Diritti civili in Russia – Interrogazione al Ministro degli esteri
La mia interrogazione al Ministro degli esteri, la risposta di Lapo Pistelli (viceministro) – testi qui di seguito – e la mia replica in aula.
12-07-2013
Iniziative volte a contrastare la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere in Russia
Ivan Scalfarotto
(3-00206)
Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che:
gli organi di stampa hanno dato notizia che domenica 30 giugno il Presidente russo Vladimir Putin ha firmato legislativo una legge contro la cosiddetta «propaganda omosessuale», intendendosi per essa il semplice parlare di questioni o fatti che attengono alla vita delle persone omosessuali, anche sui media, quando la comunicazione o le informazioni possono giungere anche a minori di 18 anni;
sempre sulla stampa è stata data notizia che in occasione della manifestazione del Gay Pride di San Pietroburgo dello scorso 29 giugno si sono registrati violenti scontri tra attivisti LGBTI e gruppi anti-gay;
il 24 giugno 2013 il Consiglio dell’Unione europea ha adottato il documento n. 11492/13 recante «Gli orientamenti per la promozione e la tutela dell’esercizio di tutti i diritti umani da parte di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI)»;
sia l’Italia sia la Russia sono membri del Consiglio d’Europa e sottoscrittori della Convenzione europea dei diritti umani. Da ultimo con la raccomandazione CM/Rec(2010)5 del Consiglio dei ministri agli stati membri è stata avanzata la richiesta di adottare misure per combattere la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere;
la Corte europea dei diritti umani ha già condannato la Russia nel 2010 per aver violato la Convenzione, proibendo i pride che dovevano svolgersi a Mosca negli anni 2006, 2007 e 2008 –:
quali azioni intenda intraprendere per conto dell’Italia o quali iniziative sul piano diplomatico intenda farsi promotore presso altri Paesi per sollecitare la Russia ad abrogare la legge appena approvata e a garantire il rispetto dei diritti fondamentali delle persone LGBTI.
Seduta del 16 luglio 2013
Risposta del governo di Lapo Pistelli, Viceministro degli affari esteri, replica di Ivan Scalfarotto
Lapo Pistelli: Signor Presidente e colleghi, il Governo innanzitutto ringrazia dell’interpellanza dell’interrogazione, anche molto articolate, che sono state rivolte al Governo su questo tema per me molto delicato. Noi abbiamo seguito con costante attenzione sia l’iter sia l’approvazione, nella Federazione russa, della legge che testualmente vieta la diffusione di informazioni volte a formare nei minori orientamenti sessuali non tradizionali. L’entrata in vigore della normativa che si è recentemente perfezionata, rappresenta un vulnus per la libertà di manifestazione e di associazione della comunità LGBTI, ed apre probabilmente la strada ad altre limitazioni dei diritti umani, in particolare della libertà di espressione, in Russia. Questo provvedimento si inquadra – ahimè – in un più ampio novero di misure restrittive varate negli ultimi mesi nella Federazione russa, sui quali abbiamo fatto stato di preoccupazione anche per i riverberi negativi che queste possono avere sullo strategico partenariato bilaterale tra Italia e Russia. Proprio a causa del suo carattere universale, riteniamo innanzitutto, come del resto anche gli interroganti chiedono, che la questione debba essere in prima istanza affrontata nell’ambito dei fori internazionali, da quelli del sistema onusiano a quello a noi più vicino, cioè quello dell’Unione Europea. A questo riguardo abbiamo condiviso la dichiarazione con cui l’Alto Rappresentante UE per la politica estera, miss Ashton, lo scorso 20 giugno, proprio la data in cui uno dei due strumenti di sindacato è stato presentato, ha stigmatizzato i profili altamente discriminatori del provvedimento evocato ed ha sottolineato, col nostro pieno consenso, la contrarietà alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, ricordando alla dirigenza russa il dovere di rispettare gli impegni che essa ha assunto in sede internazionale, a partire dal Consiglio d’Europa, in materia di non discriminazione, di libertà di espressione, di associazione e di assemblea. Da questo punto di vista a noi sembra che il binario dell’Unione europea possa essere quello più efficace e suscettibile di produrre qualche risultato, poiché l’Unione europea può iscrivere questi interventi di sensibilizzazione e di pressione nel quadro istituzionale e concettuale del partenariato strategico che l’Unione ha con la Russia, che prevede consultazioni regolari, specifiche e periodiche anche sul tema dei diritti umani.
