Che fare adesso? La maggioranza delle larghe intese era stata imposta dal risultato elettorale, dall’impossibilità di formare una maggioranza diversa, dall’urgenza di fare cose come il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga o il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni. Una maggioranza indigesta ma, in teoria, indispensabile a non precipitare il paese nel caos di nuove elezioni con una legge elettorale che avrebbe probabilmente riproposto dopo il voto la stessa e identica situazione.
Una maggioranza di larghe intese, poi, si sperava avrebbe potuto fare cose difficili per un governo di una parte sola: riforme condivise, decisioni magari impopolari ma indispensabili per modernizzare l’Italia, provvedimenti da prendere – come succede con le grandi coalizioni – condividendo la responsabilità di provvedimenti difficili ma necessari in uno spirito di unità nazionale. Una maggioranza ampia avrebbe anche dovuto restituire autorevolezza all’Italia e un peso nelle trattative che contano a livello internazionale.
Tutto questo non è successo. Il governo è stato paralizzato da una contrapposizione che mai si è stemperata nella volontà di approfittare dell’eccezionalità del caso per mettere da parte la politica e costruire politiche per il paese, secondo la distinzione (politica/politiche) che Enrico Letta citò alla Camera il giorno della fiducia. Le quotidiane minacce di Brunetta ne sono state la dimostrazione più lampante.
E’ impensabile adesso fare le gravi cose che servono all’Italia con una maggioranza abborracciata e sostenuta da transfughi: l’occasione delle riforme e delle grandi decisioni in questa legislatura è persa per sempre. Una maggioranza di questo tipo non farebbe altro che vivacchiare fino alla prossima turbolenza e certamente gli osservatori e gli investitori internazionali non riconoscerebbero a un governo siffatto nessuna autorevolezza.
Ci sono due nodi però che non possono restare irrisolti: una legge elettorale che individui un vincitore chiaro alla chiusura delle urne e la legge di stabilità. Un paese che abbia ancora un piccolo lume di razionalità e di istinto di conservazione non può andare alle urne senza prima portare a casa questi due risultati. Il primo per evitare di ritrovarci dopo il voto disperatamente punto e daccapo. Il secondo per evitare che tra qualche giorno ci mandino qualcuno da Bruxelles per ritirarci, a buon diritto, le chiavi di casa.
12 risposte a “Due cose da fare, poi il voto”
Onorevole, lei ci mette impegno e passione e di questo la ringrazio. Ma un’ampia fetta di giovani ben informati ha un’unica speranza per questo paese, che è il suo timore in fondo al post: il commissariamento da parte di Bruxelles.
Davvero, lasciate perdere. E’ palese che questa classe politica non è proprio cosa. Sbagliare una volta va bene, due volte ci può stare, siamo al terzo giro di giostra dalla fine del governo Berlusconi nel 2011 e quasi nessuno dei temi importanti è stato toccato.
Ci avete provato, grazie. Ora per cortesia lasciate fare ai grandi: non approvate nessuna legge di stabilità,. andate da Barroso con chiavi e cappello in mano e chiedetegli per favore di pensarci lui.
Da ventiquattenne posso solo sperare che accetti!
Un’analisi condivisibile, alla quale manca tuttavia un cenno alle effettive cause della decisione assunta dal PDL di sfilarsi dal Governo. Sul punto, Lei parla sommariamente di “minacce del Brunetta” (che io ricordo essere attinenti ad argomenti di natura economica), mentre ignora un dato di fatto: il cd.”Lodo Violante” avrebbe evitato che la situazione precipitasse così rovinosamente. Berlusconi non ha chiesto al PD di salvarlo, ma semplicemente di consentire che la Corte Costituzionale valutasse eventuali profili di incostituzionalità della Legge Severino. L’atteggiamento pregiudiziale assunto dal suo partito sulla questione “decadenza” è la vera causa della crisi: come potevate credere che il leader del vostro principale alleato di governo venisse cacciato dal Parlamento ad opera vostra, e che la cosa non avesse delle conseguenze? Il fatto che Lei ancora oggi attribuisca alle “minacce del Brunetta” la crisi in cui il Paese sta precipitando, la dice lunga su “chi” sia davvero ansioso di andare alle urne, al punto da rigirare la “frittata” a suo piacimento…
PS: non mi pare che con il disegno di legge sull’omofobia si sia fatto troppi problemi a trovare dei “compromessi”…
Non posso NON essere daccordo con Vito.
Ogni Italiano che NON sia sinistramente ipocrita sa benissimo che le “minacce” di Brunetta erano solo accorati richiami alle DUE “conditio sine qua non” poste al momento della formazione del governo delle Larghe (e dis-attese) Intese: IMU e IVA.
