che urla tutto il giorno abbiano chiuso la cooperativa che lo assisteva, che Bernardo su una sedia a rotelle, non sia consentito uscire di casa, per le macchine sui marciapiedi, che Giovanni in un letto, debba essere lavato e pulito per scongiurare le piaghe dalla moglie, perchè l’assistenza domiciliare non gli è stata riconosciuta… Potrei andare avanti, ah dimenticavo sono tutti abbastanza benestanti 😀 Ma una donna che ha un cognome impegnativo, che si rialza senza gambe e corre… Beh mica ha fatto poi niente di straordinario, non è merito suo, ma dei soliti privilegi italiani… Ma ragazzi, parlate sul serio? 😀
ciao A
Diamine, devo tornarci più spesso, qui.
In molti hanno detto le cose che penso. Di mio ci metto solo che credo di essere fortunato a vivere in un Paese dove mia moglie si è potuta far togliere un fibroma all’utero – se ricordo bene – pagando 10 euro di ticket e partorire gratuitamente in un Policlinico pubblico con un reparto di terapia intensiva neonatale che pareva un’astronave. Non è il paradiso e in Italia non è sempre così. Forse dovremmo soltanto cercare di difendere la fortuna che abbiamo di poter disporre di un Servizio Sanitario Nazionale che cura tutti. Quando la Sanità Pubblica va male, l’interesse è tutto di coloro che ce ne vorrebbe privare. Pare banale dirlo, ma Ivan Scalfarotto non lo vedo dalla loro parte.
Detto questo, letta la storia e vista l’intervista, mi sorge il pensiero che quando esci da una macchina con le gambe strappate finisci presto o tardi per mettere in ordine le priorità e trasformarti in una persona per la quale i quattrini hanno un’importanza relativa.
Grazie Ivan, non conoscevo la storia.
Non ho (ancora) visto l’intervista ma posso dire che il post mi e’ piaciuto tantissimo.
Bravo Ivan e grazie per il tuo impegno, la tua passione civile e la gioia di vivere e fare che riesci sempre a trasmettere.
niente, vecchio alessandro. dimostri coi tuoi post (educati, ed è giusto che sia così), che abbiamo modelli diversi. io con la sanità non ho avuto le esperienze che hai avuto tu: devo ancora compiere 25 anni, per ora pare che sia perfettamente sano, le persone care sono sane, i due nonni che ho potuto conoscere (gli altri due erano morti prima) se ne sono andati anziani e in fretta, qualcosa di doloroso ma di atteso, purtroppo. niente file agli sportelli per i ticket, niente scazzi con gli impiegati, niente notti insonni, niente lamenti da fare e niente persone con cui prendersela, niente di tutto questo, per ora e per fortuna. come ti ripeto, i miei riferimenti e i miei esempi sono altri, e non ne parlo perchè non mi va, perchè sono anche un po’ affari miei, perchè rifuggo questa retorica un po’ piangolenta alla maria de filippi (di cui la bignardi è la copia pseudo-cool e pseudo-trendy perfetta per la7). tanti anni fa, io ero piccolo ma tu eri già adulto, mi par di capire, sul pippo chennedi show corrado guzzanti faceva una parodia di un certo tipo di tv, intitolata “storie”; ecco, io credo che avesse ragione lui. il mio discorso non era nè personale sulla versace, e neanche si riferiva specificamente alla situazione di chi subisce un trauma. era più un discorso di tipo politico, volto a criticare questa mania di avere per forza dei miti (caso strano, fra l’altro, sempre col cognome importante) accompagnata da un giudizio, quello sì, ingiustificatamente livoroso, su chi, da una situazione (par di capire) di grande difficoltà e inascoltato dalla politica (e anche dalla bignardi, ma vabbè), si prova a dissentire (ed è una cosa che un po’ preoccupa, se tutto questo modo di pensare e di vedere le cose arriva da un esponente di un partito che si vorrebbe di sinistra). capisco che per te io sia un pericoloso miscredente, ma puoi rassicurarti: primo, perchè sei in ottima compagnia; secondo, perchè io in realtà sono innocuo.
e adesso buona notte, e auguri a te per tutto.
