La Corte Suprema Usa sui matrimoni gay: una sentenza storica
Il mio post per L’Huffington Post.
Una giornata storica. Una sentenza storica. Le decisioni della Corte Suprema americana sono spesso state dei veri e propri spartiacque nel settore dei diritti civili: segregazione razziale, aborto, libertà di parola. E con la decisione di oggi, con la quale la Corte ha dichiarato contrario alla Costituzione il Defense of Marriage Act (DOMA), si è sicuramente posta una pietra miliare nel cammino verso la piena uguaglianza delle persone e delle coppie omosessuali, non solo negli Stati Uniti ma nel mondo.
La Corte ha stabilito, con una maggioranza di 5 a 4 (il giudice conservatore Kennedy si è schierato con i progressisti) che il DOMA, nel definire il matrimonio solo quello che può essere concluso tra un uomo e una donna, “costituisce una privazione della libertà delle persone che è protetta dal quinto emendamento”.
Questa decisione nel paese più potente e ricco del mondo io credo sia destinata a creare un’onda che non potrà che infrangersi prima o poi da questa parte dell’Atlantico. Sponda dove, in verità, Italia a parte, le cose non vanno certamente male. Però l’America è l’America e l’influenza culturale che gli Stati Uniti esercitano finirà senz’altro con il fare la differenza molto più di quanto non possano avernfatto i nostri partner europei.
Certo, sarebbe auspicabile che la politica italiana uscisse autonomamente dal letargo nel quale si trova. Sempre più spesso i Tribunali e le Corti si stanno pronunciando a favore di un’estensione di diritti sostanziali alle famiglie omosessuali e, presto o tardi, avremo un giudice anche a Milano o a Roma come oggi c’è stato a Washington.
Se così sarà, sarà un buon giorno per le persone gay e lesbiche di questo paese, ma anche il giorno dell’ennesima sconfitta della politica in Italia. L’auspicio è che questo Parlamento, così rinnovato e con così tante donne, sappia dimostrare uno scatto d’orgoglio e riportare autonomamente l’Italia nel ruolo che le spetta tra i paesi più civili e avanzati del pianeta.
Una risposta a “La Corte Suprema Usa sui matrimoni gay: una sentenza storica”
Bene. Un altro passo avanti.
Pero’ mi aspetto dalla Corte Suprema americana un altra “storica” sentenza: l’Abolizione della Pena di Morte attraverso una “Dichiarazione di Incostituzionalita’.
La pena di morte in America e’ tuttora in vigore in 35 Stati attraverso il metodo dell’impiccagione, l’iniezione letale, la fucilazione, la sedia elettrica e la camera a gas.
L’unica dichiarazione della Corte Suprema americana sul tema della pena di morte e’ stata finora quella sulla “incostituzionalita’ del modo in cui viene applicata”. Cioe’ sulla crudelta’ della sua applicazione perche’ viola l’Ottavo emendamento della Costituzione americana.
Fino all’anno scorso erano piu’ di tremila i detenuti aspettano, in una situazione di estrema crudelta’ psico-fisica molto simile alla tortura, di sapere quando e se verranno giustiziati.
La Supreme Court americana finora non ha MAI sentenziato che la pena di morte fosse “per se” incostituzionale.
Un fortissimo ritardo rispetto tutte le altre democrazie liberali dell’Occidente che l’hanno abolita ormai da decenni. Italia inclusa.