Cioe’, in parole chiare e inequivocabili: meno tasse e piu’ soldi nelle tasche degli Italiani onde favorire una piccola ripresa del volano economico.
Dopo due mesi di patetiche slinguazzate sulle flaccide chiappette di quel fascistello di Grillo Giuseppe, quello che “oggi lo dice, domani lo nega”, Bersani Smacchiator di Giaguari dovette lasciare il pallino nelle mani di Napolitano il quale, dopo aver scelto, un paio d’anni fa, Monti Super-Mario-Nembo-Kid prima che da Bruxelles ci mandassero qualcuno per ritirare a Benito Burlesquoni le chiavi del Governo e trovandosi un anno e mezzo dopo le dimissioni di Benito Burlesquoni e la “terapia Monti” con un milione di disoccupati in piu’ e Benito Burlesquoni piu’ forte e frizzante che mai, con il consenso di Benito Burlesquoni, “vincitore” delle ultime elezioni per avere ancora una volta impedito il “trionfo” degli Smacchiatori, dei Rottamatori e degli Asfaltatori, il Nostro Amato Presidente decise di imporre ai “riformisti Katto-Komunisti” il governo con l’arcinemico Benito Burlequoni scegliendo il povero Letta con il compito di condurre la politica dei due binari: fingere di abbassare le tasse per far contento Benito Burlesquoni e poi, di notte, a cena con i “Poteri Occulti”, tramare per aumentarle.
Il giochetto delle “due carte” e’ finito. Com’era logico e naturale.
Le DUE cose da fare sono altre, onorevole Ivan Scalfarotto: Letta deve solo andare in Parlamento e dire che i DUE problemi, IMU e IVA sono stati risolti: l’IMU e’ abolita (ma abolita veramente) e l’aumento dell’IVA e’ annullato (ma annullato veramente).
I parametri di Bruxelles, la neo-eletta Merker, puo’ sempre infilarseli nel naso: l’Italia adottera’ “parametri” compatibili con una politica di rilancio economico e se questo richiedera’ qualche aggiustamento nei corridoi di Bruxelles, i cervelloni di Bruxelles sempre “euro-entusiasti”, dovranno abbassare la cresta e venire incontro alle esigenze dell’Italia.
I soldi, poi, quelli che servono per risanare le casse dello stato, si troveranno scavando nel pozzo degli 800 miliardi di spesa pubblica, come ci viene raccomandato da sempre: cominciando dalle spesine della Camera della signora Boldrini.
Se Letta facesse una dichiarazione di questo tono la crisi rientrerebbe subito, non ci sarebbe il Letta-bis con i neo-Komunisti di Vendola e i fascistelli/qualunquisti di Grillo, e Benito Burlesquoni continuerebbe la sua battaglia personale, sostentuto dalla solidarieta’ dei Burlesquones, contro la sua epurazione dalla politica italiana da parte di chi vorrebbe vincere e governare, ma non ci riesce perche’ tra le palle si ritrova da vent’anni quella piattola di Benito Burlesquoni. E da vent’anni non riesce a sbarazzarsene nonostante l’uso di smacchiatori, di rottamatori e di asfaltatori.
Oggi l’opportunita’ di sbarazzarsi dell’arcinemico viene offerta ai Katto-Komunisti su un piatto d’argento grazie alle “definitive” sentenze della Magistratura.
Dove non arrivano le consultazioni elettorali arriva la Magistratura: l’occasione per i Katto-Komunisti e’ troppo ghiotta per non essere colta.
Potete rigirare la frittata come volete, ma gli Italiani pensano che il governo e’ caduto NON perche’ benito Burlesquoni vi ha tolto il tappeto dai piedi per vendicarsi delle sentenze della Magistratura, ma perche’ gli accordi IMU e IVA NON sono stati rispettati costringendo Benito Burlesquoni ad uscire dal governo e aprire la crisi. Aprendo per voi Katto-Komunisti un’altra opportunita’ elettorale facendovi sperare, come sempre, di vincere/pareggiando e di tirare a campare con qualche altra ammucchiata mortadellosa di sinistra per continuare a NON fare le cose da fare. Come avete fatto sempre durante i NOVE anni in cui avete governato nel corso del cosiddetto DICIOTTENNIO berlusconiano.
Com’è che dicevi “nel rischio di fare l’errore della vita sono sicuro che Berlusconi non farà cadere il governo”? Fine analisi politica.
A questo è servito calarsi le braghe per la legge contro l’omofobia. Ti conviene sperare che alle elezioni si vada col porcellum, perchè se reinseriscono le preferenze non ti votano nemmeno gli amici stretti.
