Accompagnando Pina Picierno nel suo tour elettorale nel Sud, solo ieri abbiamo fatto quattro iniziative a Foggia e provincia, ho avuto modo di toccare con mano quanto genuino interesse ci sia per le questioni europee e quanto danno faccia a tutti gli Italiani un’assillante e dissennata campagna di bugie.
Le campagne elettorali sono, sempre ed inevitabilmente, il luogo dell’iperbole propagandistica, ed è normale che in esse si cerchi di interpretare il mainstream dell’opinione collettiva. Pur disapprovandolo fortemente, capisco quindi che la Lega accusi l’Europa di costringerci ad accogliere gli immigrati e che la Lista Tsipras la accusi invece di impedircelo; capisco che Forza Italia auspichi “meno Europa in Italia” e che la Meloni accusi l’euro di ogni possibile nequizia dalla caduta di Roma in poi. Se non ci fossero le inaccettabili infamie sul nazismo e Hitler, capirei anche che il delirio di Grillo ricalchi puntualmente le ingiurie di Berlusconi a Martin Schulz. Quello che trovo inaccettabile è il sistematico occultamento della verità, della posta in gioco in queste elezioni europee.
La legislatura 2009-2014, che è stata la prima nella quale il Parlamento Europeo ha potuto avvalersi dei più ampi poteri conferitigli dal Trattato di Lisbona, è stata ricca di risultati, anche per merito del lavoro di nostri bravi eurodeputati uscenti. Il folklore su Mastella e la Zanicchi fa dimenticare un’attività che è stata preziosa per temi strategici, dal cielo unico europeo alla lotta contro le sperequazioni e le speculazioni sul lavoro; dalla difesa di Erasmus e del fondo per la creatività all’autonomia dell’Europa in materia aerospaziale; dalla riforma della Politica agricola comune a quella della pesca.
Accanto ad ognuna di queste tematiche c’è il nome di uno o più europarlamentari del Partito Democratico; alcuni illustri ed altri meno, alcuni ricandidatisi ed altri no, ma tutti partecipi di un’idea e di un progetto, che è quello di un’Europa più inclusiva, più solidale, più forte ed unita. È su questo solido impianto che si inserisce oggi la proposta di rinnovamento di Renzi, che ha come emblema il ruolo di capolista affidato a cinque donne competenti, intelligenti e capaci.
Noi non stiamo facendo le Europee per avviare o attuare qualche regolamento di conti, men che meno per immaginare improbabili ribaltoni istituzionali (con buona pace di Casaleggio, nel 1984 il Pci vinse le elezioni europee e Pertini non pensò nemmeno lontanamente di far dimettere Craxi e incaricare Natta). Noi siamo in corsa per mandare a Strasburgo e Bruxelles gente perbene, operosa e competente, per tutelare gli interessi dei cittadini europei e di quelli italiani in particolare. E stiamo soprattutto lavorando per avere alla presidenza della Commissione Europea Martin Schulz. I poveri untorelli di Grillo lo ignorano, ma il passaggio da un’Europa intergovernativa ad un’Europa federale dipende soprattutto dalla forza e dall’autorevolezza del presidente della Commissione, che è fra l’altro titolare esclusiva del potere di iniziativa legislativa.
Ci siamo battuti perché questo presidente non fosse il grand commis dei governi, ma una persona designata dai cittadini. Perché solo questa legittimazione, insieme all’appoggio del Parlamento, gli può conferire il peso necessario a sollecitare politiche diverse dal rigore fine a se stesso, a proporre revisioni dei troppo rigidi parametri di Maastricht, ad avviare il lungo cammino verso la mutualizzazione del debito. Il cuore della battaglia d’Europa sta lì, nelle cinque proposte (Ska Keller, Alexis Tsipras, Guy Verhofstadt, Jean-Claude Juncker, Martin Schulz) che le grandi famiglie del pensiero politico europeo hanno formulato per guidarla.
Il resto è fuffa, compresa l’involontaria comicità del povero Di Maio, che tira fuori ai comizi le “risoluzioni” che gli europarlamentari pentastellati presenteranno alla prima seduta e sembra il Verdone di un celebre sketch in cui tirava fuori la pistola (“dice: chi te l’ha data? C’ho er porto d’armi!”). Molto rumore per nulla, avrebbe detto il buon vecchio William (drammaturgo europeo).
Una risposta a “Molto rumore per nulla”
Sono contenta che accompagnando Pina Picierno nel suo tour elettorale nel Sud, lei abbia avuto modo di toccare con mano quanto genuino interesse ci sia per le questioni europee.
Io pero’ le consiglierei di fare una scampagnata in UK e in Francia per constatare quanto genuino sia l’ interesse sia per le questioni europee.
Interesse ne trovera’ senz’altro: l’interesse a chiudere l’esperimento Europa.
Certamente il nostro Sud e’ molto piu’ correttamente informato dei Francesi e degli Inglesi sugli straordianri benefici dell’Unione Europea. Grazie a lei e alla Picerno.
Comunque, fossi in lei e nella Picerno, aspetterei di leggere i risultati delle elezioni: specialmente quelli del Sud, cosi bene informato da una propaganda seria responsabile sui problemi dell’immigrazione di massa che viene gestita in modo disastroso perche’ , dice la signora Kyenge, , “l’Europa non ci aiuta”.