Stiamo assistendo anche stamattina alla gazzarra orchestrata nell’aula di Montecitorio dal Movimento 5 Stelle. Un gruppo di ragazzi ben istruiti, populisti e moralisti, determinati a provocare – in un momento di gravissima crisi economica – la crisi del sistema parlamentare. Non il miglioramento del sistema parlamentare, la sua riqualificazione, il suo rinnovamento radicale. Ma la sua crisi e la sostituzione con qualcos’altro che non ci hanno ancora spiegato.
Qualche settimana fa sono saliti sul tetto della Camera. Ieri invece hanno occupato i banchi del governo, e oggi stanno intervenendo sul verbale per rivendicare la propria personale partecipazione alla piazzata. Evidentemente perché i libri di storia riportino con accuratezza i nomi degli eroi che compirono l’impresa. Si è trattato di una protesta “non violenta”, dicono.
Non violenta? E quale sarebbe una protesta violenta, verrebbe da chiedere? Intendono forse arrivare in aula con le armi, tipo Colonello Tejero? Il loro capo carismatico in loco, il prestante Di Battista, fa sapere da Repubblica che l’occupazione dei banchi del governo è stata “una prova generale”. Prova generale di cosa? Della presa del potere per le vie brevi?
Si dica quello che si vuole, ma il profilo totalitario e antidemocratico di questa gente è inquietante. In Italia ci siamo già passati. Quando la politica si squalifica gravemente come si è squalificata la politica da noi, ci sono solo due possibilità. O rinnovarla, rispettandola, o abbatterla. Questi vogliono abbatterla, ma non passeranno.