Ho firmato la proposta di legge popolare per l’abolizione dell’ergastolo. Se alla fine sarò assegnato, come spero, alla Commissione Giustizia, una delle cose di cui vorrò occuparmi è l’attuazione dell’articolo 27 della Costituzione.
Art. 27.
La responsabilità penale è personale.
L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.
5 risposte a “Articolo 27”
Tutto questo ti fa onore e sono con te in questa battaglia di civltà.
Vorrei però capire il punto di vista del PD sulla famosa “legge anti corruzione” su cui si è detto di tutto e fatto praticamente niente.
In particolare, citi un principio sacrosanto basato sull’art. 27 “L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.”
Come si coniuga questo principio con il restiling della legge anti corruzione (chiesto da più parti nel PD),visto che molti giuristi hanno detto che in presenza di un imperativo come quello delll’art.27 2° comma, nulla potrebbe essere aggiunto di più restrittivo; anzi qualora lo fosse, sarebbe impugnabile immediatamente innanzi alla Consulta.
Da ultimo la mia opinione: non credo che la legge anti corruzione serva a nulla,men che meno a rilanciare l’economia. E’ una delle tante leggi trappola “contra personam” per mettere alla porta Berlusconi.
Penso che veramente urgente sia una norma sul conflitto di interessi: e non solo quello berlusconiano, ma soprattutto quello di tutti i componenti dei CDA di banche e partecipate pubbliche che sono serenamente seduti in CDA di aziende concorrenti o addirittura (nei casi più spudorati) nelle authorities che quei mercati dovrebbero controllare. E tu che in banca hai lavorato sai a cosa mi riferisco.
Che ne pensi?
Io con la legge popolare per l’abolizione dell’ergastolo ci andrei piano. Anzi, pianissimo. Anzi, non mi muoverei nemmeno e starei fermo dove sono.
Esistono crimini che giustificherebbero la pena di morte: figuriamoci dunque se non giustificherebbero ALMENO l’ergastolo.
A un Osama Bin Laden ( o a qualcuno dei suoi fanatici seguaci) Lei, onorevole, cosa comminerebbe: 20 anni di galera con la possibilita’ di uscire, RIABILITATI dopo 10 anni di buona condotta?
Se questa Leegge “civilissima” fosse stata in vigore ai tempi del Processo di Norimberga nei confronti dei generali nazisti che avevano programmato lo sterminio di milioni di innocenti ( esattamente come oggi farebbero, se ne avessero la possibilita’, gli islamisti fondamentalisti che “pregano” nelle moschee del decadente e infedele Occidente) oggi quei RIABILITATI signori di religione hitleriana si starebbero godendo da decenni la “meritata” pensione circondati da frotte di ariani nipotini.
Ma anche senza ricorrere ad esempi cosi fragorosi, spero che Lei e i firmatari di questa Legge che di “popolare” non rispecchia assolutamente nulla, non pensiate che sia meritevole di “riabilitazione” e di ” riconquista della liberta’ ” dopo la giusta, lunga, severa ma limitata detenzione, qualche leggendario “serial killer” americano colpevole di dozzine di premeditati omicidi o qualche fanatico neo-nazista e fondamentalista cristiano norvegese che pianifica l’eccidio di un centinaio di innocenti.
Forse Lei pensa che, essendo “MATTI”, questi pazzi criminali avrebbero bisogno di cure amorevoli in quegli istituti specializzati con giardino per le passeggiate dove, accompagnati da premurose infermiere preoccupate che il porello prenda le medicine e tanta aria fresca, aspettano pazienti e sereni, respirando il profumo delle rose di Maggio la sicura riabilitazione che prima o dopo verra’ inevitabilmente certificata dagli “esperti”.
Io, NO! Io la penso diversamente.
L’egastolo, secondo me, quando ce vo’…ce vo’ !
Ho avuto il privilegio di essere uno studente di Aldo Moro, e conservo ancora gli appunti dalle lezioni. Quando tenne la lezione su Pena di Morte ed Ergastolo, Aldo Moro disse questo riguardo all’ergastolo: “La logica che presiede al rifiuto è quella di considerare l’ergastolo come una pena di morte dilazionata nel tempo. Ergastolo significa la fine della speranza.
Nella pena di morte si perde l’uomo fisicamente, nell’ergastolo si perde l’uomo civilmente, nel contesto di una sanzione che non gli lascia la speranza di tornare nella vita sociale.
L’atto criminoso e la morte del reo vengono legati tra di loro mediante una pena perpetua, e per questo possiamo affermare che l’ergastolo è più crudele della pena di morte.
Nell’ergastolo il soggetto ha il tempo di pentirsi, ma senza speranza di potere riprendere il rapporto con gli uomini.
La funzione di rieducazione è resa discutibile dalla sovrabbondanza del tempo allo sbocco del quale c’è la morte e non la vita” (19 febbraio 1975)
Egregio CARLO T..
QueLLE sagge parole Aldo Moro le diceva prima di essere sequestrato e ucciso freddamente e vigliaccamente dalle Brigate Rosse.
le Brigate Rosse, per i giovani Italiani di oggi che non sanno neanche chi fosse Aldo Moro, erano quei “compagni che sbagliavano” e che per i Comunisti del Partito Comunista Italiano, cioe’ il partito che dopo il crollo del Muro di Berlino, dopo un palingenetico processo di metamorfosi, contribui’, come dice l’on. Scalfarotto nel suo libro “Ma Questa E’ La Mia Gente”, alla nascita del Pd, cioe’ …”la forza politica in cui sono confluite le due anime del riformismo italiano, quella socialdemocratica e quella democraticocristiana”.
Se avesse saputo la fine che i compagni che sbagliavano, oggi tutti RIABILITATI, gli avrebbero fatto fare sono certo che Aldo Moro, in quelle lezioni su “Pena di Morte ed Ergastolo” avvrebbe succintamente riassunto il suo pensiero nel seguente modo:
L’ergastolo, quando ce vo’, ce vo’!
RIVEDUTO E CORRETTO:
Egregio CARLO T.,
Quelle sagge parole Aldo Moro le diceva prima di essere sequestrato e ucciso freddamente e vigliaccamente dalle Brigate Rosse.
Le Brigate Rosse, per i giovani Italiani di oggi che non sanno neanche chi fosse Aldo Moro, erano per i Comunisti del Partito Comunista Italiano, cioe’ il partito che dopo il crollo del Muro di Berlino, dopo un palingenetico processo di metamorfosi, contribui’, come dice l’on. Scalfarotto nel suo libro “Ma Questa E’ La Mia Gente”, alla nascita del Pd, cioe’ …”la forza politica in cui sono confluite le due anime del riformismo italiano, quella socialdemocratica e quella democraticocristiana”, “compagni che sbagliavano”.
Se avesse saputo la fine che i compagni che sbagliavano, oggi tutti RIABILITATI, gli avrebbero fatto fare sono certo che Aldo Moro, in quelle lezioni su “Pena di Morte ed Ergastolo” avvrebbe succintamente riassunto il suo pensiero nel seguente modo:
L’ergastolo, quando ce vo’, ce vo’!