Il primato della politica
A margine della giornata nazionale del Brasile a Expo, cui ho partecipato in rappresentanza del Governo, mi hanno chiesto un parere sulle elezioni per il Sindaco di Milano. Vivo in questa città, che è la mia città, dal 1992 e da allora il mio voto per il sindaco è stato espresso a favore di Nando Dalla Chiesa (1993), Aldo Fumagalli (1997), Sandro Antoniazzi (2001), Bruno Ferrante (2006) e Giuliano Pisapia (2011).
Nessuno di loro è stato espressione del più grande partito della sinistra italiana, quale che fosse in quel momento. Come se la sinistra di partito a Milano pensasse di non essere ontologicamente in grado di governare attraverso un proprio rappresentante la più dinamica e ricca città del Paese, si è sempre cercato all’esterno qualcuno che potesse rappresentarla.
Io credo che oggi le cose siano molto cambiate. Un po’ perché l’arrivo di Matteo Renzi a Palazzo Chigi ha avuto, tra i tanti, il significato di archiviare definitivamente il primato dei tecnici sulla politica e la restituzione alla medesima della responsabilità – anzi, meglio: del diritto-dovere – di governare la cosa pubblica in una democrazia sana e ben funzionante. Un po’ perché la combinazione di una giunta di sinistra a Milano e di un governo guidato dal segretario del Pd a Roma hanno avuto il benefico effetto di formare una classe dirigente di partito giovane, ma che già esprime una cultura e una capacità di governo, tanto localmente che a livello nazionale.
Se così stanno le cose, con tutto il rispetto per le prestigioso figure di cui si parla tra gli esponenti della società civile milanese, non vedo proprio perché il Partito democratico milanese dovrebbe abdicare alla sua responsabilità – anzi: al suo diritto-dovere – di individuare una propria figura rappresentativa di questo gruppo dirigente per concorrere al governo della città.
A cosa serva la politica ce lo ricorda l’articolo 49 della nostra Costituzione: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. A me pare si debba ripartire da lì, e quindi ho risposto come segue:
Sindaco Milano: Scalfarotto, Pd pronto per candidato proprio =
(AGI) – Rho (Milano), 7 set. – Nessun riferimento ai nomi gia’ in campo o potenziali, ma l’auspicio che il candidato del centro sinistra alle prossimi elezioni porti in tasca la tessera del Pd. Il sottosegretario alle Riforme, Ivan Scalfarotto, promuove il partito milanese ritenendo che sia “arrivato il momento che esprima un candidato proprio. Ha una classe dirigente di primissimo livello – ha detto Scalfarotto a margine del National Day del Brasile a Expo Milano 2015 – assolutamente in grado di prendersi questa responsabilita’”. A chi gli faceva notare che circola con forza il nome di un outsider della politica, come l’ad di Expo Spa, Giuseppe Sala, il sottosegretario ha ammesso che “e’ un’ipotesi sul tappeto, ma io – ha aggiunto -, da dirigente del Pd e al di la’ delle persone, vorrei votare per un esponente del partito”. (AGI)
Mi5/Dan
071204 SET 15
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