Per quanto invece riguarda i rapporti bilaterali, vorrei ricordare che, in occasione dell’ultima visita che il Ministro Bonino ha fatto a Mosca, il 15 giugno, ella ha sollevato l’argomento della protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali nei colloqui con il Ministro Lavrov, che poi erano quelli dedicati alla vicenda siriana come primo capitolo della visita. Alla luce dei consolidati rapporti di amicizia italo-russi e della franchezza di opinioni che caratterizza in genere il dialogo tra questi due Paesi, il Ministro ha assicurato la disponibilità ad avviare un confronto trasparente ed aperto sul tema. Come capite questo non comporta evidentemente un’assicurazione sull’esito, ma è un tema che la diplomazia italiana non manca di far notare nei colloqui bilaterali che abbiamo con le autorità di Mosca. Non mancheremo perciò di proseguire questa azione di sensibilizzazione verso le autorità russe sul rispetto delle libertà fondamentali, associandoci a quella che altri partner europei stanno facendo. Segnalo che nei prossimi mesi avremo già alcuni appuntamenti bilaterali nella nostra agenda: una ministeriale esteri-difesa, che è prevista a Roma il 6 agosto, e il vertice intergovernativo – più importante – che sarà ospitato a Trieste il 26 novembre. Quindi continueremo a seguire questa vicenda anche nell’ambito delle occasioni bilaterali appena richiamate.
In ambito europeo più generale, noi insistiamo in questa azione di sensibilizzazione della controparte russa, più in generale, fatemi dire, per attuare politiche mirate a un innalzamento degli standard di tutela dei diritti umani nel Paese.
Stiamo soprattutto svolgendo un’attività che segue questo filo rosso, cioè contrastare il consolidamento di una qualsiasi, che per noi sarebbe erronea, contrapposizione fra Russia ed Unione europea sul principio tutto presunto della cosiddetta «diversità di valori» che noi riteniamo non sussistere e, invece, riteniamo che il principio di universalità ed indivisibilità dei diritti umani debba essere condiviso qua come là. Anche in ambito delle Nazioni Unite abbiamo fatto lo stesso tipo di operazione, cioè un’azione mirata di mediazione tra le iniziative che la Russia ha presentato, sempre nel solco del principio dei cosiddetti «valori tradizionali», al fine di smussarle e ridurne le principali criticità.
Un’ultima considerazione, visto che in uno dei due testi, quello dell’onorevole Zan, si fa riferimento anche alle iniziative assunte dalla Germania di segnalazione nel vademecum per i turisti e coloro che frequentassero questo Paese. Rispetto all’obbligo di tutela dei cittadini omosessuali italiani che si recano invece in Russia, noi vogliamo ricordare questo: in linea generale, piaccia o non piaccia, è fatto obbligo allo straniero che visita un Paese diverso dal proprio di rispettarne le leggi e le normative interne. Le nostre sedi diplomatiche sono ovviamente sempre pronte a fornire assistenza a tutti i connazionali, però noi consigliamo alle cittadine e ai cittadini omosessuali la massima prudenza allorché si recano in Russia, perché la violazione di una disposizione normativa di un Paese straniero resta, infatti, tale a prescindere dal fondamento etico della norma contravvenuta – questo vale per la Russia come per qualsiasi altro Paese al mondo – rispetto al quale quindi è diritto e dovere del Governo rappresentare poi la propria posizione nei fori di dialogo e ai tavoli negoziali appositamente esistenti. Ma prima di arrivare a quello la nostra indicazione evidentemente è di avere comportamenti prudenti in questa materia.
