Devo ammetterlo: dal giorno della nomina al governo, nei pochi attimi in cui il mio cervello non è stato impegnato dall’approvazione della legge elettorale, mi sono chiesto con una certa insistenza cosa fare del mio blog. Siamo aperti dall’agosto del 2005, il che fa quasi nove anni, e credo che in tutto questo tempo non fosse mai successo che per quasi due settimane non lasciassi una traccia di qualche genere da queste parti.
Il fatto è che una delle conseguenze dell’essere in una squadra di governo è che appunto sei parte di una squadra. Dal giorno della mia nomina, quando arrivo in aula o in commissione dicono che è presente il governo (nel senso che il governo è presente dato che ci sono io). Che sarebbe in un certo senso dire che, in quel momento e in quella data situazione, il governo sono io. Si capisce che, stanti così le cose, scrivere liberamente le proprie opinioni sul proprio piccolo blog diventa necessariamente alquanto complicato: la linea di separazione tra le tue opinioni e quelle della squadra si fa molto sottile e il rischio di conflitto è sempre dietro l’angolo.
Ma credo, d’altro canto, che interrompere questo racconto sarebbe sbagliato e che sia invece giusto continuare a raccogliere idee, pensieri, impressioni e racconti come ho fatto qui sin da quando, in quell’estate del 2005, ho cominciato a occuparmi di politica. Chi passerà di qui avrà la pazienza e la generosità di comprendere che ciò che leggerà non impegna direttamente né il governo né chi lo presiede, io proverò – senza che questo significhi censurarsi – a raccontare la vita che vedrò tenendo a mente che le cose, un po’, sono cambiate.
Una risposta a “Il racconto continua”
Bene. Vai così.