j
Beata gioventù… Io nei miei 45 ti debbo sembrare un dinosauro… Però vedi la giovane età non ti giustifica nell’arroganza, scusami Jacopo non voglio essere duro, ma i tuoi giudizi sono troppo recisi e privi di sfumature. La Versace è ricca e per questo non un esempio positivo. Io ti racconto i fatti miei e sono come la de filippi. Tu fai discorsi politici, noi ci piagnamo addosso! Insomma un sacco di certezze onsfiorabili… Sono in buona compagnia? Può essere, ma non mi consola nel vedere una persona intelligente come sembri, così arrabbiata e centrata nella convinzione che è tutto il solito magna magna… Per carità avrai anche i tuoi ottimi motivi… Ma vedi, il mio parlare di Martino, delle molte storie che la mia vita interseca ogni giorno, non è facile commozione o caso umano, ma guarda tu, precisamente un gesto politico! Anni fa nel mio girare per convegni e associazioni ho capito che il solo modo di comunicare, di superare il muro delle persone “normali” era passare dai numeri alle storie, a cominciare dalla mia di storia…
Auguri anche a te…
Ciao A
Fa un certo effetto leggere il tuo post e poi i commenti subito sotto. Non ho visto la strasmissione della Bignardi (era impegnato nell’ennesima riunione per capire che fare) e non ho letto i commenti di livore sui social, ma mi pare che lo “stile” sia lo stesso.
Purtroppo in un paese dove per 30 anni si è instillata l’idea che apparire è più importante dell’essere, l’avere giustifica qualsiasi modo di essere e che il denaro è l’unica livella meritocratica non sorprende che quando qualcuno decide scientemente di polemizzare utilizzi queste leve per valutare cose del tutto diverse come “la felicità”.
La cosa che mi preoccupa alquanto è che nei commenti dei blog come sui social c’è un sacco di gente che non ascolta, che non vuole discutere, ma che semplicemente attacca a testa bassa insultando, utilizzando anche argomentazioni surreali.
A me che piace confrontarmi anche con chi mi è molto diverso, questa cosa intristisce molto perché alla fine della fiera se incontro dal vivo una persona così alla fine ci parlo, mentre sul web è impossibile.
Andrà a finire che riempiranno di rumore tutti gli spazi di discussione online. E forse è proprio questo l’obiettivo di tanto livore gratuito.
[…] ogni giorno: solo nelle ultime ore abbiamo letto di gente che si rallegrava di un suicidio, di altri che rinfacciavano privilegi a una combattiva donna che ha perso entrambe le gambe, e basta stare […]
@jacopo:
diciamo che questa storia della versace mi sembra una storia normalissima
spiegami allora cos’è eccezionale, interessante, utile, ispirante, consolatorio
spiegamelo
e poi spiegami per cosa vale la pena di darsi d’attorno
se non ascolti il cuore delle persone
se non ne percepisci la energia e la positività
dovunque stia
se ti annoia il salotto al punto che non vedi la persona
se, insomma, ascolti più il tuo “giudizio” sulla realtà
piuttosto che prenderne profondamente atto
allora, caro mio, di strada verso la comprensione e la compassione
la strada dei valori della sinistra, tanto pe dire
è ancora lunga per te
ma si sa un giovane in buona salute può (o forse deve) essere centrato su di sè e sull’affermazione di sè
verrà il momento della saggezza
tra un po’
non diperare
no, alessandro, non credo che tu sia un dinosauro. perchè dovrei? e non credo neanche di essere arrogante. ho solo detto come la vedo (e, davvero, non sono uno di quelli che pensano che è “tutto il solito magna magna”. andando proprio al sodo; non ho votato grillo e mi auguro di non votarlo mai! brutale ma chiaro). diciamo così; per il carattere che ho, da un lato sono poco portato a mettere in rete le questioni personali (fin qui niente di strano: io sono fatto in un modo, tu in un altro, e un’altra persona in un altro modo ancora); ma d’altro lato, ripeto, questa mitizzazione che bacia sempre, guarda caso, un certo tipo di persona, mi rende diffidente. e così, rispondendo a gmn, non credo assolutamente che ci sia qualcosa di tale da poter essere additato a “esempio” o “lezione di vita” in questa storia (“e adesso, storie!!!!”). come già ho detto, per me gli esempi da imitare, i riferimenti da seguire, le persone che hanno lezioni da dare, sono altri (e non mi pare, per questo, di dover essere additato come “rancoroso”). e se mi dici che il mio è egosismo (“affermazione di sè”, concetto vomitevole), allora sbagli proprio strada; e, quindi, te lo chiedo per favore, non interrogarti su quanta ne abbia ancora da percorrere io per capire i valori della sinistra (i miei esempi me li hanno già fatti comprendere e continuano a farlo tutti i giorni). se mi parli di una ragazza ricca che usa i suoi soldi per reagire a un trauma (io questo non lo so: ma nessuno di voi questo lo ha negato) allora io posso dire che lei fa bene a farlo, e ci mancherebbe. ma, personalmente, non mi sogno di parlare di lezioni nè di esempi. sarà che sono poco saggio; ma il sovrappiù di saggezza te lo lascio tutto volentieri; magari, se sei fortunato, trovi qualcuno che te ne compra un po’…
Intervengo solo per ringraziare punturo e gli altri che hanno avuto vicende molto dolorose nella loro vita ma, nonostante tutto, mantengono ancora un briciolo di umanità.
