Nel periodico ricorrere dei guai della nostra compagnia di bandiera stiamo sperando che i franco-olandesi di AirFrance-KLM mettano mano al portafoglio, e sognamo addirittura che gli sceicchi di Ethiad trasformino coi loro petrodollari Alitalia in una di quelle compagnie orientali da sogno (o almeno in una specie di Turkish Airlines de’ noantri). Pur trattandosi di cose aeree, sarebbe bene non dimenticare che il pasticcio Alitalia fu una delle armi vincenti di Berlusconi alle elezioni 2008. Una manovra spericolata che mandò all’aria una trattativa avviatissima con AirFrance per lasciare Alitalia a una cordata di imprenditori amici, un sacco di personale per strada e tutti i debiti a noi contribuenti.
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
4 risposte a “Tra le nuvole”
Scalfarotto VADA A CASA, ha fallito, ha dimostrato di voler solo fare carriera e, questo, l’hanno capito tutti, soprattutto i GAY ai quali tanto avrebbe voluto risultare simpatico. Di politico ha solo quelle accezioni negative che il termine ha assunto in questi ultimi anni. Prenda qualche LEZIONE, sì, LEZIONE, dal Movimento5 Stelle.
On.Scalfarotto,
Capisco che dal suo personalissimo punto di vista l’idea di avere una compagnia di bandiera nazionale chiamata Alitalia sia un’idea “di destra”, “nazionalista” (magari anche un po’ fascistella), ma la stragrande maggioranza degli Italiani, nel 2008, vedeva di buon occhio i disperati tentativi di Benito Burlesquoni di salvarla dalla bancarotta e di rilanciarla “piu’ bella e piu’ forte che pria”.
E capisco anche, on.Scalfarotto, che per gli eredi dell’Internazionalismo Proletario e dell’Ecumenismo Cattolico (cioe’ le due anime del riformismo italiano, quella Komunista e quella Kattolika che abbracciandosi fraternamente hanno dato vita al “PIDDI”) , l’idea che Alitalia esca di scena per lasciar posto all’AirFrance-KLM (o ad una compagnia finanziata con i petrodollari dei reazionari, fascisti e bigotti emirati arabi) lasci totalmente indifferenti. Forse addirittura felici.
Ma agli Italiani che ancora sentono un po’ di sano amore patriottico dispiace che i disperati tentativi di Benito Burlesquoni e dei contribuenti italioti per rilanciare la nostra compagnia di bandiera si siano rivelati vani.
Tuttavia, on. Scalfarotto, con la dovuta delicatezza, vorrei ricordarle che 10 giorni fa, il 14 settembre, lei ha pubblicato su questo un blog un post dal titolo:
“Canary Wharf, 5 anni fa”
Era il 2008, l’anno in cui Benito Burlesquoni, nel mese di Aprile, caccio’ Prodi dal Governo promettendo anche il salvataggio/rilancio dell’Alitalia.
5 mesi dopo, il 15 Settembre del 2008, il mondo precipitava nella catastrofe.
Lei era a Londra e dieci giorni fa, su questo blog, ci ha raccontato come ha vissuto quello storico giorno:
“E’ stata la fine di un’epoca, la fine di un’illusione che ha provocato – anche a decine di migliaia di chilometri da Londra o da New York – danni, perdite e ferite. Ci sono giorni che cambiano la storia, il 15 settembre del 2008 è stato sicuramente uno di quelli….”
Sono parole sue, on.Scalfarotto.
Se lei si sforzasse di applicare un po’ di logica ai suoi ragionamenti arriverebbe alle mie stesse conclusioni: cioe’ che l’Alitalia (e l’Azienda Italia) per quanto corazzate fossero le biricoccole di Benito Burlesquoni, non poteva salvarsi dal naufragio universale.
L’Italia e il Resto del Mondo erano purtroppo nella stessa barca.
Ci sono giorni, come dice lei, che “cambiano la storia del mondo”. L’Italia fa parte del mondo.
Voglio sperare che lei non creda che Benito Burlesquoni potesse salvare l’Italia dall’improvviso e catastrofico collasso globale del settembre del 2008, 5 mesi dopo aver vinto le elezioni dell’aprile del 2008.
Un collasso originato, come dice lei stesso, nelle piazze finanziarie di Londra e New York. Cioe’ quelle piazze cosi rapaci, cosi ingorde e cosi criminali da far pensare che il Capitalismo fosse ormai arrivato al capolinea.
Se Lei, uomo di sinistra, per quattro anni, mentre respirava l’aria condizionata dei grattacieli di Canary Wharf e mentre “gestiva l’enorme talento umano chiuso in quelle torri…. persone di ogni nazionalità, spesso giovanissime, tra le migliori intelligenze che mi sia capitato di incontrare: cervelli veloci, pochissimi fronzoli e un’attenzione parossistica per il risultato….” non si e’ accorto che la bolla stava scoppiando, non capisco perche’ Benito Burlesquoni, ad Arcore, avrebbe dovuto accorgersi che di li’ a poco l’Italia sarebbe stata travolta dallo tsunami anglo-americano e quindi sarebbe stato impossibile per Sua Emittenza mantenere le promesse elettorali.
Anche lei, come me, sa che Benito Burlesquoni non e’ onnipotente. Anche se ha le televisioni.
Solo il Dio di Papa Francesco e’ onnipotente.
Ma neanche il Dio Onnipotente di Papa Francesco e’ riuscito a salvare il mondo dalla catastrofe !
E cosi, dopo 5 anni di enormi sofferenze, mentre decine e decine di milioni i giovani cercano disperatamente lavoro in Italia e nel Resto del Mondo, la crisi continua a mordere (Canary Wharf compreso), ma c’e’ ancora un sacco di gente che ne da’ la colpa a Benito Burlesquoni che non solo non e’ riuscito a salvare l'”Azienda Italia”, ma ha perso anche l’Alitalia.
Che vergogna!
io ero venuto per scrivere ma MAGARI come la turkish (il volo migliore che io ricordi), però vedo che qui tira una brutta aria quindi… fa nulla
Caro MAIO,
Forse la Turkish Airlines e’ la migliore compagnia aerea del mondo….no lo so….se lo dite voi…. ci credo.
Credo pero’ che l’on. Scalfarotto preferirebbe essere un parlamentare omosessuale nella nostra miserabile Italietta senza una compagnia aerea nazionale, piuttosto che sedere sugli scranni del parlamento turco e portare avanti i diritti omosessuali in quel bellissimo paese musulmano che tra le tante meraviglie vanta, si dice, una delle migliori compagnie aeree del mondo: la Turkish Airlines, quella che le ha fatto fare, signor MAIO, il miglior volo in assoluto.
Se poi vogliamo parlare anche delle prigioni della Turchia, cioe’ di quel paese che, si dice, vanta una delle migliori compagnie aeree del mondo e fa volare i suoi clienti in modo indimenticabile, posso confermare che la situazione e’ ancora quella rappresentata in quel film che narra di quel giovane americano scoperto con la droga all’aeroporto e sbattuto in carceri turche che definire “di livello turco” e’ un gentile, educato e politicamento corretto eufemismo.