Tre leggi per un’Italia migliore
E’ stato un martedì lunghissimo. Ma è stata una di quelle giornate alla fine delle quali ti ricordi con nitida precisione che hai cominciato a fare politica solo per provare a cambiare la realtà che ti circonda. E ti appare chiara la ragione per cui continui a camminare in direzione ostinata e contraria, cercando di raggiungere il risultato anche quando la negatività intorno a te supera di gran lunga ogni ragionevolezza. Non voglio scomodare certi rapaci notturni piuttosto pop di questi tempi, ma certo un martedì così fa apparire anche il peggiore dei troll di Facebook come un simpatico peluche e il più ideologico e arcigno dei conservatori un tipo inoffensivo, al limite un po’ mélo.
Oggi sono successe materialmente e concretamente tre cose importanti in poche ore. In ordine cronologico: la Camera ha votato la nuova legge sulla cittadinanza, che ora passa al Senato; il Senato ha approvato in terza lettura la riforma costituzionale, che ora torna alla Camera; il Senato ha deciso di incardinare in aula il ddl Cirinnà sulle unioni civili. Tre passi importanti, che letti tutti insieme danno chiaramente l’idea di quello che stiamo facendo: rendere l’Italia più aperta e coraggiosa, più fedele al tempo che viviamo, più semplice e più efficiente e quindi più prospera.
Sono tre passi che rappresentano tappe importanti verso il traguardo di sfide molto difficili, perché incontrano enormi resistenze da parte chi invece vuole restare ancorato a un’Italia diversa: più conservatrice e legata al passato, meno incline al cambiamento e quindi meno capace di assumersi dei rischi, più chiusa e attaccata ad antiche sicurezze. Chi vuole vederla così fa di tutto per frenarci: dall’ostruzionismo parlamentare all’opposizione sui giornali, dalla propaganda più aggressiva a quella più attenta a risvegliare ansie, paure ed egoismi.
Le tre tappe di oggi ci avvicinano a obiettivi che la politica ha annunciato da tempo, spinta dalla nostra società che le chiede a gran voce di prendere atto dei cambiamenti che l’attraversano, ma che mai sono stati così prossimi a realizzarsi.
Specie nel caso della cittadinanza e delle coppie omosessuali, mai si era arrivati così avanti nella discussione di progetti di legge che disciplinassero questi temi. So bene che è molto presto per cantare vittoria e che si sono vinte solo delle battaglie molto parziali. Ma nessuno potrà negare che questo Partito democratico e il governo che esso esprime hanno già fatto, nel cammino verso lo ius soli e le unioni civili, il pezzo di strada più lungo che si sia mai visto nella storia italiana. Siamo ancora lontani dal traguardo ma nessuno, nemmeno dalla sinistra più tradizionale e nominalmente più schierata su questi valori, era mai arrivato sin qui.
Si continua a lavorare per conseguire tutti i risultati nella loro interezza, come abbiamo già fatto per tanti provvedimenti, e fare in modo che la nuova legge sulla cittadinanza, la riforma costituzionale e le unioni civili vadano in Gazzetta Ufficiale. Lo si fa lavorando con pazienza e tenacia, concentrandosi al massimo sul prossimo ostacolo, ma senza mai perdere di vista l’obiettivo finale.
Sono tre leggi per un’Italia migliore, e le porteremo a casa tutte.