Voglio parlarvi della sorpresa di Expo, questa mattina. Della festa, della gente, delle facce di tutti i colori, dei suoni di tutte le lingue. Voglio parlarvi dei profumi, dei sapori, della baguette calda col formaggio e la pancetta fuori dal padiglione francese e del sausage roll dal baracchino all’esterno del padiglione olandese (poi basta perché altrimenti il fegato ne risente). Voglio parlarvi dei volontari di ogni età e della gente con costumi tradizionali di paesi lontanissimi, della presenza di Timor Est e del Kazakistan a poche centinaia di metri dalla Sicilia e dall’Alto Adige. Voglio parlarvi delle architetture meravigliose, del magone davanti al padiglione nepalese con le bandiere a mezz’asta e della gente che salta su una rete dentro il padiglione brasiliano. Voglio parlarvi dell’emozione della più bella esecuzione del “Canto degli italiani” che io ricordi, del tempo che sembrava lì lì per piovere e invece poi ha tenuto (un po’ come l’Expo, che tutti pensavano non sarebbe arrivata in tempo e invece eccola qui), dell’entusiasmo e dell’energia trascinante di Matteo Renzi e del futuro dell’Italia che abbiamo in mente. Voglio parlarvi delle duecentomila persone che sono arrivate a visitare Expo nel primo giorno dell’apertura, delle mie aspettative doppiate dalla realtà, dell’Italia che ce la fa e che stupisce il mondo. Voglio parlarvi di Milano, la mia città, che è la città di chi, come me, qui è arrivato e qui ha trovato qui la possibilità di realizzare il suo progetto di vita e la propria felicità. Solo di questo grande evento voglio parlarvi, quest’oggi. Per celebrarlo come merita. Del resto, parliamone domani.
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.