Non scrivo da un po’ delle questioni politiche generali e in questi giorni sono successe un sacco di cose. Giovedì scorso, per la prima volta dall’elezione di Renzi, si è riunita la Direzione Nazionale del Partito e già ieri, lunedì, abbiamo avuto una seconda riunione. Tra le due assise è accaduto di tutto: giovedì pensavamo che il governo stesse lì lì per cadere, ieri le cose sono apparse molto diverse. Infatti, nel fine settimana Renzi si è visto con Berlusconi e insieme hanno raggiunto un accordo sulle riforme istituzionali che anziché far cadere il governo sembra averlo rafforzato. L’accordo – che si è allargato contro ogni previsione anche al Nuovo Centrodestra – prevede infatti non solo la legge elettorale, ma anche la riforma del Titolo V della Costituzione e il superamento del bicameralismo perfetto con la trasformazione del Senato in una Camera delle autonomie. Cose che richiedono un bel pezzetto di tempo per essere trasformate in leggi costituzionali.
L’intera vicenda ha sollevato moltissime polemiche: dal “sacrilegio” della sede del PD, profanata dal piede del Cavaliere, alla querelle tra Renzi e Cuperlo che ha portato prima all’abbandono della seduta da parte di Cuperlo e poi, a quanto si apprende in questi momenti, addirittura alle dimissioni del presidente del partito. Dal mio punto di vista tutte questioni degnissime di essere discusse, ma tutte di secondaria importanza se confrontate con l’unica vera novità che a me sembri degna di nota: quella data dal protagonismo del Partito democratico in questa nuova fase politica. Non ricordo, negli ultimi forse vent’anni, un periodo in cui così spesso i giornali abbiano aperto titolando sulle nostre idee, sulle nostre proposte, sulle nostre iniziative. Si può dire serenamente che oggi l’agenda politica la facciamo noi democratici.
Il cammino non sarà semplice né breve, ed è del tutto probabile che ci siano ostacoli anche difficili da superare. E’ innegabile però che la politica che stiamo facendo da un mese a questa parte sta provando seriamente e concretamente a rimuovere i grumi di conservazione che hanno sin qui bloccato la modernizzazione del paese. Aggiungo che anche lo stile è cambiato in modo sostanziale: la nuova segreteria chiede di essere valutata sui risultati e non sulle buone intenzioni. Le sedute della Direzione Nazionale hanno abbandonato il ruolo di pensatoio che avevano in precedenza per diventare luoghi di discussione e di decisione.
Ieri sera guardavo Piazza Pulita su La7 e mi colpiva l’ira trattenuta a stento di Carlo Freccero nei confronti di Renzi e del suo stile. C’è questa idiosincrasia della sinistra nei confronti di leadership chiare, questa istintiva e incontrollabile avversione per l'”uomo solo al comando”. Ieri sera Walter Veltroni, nel suo bell’intervento in Direzione, ha spiegato che le democrazie il più delle volte muoiono quando diventano incapaci di decidere. Lo ascoltavo con attenzione e ricordavo le prime riunioni della Commissione che era stata incaricata di scrivere lo statuto del partito nuovo, subito dopo la sua elezione a segretario nel 2007. Anche lì risuonavano parole di preoccupazione sul leaderismo del segretario, parole che cessarono solo quando Veltroni fu totalmente paralizzato e poi messo in condizione di lasciare la segreteria del partito. Non fu un buon affare per il PD.
Renzi, in queste poche settimane, ha dato segno di avere una visione molto chiara delle cose da fare, e ha in un mese ha compiuto progressi significativi. Io credo abbia la responsabilità e il dovere di proseguire con nettezza e decisione nello svolgimento del suo incarico e di provare a mantenere quanto ha proposto con la sua mozione congressuale. E di farsi giudicare per ciò che avrà ottenuto al termine del suo mandato.
3 risposte a “Riassunto delle puntate precedenti”
Riflessione lucida, equilibrata e condivisibile in pieno…. anch’ io sono rimasta colpita da Freccero e sinceramente confrontandomi ogni giorno con molte persone, ho la convinzione che non siano rimasti poi in tanti quelli di “sinistra” che la pensano come lui…
Sono felice dell’ accellerazione data da Renzi un solo rammarico…. quello di aver perso un anno… un anno molto molto duro
Caro On. Scalfarotto,
ero vicino a Lei poco tempo fa al gioioso gay pride milanese in C.so Buenos Aires..
In settimana mi è capitato di sentirLa brevemente intervistare a Radio Popolare sui temi di cui parla anche in questa mail.
Sabato sera, nella nostra biblioteca per i giorni sulla memoria, sono state lette le lettere degli operai deportati nei lager per gli scioperi del 1944.
Mi veniva in mente il vuoto delle sue parole: la vostra legge elettorale è peggio delle legge Acerbo. Chi scioperava ed è morto nei lager nazisti la conosceva bene. lei no. Se la vada a studiare: analogie e differenze con il suo progetto.
Si ricordi che bastarono i voti di Parri (circa 150.000) a far perdere allla DC il bonus della legge truffa. Se Lei scientemente priva onesti cittadini del diritto d i voto per un accordo con un malavitoso, si troverà davanti molti Parri e alcune centinaia di migliaia di voti non fanno un eletto, ma possono fare molto, molto male agli smemorati.
Lei mi toglie diritti, ma io sarò al prossimo pride perché non è togliendo diritti che la democrazia progredisce.
Pietro Comi,
Non ho dubbi che Renzi sia a suo modo un ottimo leader. Quello che porta tanti di noi a criticarlo, e che ci ha allontanati definitivamente dal PD, è che non è un leader di sinistra, nemmeno se ci aggiungi ‘centro’ o “centro-centro’ davanti. I suoi primi atti sono stati prendere in giro Cuperlo per un atto di onestà politica, e dare nuova legittimazione ad un leader pregiudicato nel momento in cui non aveva più credibilità e lo si sarebbe potuto distruggere semplicemente ignorandolo.
Se continua così sarà forse un anno di risultati per Renzi e per il PD, ma dubito per il resto dell’Italia che è stata presa a schiaffi.