15 Maggio 2013

Dire di no

Appunti

Il mio post per Il Post.

Quando vieni posto davanti a una discriminazione puoi fare due cose: calare il capo o dire di no.

Quando il conducente dell’autobus le disse di cambiare posto, Rosa Parks avrebbe potuto portare ancora una volta pazienza. E invece disse di no, che lei sarebbe rimasta seduta in quel posto, perché la stanchezza delle sue gambe era uguale e identica alla stanchezza di qualsiasi altro passeggero di quell’autobus. Non cambiò posto e nel suo restare seduta affermò un principio che non valse solo per sé, ma per tutti quelli come lei.

Quando sono diventato deputato, mi è stato spiegato che ero sì un parlamentare, ma un pochino meno degli altri. Le mie prerogative erano quelle degli altri, meno qualcosa. Avrei potuto dire pazienza, risolvere in altro modo. E invece ho deciso di no. Ho deciso di chiedere che un parlamentare omosessuale non potesse che essere uguale a un parlamentare eterosessuale. Come ogni cittadino omosessuale dev’essere uguale, in ogni circostanza, a un cittadino eterosessuale.

Questo era il mio compito, in rappresentanza dei milioni di cittadini italiani gay, lesbiche, bisessuali e trans (e non solo loro, perché i diritti violati di una minoranza sono i diritti violati di tutti): non calare la testa e non accettare di essere considerato uno inferiore ai miei pari. La polizza sanitaria estesa (a spese del parlametare e senza aggravi di costo per l’erario) alla famiglia dei deputato gay e lesbiche è un precedente per il futuro. Ogni cittadino o cittadina omosessuale che in futuro dovesse diventare parlamentare, sarà riconosciuto uguale in dignità rispetto ai suoi colleghi.

Mi si dice: ma non hai fatto altro che accettare l’estensione di un beneficio che non è riconosciuto alla generalità dei cittadini. Vero. Però mi pare veramente specioso l’approccio di chi, per tagliare i costi della politica, pensi di cominciare (guarda un po’) proprio dall’assistenza sanitaria dei soli parlamentari gay. Se il tema è che i parlamentari guadagnano troppo, se debbano avere una polizza sanitaria o meno, questo è un problema distinto e separato che deve riguardare tutti i parlamentari. Chi pensa di cominciare con me, Zan o Lo Giudice sta in realtà dicendo che la nostra parità è un costo che non vale la pena sostenere. Perché questi diriiti dei gay, diciamolo, in fondo sono un lusso. In momenti di crisi, vorremo mica occuparci anche di questi gay?

La Camera dei deputati, non il circolo del tennis, ieri ha affermato per la prima volta la piena uguaglianza tra i parlamentari, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale. Questa è la notizia. Ora, per coerenza, deve affermare la stessa cosa per tutti i cittadini. E il passo di ieri è una tappa importantissima in quella direzione.

9 risposte a “Dire di no”

  1. AndreaB. ha detto:

    Bravo!

  2. renzo ha detto:

    Egregio Onorevole Dopo aver letto il suo post mi sono reso conto della mia cretinaggine e fessaggine ed invece Le devo dare atto della sua fine strategia politica. Complimenti !!!! Si, si è chiarissimo!!! Adesso, come lei dice chiaramente, solo perchè il parlamento ha creato il precedente con Lei, dovrà dire di si a tutte le coppie gay italiane. Wowwwww quanto sono fesso onorevole, io non ci avevo proprio pensato. Grazie, Grazie per questa sua genialata. Adesso tutti aspettiamo di avere a breve l’approvazione alla Camera della legge sui diritti delle coppie omosessuali. avendo la Camera creato il precedente con Lei. La ringrazio di vero cuore.

  3. Antonio M. ha detto:

    Per favore non parliamo di battaglia per i diritti civili, che credo possa e debba essere ben altra cosa. A chi dice che questa potrebbe essere una sorta di breccia, dicco solo che ad esempio i parlamentari conviventi hanno diritti equiparati alle coppie sposate, es. assistenza sanitaria, quota contributiva doppia, reversibilità della pensione… “basta che il partner dichiari di convivere “more uxorio” da almeno tre anni e la legge lo tratta come uno sposo legittimo” Regolamento di assistenza sanitaria integrativa dei Deputati, art. 2, lettera “d”

    http://www.radicali.it/sites/default/files/Regolamento%20Assistenza%20Sanitaria%20IntegrativaA.pdf

    Questo regolamento è attivo dal 1990 e non mi pare sia stato esteso a tutti i cittadini italiani. Ecco perchè quella di Scalfarotto non può essere definita un estensione di un diritto, ma di un PRIVILEGIO.

