7 Febbraio 2014

Sotto gli occhi del mondo

Appunti

Ho vissuto e lavorato per alcuni anni in Russia, e lì ho ancora tanti amici carissimi e ricordi indelebili di una grande esperienza di lavoro e di vita. Ho vissuto lì, ed è lì che ho conosciuto il mio compagno: si può capire dunque che ogni ricordo dei miei anni di vita a Mosca sia intriso di dolcezza e di nostalgia. Mi fa particolarmente effetto, dunque, pensare che in questi giorni la Russia sia al centro del palcoscenico del mondo grazie ai giochi olimpici. E che gli occhi del mondo vedano qualcosa che non può che ripugnare: un regime totalitario e liberticida, un paese dove i giornalisti muoiono uccisi, un paese dove si incarcerano gli oppositori – poco importa che siano petrolieri o cantanti rock – e si perseguitano le persone per il loro amore. Gli eventi che capitano in un paese remoto alla fine diventano cronaca, qualche volta Storia. Cose che si leggono sui libri o nei giornali. Quello che sta succedendo in Russia, invece, fa parte della mia biografia. Sono stato lì per tanto tempo e anch’io lì ho fatto “propaganda dell’omosessualità”, secondo la dizione della legge. E’ per questo che il video che sta girando in questi giorni, girato nello stadio di Stoccolma, mi ha particolarmente commosso. Duemila persone che cantano l’inno nazionale russo circondate dall’arcobaleno del movimento LGBT. Le cose come dovrebbero essere e come invece, sotto gli occhi del mondo, purtroppo non sono.