Mi limito a copiare e incollare le agenzie di questa mattina sulla condanna dell’Italia della Corte di Giustizia dell’Unione Europee, che dicono tutto da sole. Un’altra emergenza in tema di diritti e la dimostrazione che da noi proprio non si riesce a capire che un paese che costruisce sulle differenze è un paese migliore. Anche dal punto di vista economico.
++ UE: CORTE BOCCIA ITALIA PER NORME SU LAVORO DISABILI ++
MISURE ADOTTATE NON OFFRONO GARANZIE SUFFICIENTI
(ANSA) – BRUXELLES, 4 LUG – La Corte di giustizia Ue ritiene
che l’Italia non abbia adottato tutte le misure necessarie per
garantire un adeguato inserimento professionale dei disabili nel
mondo del lavoro e la invita a porre rimedio a questa situazione
al piu’ presto. E’ quanto stabilisce la stessa Corte in una
sentenza emessa oggi.(ANSA).
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UE: CORTE BOCCIA ITALIA PER NORME SU LAVORO DISABILI (2)
(ANSA) – BRUXELLES, 4 LUG – Per la Corte, l’Italia ”e’
venuta meno agli obblighi” derivanti dal diritto comunitario a
causa di un recepimento incompleto e non adeguato di quanto
previsto dalla direttiva varata alla fine del 2000 sulla parita’
di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro.
Una norma con la quale e’ stato stabilito un quadro generale di
riferimento per la lotta alla discriminazioni delle persone
diversamente abili.
I giudici europei hanno in sostanza accolto i rilievi mossi
all’Italia dalla Commissione Ue nella procedura d’infrazione
conclusasi con il deferimento alla Corte di giustizia del nostro
Paese poiche’ ha ritenuto insufficienti le garanzie e le
agevolazioni previste a favore dei disabili in materia di
occupazione dalla normativa italiana.
In particolare, secondo Bruxelles, le norme nazionali non
riguardano tutti i disabili, tutti i datori di lavoro e tutti i
diversi aspetti del rapporto di lavoro. Inoltre, l’attuazione
dei provvedimenti legislativi italiani e’ stata affidata
all’adozione di misure ulteriori da parte delle autorita’ locali
o alla conclusione di apposite convenzioni tra queste e i datori
di lavoro e pertanto non conferisce ai disabili diritti
azionabili direttamente in giudizio.
La Corte ha ora stabilito che gli Stati membri devono
prevedere l’obbligo, per i datori di lavoro, di adottare
provvedimenti efficaci e pratici (sistemando i locali, adattando
le attrezzature, i ritmi di lavoro o la ripartizione dei
compiti) in funzione delle esigenze delle situazioni concrete,
per consentire ai disabili di accedere a un lavoro, di
svolgerlo, di avere una promozione o di ricevere una formazione,
senza tuttavia imporre al datore di lavoro un onere
sproporzionato.
Dopo aver esaminato le varie misure adottate dall’Italia per
l’inserimento professionale dei disabili la Corte ha concluso
che tali misure, anche se valutate nel loro complesso, non
impongono a tutti i datori di lavoro l’adozione di provvedimenti
efficaci e pratici, in funzione delle esigenze delle situazioni
concrete, a favore di tutti i disabili, che riguardino i diversi
aspetti delle condizioni di lavoro e consentano loro di accedere
ad un lavoro, di svolgerlo, di avere una promozione o di
ricevere una formazione. (ANSA).
2 risposte a “Norme sul lavoro delle persone diversamente abili: condannata l’Italia”
Come dissi ad una amica femminista, non è che l’Italia ce l’ha con le donne per motivi particolari, è che in Italia manca la cultura della diversità, del pluralismo… in tutti i sensi.
A proposito di diritti, ma per i fatti kazaki che sono emersi non sarebbero da chiedere le dimissioni del Ministro degli Interni?