Il mio intervento in Commissione Giustizia, durante l’audizione del Ministro Anna Maria Cancellieri.
Grazie per la parola, Onorevole Presidente, e grazie per la Sua relazione, Onorevole Ministra.
Le materie delle quali Ella ci ha parlato non possono che essere un elemento centrale e strategico dell’opera di modernizzazione del Paese che ci attende. I nostri concittadini e le nostre imprese si aspettano dalla giustizia risposte rapide e certe. Così come si aspettano, anche e soprattutto in un periodo di profondissima crisi economica, che al centro del nostro lavoro oltre al diritto, al singolare, ci siano i diritti, al plurale.
Diritti umani e diritti civili. Emergenze quali la vita nelle carceri, la violenza contro le donne, la riforma del diritto di famiglia, la piena dignità delle persone e delle coppie omosessuali sono materie nelle quali il nostro paese è da troppo tempo, dolorosamente, in ritardo.
Dovremo quindi senza indugio approvare leggi importanti che il Paese ci chiede da tempo a gran voce e la comunità internazionale si aspetta da un grande Paese come l’Italia. Ne cito qualcuna: l’introduzione del reato di tortura; il contrasto forte al femminicidio (anche attraverso una discussione parlamentare sugli strumenti legislativi per dare sostanza alla convenzione di Istanbul che va immediatamente ratificata) così come il contrasto all’omofobia e alla transfobia, attraverso l’estensione della Legge Reale Mancino all’odio omofobico e transfobico; divorzio breve e riconoscimento di diritti ai conviventi che liberamente decidano di non sposarsi; il pieno e ugualitario riconoscimento delle coppie omosessuali – che sono ancora oggi un gruppo consistente di cittadini a pieni doveri ma a diritti diminuiti – e la piena tutela dei figli nati in quelle coppie. Bisognerà rinnovare la legge 164/82 sulla rassegnazione anagrafica delle persone transessuali che a distanza di 30 anni dalla sua promulgazione richiede di essere urgentemente aggiornata.
Si tratta di temi, si badi bene, non solo legati a elementi di crisi sociale ma sono tutte questioni di forte contenuto politico, perché tutte declinazioni del tema politico per eccellenza, che è il tema della disuguaglianza.
Per questo sarà fondamentale avere un approccio coraggiosamente riformatore e moderno, dovremo dimostrarci cittadini del nostro tempo e colmare l’inspiegabile divario che ci separa dalle nazioni più avanzate. Non ho sentito parole da parte sua su questi temi, quest’oggi, così come non ne udii dal Presidente del Consiglio nel discorso col quale richiese a questa Camera la fiducia al suo governo.
Eppure questo improcrastinabile lavoro, che più di “modernizzazione” mi viene da definire di “civilizzazione”, sarebbe grandemente facilitato dal decisivo supporto del Governo che Ella oggi qui autorevolmente rappresenta. E penso anche al ruolo fondamentale della Ministra per Pari Opportunità, Senatrice Josefa Idem, che chiedo alla Presidente Ferranti di invitare al più presto ad essere audita dalla nostra commissione.
Mi aspetto tuttavia che questo Parlamento, così rinnovato e con una così importante presenza femminile, possa in tutti i casi giocare, nella sua sovranità e indipendenza, un ruolo storico nel riallineare finalmente la nostra legislazione alla mutata struttura delle nostre famiglie e della nostra società nel suo complesso.
Istituzioni incapaci di interpretare la realtà del Paese sono istituzioni meno rispettate e amate, istituzioni che lasciano a terra una parte importante del proprio prestigio. Dando risposte su questi temi, Governo e Parlamento avranno davanti a sé una grande occasione per recuperare almeno una parte di questo prestigio perduto.