  4. STEFANIA ha detto:

    Ha ragione Onorevole, dovremmo dire NO! Noi cittadini, quali mandatari del vostro posto in Parlamento (che troppo volte appare come il circolo del tennis) dovremmo dire BASTA e ribellarci a questa politica che porta avanti le proprie battaglie mica le nostre! Sorrido quando leggo “Ogni cittadino o cittadina omosessuale che in futuro dovesse diventare parlamentare, sarà riconosciuto uguale in dignità rispetto ai suoi colleghi” Lei scherza?? Ahinoi non scherza affatto!!! Ogni cittadino che in futuro dovesse diventare Parlamentare! Mio Dio! Che sproloquio! Come se il Parlamento fosse uno sportello pubblico, come se si trattasse di un servizio erogato a chiunque. Utilizza il termine specioso come se noi avessimo voluto trovare forzatamente del marcio o chissà quale congettura! Specioso è il vostro continuo raggirare leggi, agguantare privilegi, ignorare mandati, bisogni, necessità comuni! E questo sarebbe il primo passo? I Governi passati hanno osteggiato qualunque iniziati che riguardasse i gay, le persone sedute oggi in quella bolgia di bagordi che voi ancora chiamate Parlamento, sono gli stessi che vi hanno dato la caccia come foste appestati ed ora che vi hanno concesso questo, credete davvero che la cittadinanza Italiana tutta verrà inclusa nel meraviglioso processo dei diritti Gay?? Ostico questo ragionamento non le pare? La cosa che più ci rammarica
    (e posso usare il plurale perchè il malcontento poco celato che continuate ad ignorare credo sia comune a molti) è la poca o addirittura nulla considerazione della nostra opinione, della nostra voce, delle nostre neecessità, come fossimo sudditi! Si vergogni Onorevole e abbia la bontà di fare silenzio di fronte a tale spudoratezza.

  5. […] Che il PDL (e buona parte del PD) possano mantenere la linea in futuro non ci crediamo neanche un po’. Ma speriamo che Scalfarotto abbia il polso della situazione in Parlamento quando dice: […]

  6. Stefano ha detto:

    Quindi lei sta dicendo che è contento di non essere meno di un deputato eterosessuale, ma pazienza se, in questo momento, è più di un’altra persona omosessuale?
    Tanto quelli possono aspettare?

    Mettiamola così: se avete fretta, tribolate voi, fate carriera, fatevi eleggere e così finalmente potrete fare le vostre battaglie e magari fare da test, tipo una 10ina di anni, per vedere se la cosa funziona.

    Come ho già detto, le battaglie si combattono e si vincono per gli altri, quelli che ti hanno eletto e che, poveri sfigati, loro queste cose se le sogneranno. E per rispetto verso la loro condizione, un minimo, la prima volta che potrai usufruire dell’assistenza sanitaria per il tuo compagno, ricordati almeno di arrossire un poco.

  7. Enzo ha detto:

    Inviterei i critici di Ivan a immaginare per un attimo di trovarsi al suo posto. Entrate negli uffici della camera e nelle varie cose burocratiche che dovete fare c’è anche quella di fornire i dati della propria situazione famigliare per essere assistito da una polizza sanitaria (obbligatoria) a proprio carico. Vi fermate un attimo e pensate: questa polizza è un privilegio inaccettabile della “casta” non posso rinunciarci, ma non chiederò di estenderla al mio compagno perchè sarebbe un privilegio di un privilegio. Ecco farò proprio così, ma……..ma cosa dico al mio compagno? Gli dico che non esiste? Che lui ha valore per me fino a che non entro in parlamento dove c’è qualcosa di più importante: cancellare i privilegi, e ,chiedere che lui sia riconosciuto mio compagno di vita seppure come beneficiario di una polizza sanitaria, sarebbe un inqualificabile privilegio. Già ma cosi facendo gli dico di continuare ad essere nessuno agli occhi del mondo. Meditate gente che parlate di privilegi.

  8. La nostra proposta: “Ottenuta questa importante vittoria, rinuncino alla copertura sanitaria per il partner finché la Camera dei deputati non proclami (attraverso il voto favorevole al riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso) che sono uguali, senza distinzioni basate sull’orientamento sessuale, tutti i cittadini, non solo i parlamentari. Portando dentro il Palazzo la grave divisione discriminante tra cittadini eterosessuali e cittadini omosessuali che impera fuori dal Palazzo, si potrà denunciare con limpidezza e rigore l’ipocrisia della politica italiana: se il Palazzo oggi proclama un principio di uguaglianza limitato, i parlamentari gay siano la prova vivente che quel principio, proprio per colpa di quel palazzo, in realtà è violato ogni giorno” (Deputati, rinunciate alla copertura per il partner!)

  9. luca ha detto:

    ??? “Quando vieni posto davanti a una discriminazione puoi fare due cose: calare il capo o dire di no” ???
    Bel proclama, peccato che tu usi questo slogan adesso che ti fa comodo mentre lo hai avversato quando si trattava (e si tratta) di lavoratori discriminati attraverso demansionamenti, demansionamenti e mobbing che tu vorresti favorire attraverso l’abrogazione delle tutele reali dei lavoratori italiani, sostituendole con due spicci di risarcimento ma VERGOGNATI tu e quell’altro avido, arrivista dietro il quale corri: matteo renzi. Mi viene in mente lo sketch di Guzzanti che fa l’imitazioni di Bertinotti: “il PD ormai NON difende più i lavoratori ma solo qualche rara specie di felce ecc…”.Ma prendiamo ad esempio il caso di un lavoratore omosessuale, pensi forse che in una grande azienda in cui sia presente un sottocapo omofobo questi possa dichiarare espilicitamente (magari anche davanti a un giudice del lavoro?) di aver demansionato un lavoratore perché gli era antipatico o omosessuale? Piuttosto è evidente che lo demansionerà trovando mille pretesti, dopo avergli reso la vita impossibile; infine, l’azienda farà il lavoro sporco, tentando in ogni modo di licenziarlo e proprio GRAZIE A GENTE COME TE, il lavoratore omosessuale (antipatico al suo capo) riceverà in cambio del licenziamento un risarcimento da fame, due spicci invece della giusta che era stabilita dal precedente art. 18. Non so tu, ma noi italiani LAVORIAMO IN AZIENDE ITALIANE il paese più corrotto (e omofobo) d’Europa, pieno di dirigenti d’azienda bugiardi, iniqui e umorali. Non so sei ingenuo o più semplicemente un crudele opportunista…