Replica
Ivan Scalfarotto: Signor Presidente, signor Viceministro Pistelli, io mi dichiaro soddisfatto, ma con una profonda preoccupazione e con un grande peso nel cuore: una preoccupazione e un peso che riguardano la Russia, ma non soltanto la Russia. La sensazione è che ci troviamo, signor Viceministro, in un momento in cui i diritti umani non se la passano particolarmente bene: abbiamo ancora tutti quanti negli occhi i recenti eventi turchi. Io continuo anche ad avere una preoccupazione profondissima per tutto ciò che sta accadendo in Ungheria, all’interno dell’Unione europea, dove un Governo membro dell’Unione continua a tenere una linea politica, anche di modifiche costituzionali, che sembra inconciliabile con l’appartenenza all’Unione europea.
Mi riferisco ad una recente intervista anche di Martin Schulz allegata ad un noto quotidiano italiano, che diceva: sembra quasi più facile controllare un Paese che vuole diventare membro dell’Unione, piuttosto che un Paese che è già membro dell’Unione. Sembriamo essere così ficcanti quando arriva il momento di stabilire condizioni economiche, e così deboli e indifesi e incapaci di reagire quando, invece, ciò che viene messo a rischio sono le libertà dei nostri concittadini dell’Unione europea.
E se ci sono preoccupazioni per questi Paesi, la preoccupazione per la Russia è massima: io lo dico anche da persona che ha vissuto e lavorato in Russia per molti anni e da persona omosessuale, peraltro. Mi chiedo io stesso se oggi potrei vivere e lavorare Russia serenamente, con la mia famiglia, come è successo soltanto qualche anno fa, e temo che, forse, così non sarebbe. Il problema russo è molto ampio, come lei diceva.
C’è un problema legato alla libertà degli organi di stampa e c’è un problema legato al fatto che noi, ancora oggi, ci chiediamo chi abbia ucciso Anna Politkovskaja; quindi, le libertà democratiche sono, veramente, messa a dura prova. Lei faceva anche un accenno alla vicenda dei cittadini italiani. È vero che, ovviamente, quando visitiamo altri Paesi per turismo siamo tenuti a rispettare quelle che sono le regole interne, qualsiasi sia il fondamento che queste regole hanno, però è anche vero che la Russia è un Paese particolare, è un Paese che ha cercato con forza il proscenio internazionale. Noi sappiamo che nel 2014 la Russia ospiterà i Giochi olimpici di Soci; allora, penso che ci siano situazioni nelle quali si può anche dire che un turismo che non arriva, e quindi un flusso di persone che non arrivano, più essere un danno per il Paese che organizza una manifestazione così importante. Ora non si può pensare di conservare lo spirito olimpico decoubertiniano e allo stesso tempo minacciare una parte dei turisti e delle persone che visiteranno quel Paese.
Insomma, condivido con il collega Zan il fatto che probabilmente possiamo prendere delle posizioni un po’ più nette; certamente, i canali diplomatici li conosciamo e, sicuramente, il Governo sta facendo quanto deve per fare le dovute pressioni all’interno dell’Unione e della comunità internazionale; però credo e, veramente, faccio appello, in un certo senso, al track record, al passato del Ministro Bonino, che credo abbia una reputazione internazionale come persona attenta e appassionata rispetto ai diritti umani, per prendersi cura di tutto questo. Essere omosessuali in Russia, oggi, è veramente molto difficile. Chi si occupa dei diritti di quella minoranza, che non è una sparuta minoranza ma è una minoranza quantitativamente rilevante, lo fa a rischio della propria libertà e della propria incolumità personale. Questo comporta non soltanto una compressione del diritto di espressione e della libertà di manifestazione del pensiero, ma anche una compressione del diritto alla vita, a costruire relazioni sociali, a costruire il proprio amore e a perseguire il proprio progetto di vita. Penso che questo non possiamo accettarlo e mi aspetto dal nostro Governo che abbia una posizione di leadership, una posizione di avanguardia in questo senso e non soltanto che si accodi a quanto l’Unione europea e la comunità internazionale stanno facendo. Quindi, mi dichiaro soddisfatto ma l’aspetto ancora qui, Viceministro, per sapere come procede la cosa (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).