Siamo esseri umani, non dimentichiamolo, e se il sistema Italia è un disastro prendiamocela con quello, non con chi ha subito vicende molto dolorose e porta un cognome famoso.
Sono capitata in questo post dopo vie tortuose sul web, non conosco chi scrive, non conosco il suo blog. Non sono una che lascio spesso commenti sul web, ma questa volta mi sento obbligata perché sono esterrefatta.
Forse chi scrive che Giusy non è un esempio da citare non ha mai avuto a che fare con nessuno che ha perso l’uso delle gambe e che è bloccato su una sedie a rotelle. Purtroppo la difficoltà maggiore da affrontare non è solo il non potersi più muovere liberamente, ma il blocco psicologico. Molte persone reagiscono chiudendosi in sé stessi, non uscendo più di casa, vergognandosi della loro situazione. Pensando che la vita è finita, che non potranno più gioire di nulla, che non ci sarà più nessuno disposto ad innamorarsi di loro. Spesso continuano a vivere piangendosi addosso, trovando nella loro disabilità una giustificazione per non vivere più. Ben vengano gli esempi di Giusy Versace e di Alex Zanardi se possono aiutare chi è su una sedie a rotelle a ritrovare un po’ di voglia di vivere. Uno può essere anche ricco, ma se non ha la volontà di vivere, a nulla gli serviranno i suoi soldi, saprà solo lasciarsi andare.
Ben vengano questi esempi se servono a mettere anche solo un briciolo di entusiasmo in tanti giovani che scoppiano di salute, anche benestanti, ma ai quali, proprio per questo, manca il gusto di vivere e di lottare per meritarsi le cose.
Aggiungo che ho conosciuto e lavorato con Giusy quando era solo una delle tante neolaureate che cercava di costruirsi una strada lavorativa e la volontà non le mancava nemmeno allora. Era una gran lavoratrice, instancabile ed energica. Non ho mai nemmeno saputo che fosse parente di Versace. Nell’ambiente lavorativo, che era di quelli anche molto “pettegoli”, la cosa non è mai stata menzionata, tanto che ho anche qualche dubbio che sia vero o magari la parentela è piuttosto lontana. E comunque stiano le cose non trovo giusto che il valore di quello che è riuscita a fare dopo l’incidente ne debba uscire sminuito per il cognome che porta.
E poi lasciatemi aggiungere che, anche per chi non ha una famiglia danarosa alle spalle, il sistema sanitario italiano offre molto. Ora vivo in Thailandia ed ho dovuto pagare l’equivalente di 500 euro per fare il vaccino antirabbica a mio figlio aggredito da un cane randagio. Ha dovuto inoltre subire un piccolo intervento e proprio quel giorno la nostra carta di credito non funzionava. Fino a che non hanno avuto i soldi in contanti in mano non hanno nemmeno preso in considerazione il fatto di effettuare comunque l’intervento. In Cina, dove ho vissuto 3 anni, se non hai un’assicurazione sanitaria magari non ti fanno morire per strada, ti salvano comunque, ma poi ti presentano un conto assai salato. E anche nella civilissima America è così.
L’Italia ha sicuramente tanti problemi, molti burocratici, e capisco le difficoltà che incontrano le persone con problemi reali di salute. Ma uno dei problemi dell’Italia è purtroppo proprio il bisogno costante di noi italiani di lamentarci continuamente di tutto. Smettiamo di lamentarci, rimbocchiamoci le mani e facciamo ridiventare l’Italia un paese di cui essere fieri che, all’estero, sempre più spesso ci tocca di vergognarci di essere italiani! Pagherei oro per sentir parlare oltreoceano di Giusy Versace e di tutte le persone che lottano come lei per una vita migliore, piuttosto che di festini, escort, furbetti che si appropriano dei soldi del partito…Quasi ci tocca rimpiangere quando eravamo associati solo a mafia e spaghetti alla bolognese!
mi fa piacere che ci siano persone disabili che riescano a vivere una vita normale combattendo tutti i giorni con grosse dificolta. ma una volta capito da parte del disabile che bisogna andare avanti….i soldi poi servono di piu che a normodotati.