Non ero a Parigi, ma ho letto tutto quello che ho potuto e oggi, in aula, ho anche scambiato qualche parola con Sandro Gozi, che a Parigi ieri c’era. Vista da lontano, la “marcia repubblicana” è stata un momento vero di risorgimento di quelle libertà di pensiero, di riunione, di espressione che sono l’essenza stessa della nostra cultura e della nostra civiltà.
Speriamo davvero che i leader che hanno sfilato a Parigi, segnatamente i leader europei, capiscano che quello spettacolo di unità deve tradursi presto in una maggiore coesione effettiva, nella traduzione nella realtà di quell’Europa dei principi e dei valori che è tutto il contrario dell’Europa vista negli ultimi decenni, quella che si esaurisce nei numeri e nelle percentuali, nei budget e nei conti.
E che si cominci non mettendo in nessun modo in discussione l’accordo di Schengen. Restringere la libertà di movimento degli europei sul territorio dell’Unione sarebbe un’inammissibile concessione alla paura. Tutto il contrario dello spirito di Place de la Republique.