La riforma procede
La Camera ha votato ieri la riforma costituzionale. E’ stato un passaggio importantissimo, perché le parti del testo votate dal Senato e non modificate dalla Camera non saranno ulteriormente modificabili. Un passaggio fondamentale di una riforma storica, della quale si parla da trent’anni e che mai era stata così vicina all’approvazione.
Superiamo il bicameralismo paritario e rivediamo i rapporti tra Stato e regioni nel tentativo di creare una democrazia più in grado di decidere e di assumersi delle responsabilità. Chi grida all’autoritarismo, preferendo evidentemente un sistema più adatto all’interdizione che alla decisione e alla responsabilità, dimentica che i sistemi autoritari sono storicamente sempre stati la conseguenza di democrazie inefficienti, non il contrario.
E’ una riforma che, nonostante l’inspiegabile voto contrario di Forza Italia, ha coinvolto maggioranza e un pezzo importante dell’opposizione, e che è stata profondamente rivista, rispetto al testo inizialmente formulato del governo, da due passaggi parlamentari che non si sono limitati a modifiche cosmetiche, ma hanno inciso sostanzialmente sul risultato finale.
Insieme alla legge elettorale che si andrà ad approvare nei prossimi mesi, si disegna un sistema istituzionale più maturo, senza possibilità di “larghe intese”, in cui il cittadino potrà scegliere al momento delle elezioni tra programmi di governo alternativi, e potrà chiedere il conto dell’operato di chi ha governato al termine della legislatura.
Andiamo avanti verso un’Italia più moderna e più efficiente e quindi più moderna e più capace di competere.