Malgrado voi
Da qualche settimana, e più intensamente negli ultimi giorni, passo parte delle mie mattinate a commentare – su richiesta di colleghi, giornalisti, amici e conoscenti vari – le notizie rilanciate con grande evidenza da Repubblica sul tema delle unioni civili. Notizie delle quali io stesso apprendo l’esistenza durante la lettura mattutina dei quotidiani: quella che la sera prima, davanti ai miei occhi, era soltanto l’ultima mossa politica pensata da chi si oppone alla legge, la mattina dopo diventa un fatto, accaduto e accertato.
“Accordo sullo stralcio delle stepchild adoption”, “Rivolta nel PD”, “Incostituzionalità della legge”, “Perplessità del Quirinale”, “Pronti emendamenti del governo”: tutte cose certamente sostenute o auspicate da qualcuno, ma mai successe, diventano improvvisamente per tutti, poiché lette su Repubblica, delle notizie. Ne parlano i telegiornali, gli altri giornali nei giorni successivi sono costretti a rincorrere e tutti si convincono, per esempio, che quella che era solo un “dissenso interno” al PD, anche importante, sul jobs act, sulla buona scuola o sulla riforma elettorale, per le unioni civili diventa “una rivolta”.
Della cosa deve essersi accorto anche Luca Sofri che, essendo il massimo esperto in Italia di “notizie che non lo erano”, ha scritto sul tema due post che ho trovato molto interessanti e la cui lettura raccomando caldamente. Il primo ieri, sulle perplessità del Presidente Mattarella, il secondo oggi sulle due paginate di Repubblica e in particolare sull’intervista di Liana Milella al Presidente emerito della Corte Costituzionale, Gaetano Silvestri (noto che anche la scelta del giurista chiamato a commentare una notizia e le domande che gli vengono poste sono parte della linea politico-editoriale di un giornale).
Qualche tempo fa avevo scritto della mia delusione per l’assenza, in questa battaglia contro una discriminazione incivile e antistorica, della grande stampa liberale e democratica che in passato ha fatto grandi campagne civili per l’acquisizione di diritti e per la modernizzazione e la laicità del nostro Paese. Pensavo che alla fine avremmo fatto questa legge anche senza la partecipazione di questa parte fondamentale del Paese. Oggi posso dire che la stiamo purtroppo facendo non in loro assenza, ma malgrado loro.