Sono d’accordo con l’onorevole: facciamo la legge elettorale e la legge di stabilità e poi andiamo a votare. Le altre cose pendenti lasciamole decadere.
Secondo me, invece, con le preferenze Ivan sarebbe nella classica botte di ferro. E per chi non ne ha approvato l’attività ora può stare tranquillo che la legge sembra destinata ad arenarsi. Contenti?
Contrariamente a quanto speravano (i Katto-Komunisti) Berlusconi il governo l’ha fatto cadere.
Dello spread e del crollo dei titoli Mediaset Berlusconi se ne e’ sempre fregato.
Delle defezioni all’interno di Forza Italia Berlusconi e’ contento perche’ puo’ far ripartire Forza Italia senza la vecchia zavorra incollata alle biricoccole.
Facce nuove, politica vecchia: no ai post-komunisti; no alle Mortadelle; no alle tasse!
Lo spread, abbiamo visto, si aggiusta da solo. Se adesso fa il matto e’ perche’ si sono messi in movimento i soliti poteri economici che vogliono influenzare la direzione politica italiana.
I giochetti sono sempre gli stessi: gli Italiani non abboccano piu’.
Il quadro politico si chiarisce tornando a votare subito: la nuove legge elettorale la fara’ il nuovo governo. Il Porcellum si doveva cambiare prima.
Mi auguro che esca una maggioranza Renzi/Vendola/Grillo: gli Italiani ne saranno cosi traumatizzati che entro due mesi scenderanno in piazza chiedendo il ritorno di “Burlesquone er puzzone”.
Benito Burlesquone non ha mai vinto per merito suo e dei suoi burlesquones.
Ma per demerito dei Mortadellones.
Più che contenti, felici!
@Mersault. Caro Mersault, strana la vita, eh? Berlusconi ha appena annunciato che voterà la fiducia al governo. Come vedi la mia analisi politica era azzeccata al millimetro. Forse non ho proprio sempre tutti i torti. E questo vale anche per l’omofobia che è la prima e unica legge che il parlamento italiano abbia mai votato a favore delle persone LGBT: a non farci votare delle leggi perfette dal parlamento, siamo buoni tutti.
Quanto alla rielezione, se mai deciderò di ricandidarmi, vedremo. Magari avrai ragione tu, magari (come questa volta) no.
Caro Scalfarotto, la mia opinione non si sposta di un millimetro e non per dogmatismo (mai stato cattolico) quanto più per la diffusissima convinzione che serve un governo di leadership non calato dall’alto e corroborato dal poteri forti. Godete, merito vostro, del discredito più profondo e trasversale proprio perché siete una classe politica senza una visione futura e globale. L’unico compito che vi siete prefissati è, tuo malgrado, vivacchiare. Il fatto che cinicamente affermi di aver ragione sul siparietto del satiro conferma solo il l’aborto programmato che è questo vostro caravanserraglio delle larghissime intese. Offrite tutti i giorni in tv e sui giornali la più becera immagine possibile infarcita da litigate puerili e malauguratissime analisi politiche. Tali proprio perché siete, e continuate ad essere, gregari del Pdl. Non ti attribuire quindi l’esattezza della previsione di un risultato che è stato causato solo dalle pressioni interne al partito e non certo alla remissiva e democristiana indole del Pd. La prossima giravolta del solito capocomico vi vedrà, di nuovo, sugli spalti ad attendere, pazienti ed ignavi, lo svolgersi degli eventi. C’è un limite netto tra la contrattazione e la vacuità politica.
Sulla legge contro l’omofobia il tuo comportamento è davvero incomprensibile. Persino la Concia si è dissociata. Hai la totalità del movimento glbt contro. Fior di giuristi e costituzionalisti continuano a dire che è stato partorito un mostrum, e tu continui a difendere il tuo operato. Qui non si parla del “meglio” che è nemico del bene, si parla dello stravolgimento dell’originaria legge Mancino. L’emendamento rende l’effetto della sanzione settario e discriminante. Non vorrei mai che l’orgoglio personale e le mancate argomentazioni (una su tutte quella su Forza Nuova che ti ricordo si presenta puntualmente alle elezioni senza che nessuno sia mai riuscito a tenerla fuori) soppiantino quello che mi sembra manchi: una sana, costante e onesta autocritica. Sei barricato nel tuo diniego e forse dimentichi che la legge che forse porterà la tua figlia impatterà sulla vita reale delle persone. Anche l’ingenuità, in caso, si paga. Sempre.
Caro Marsault, leggo molte parole e basta.
Non siamo d’accordo, ma non lo siamo mai stati.
Stai bene.