L’elezione di Sadiq Khan è proprio una bella notizia. Amo Londra e la considero come la mia seconda casa, ho abitato lì per anni e ancora ho tanti amici da quelle parti. E la decisione dei londinesi mi pare assolutamente in linea con la natura e la filosofia di quella meravigliosa città così aperta, inclusiva e accogliente.
Mi sembra anche un segnale in controtendenza rispetto a una realtà che a noi progressisti e democratici oggi pare abbastanza inospitale: tra quelli che alzano muri e barriere e quelli che più semplicemente si limitano ad alzare la voce contro migranti, stranieri e minoranze varie, questa improvvisa ondata di rinsavimento collettivo proveniente dalla principale città del continente è proprio una bella boccata di ossigeno.
A leggere i giornali pare che tra il Brennero, Trump, la Brexit e quant’altro il mondo sia ormai nelle mani dei populisti (tanti) e dei fascisti (meno, ma pur sempre troppi) e che nella realtà i sogni di fratellanza, cooperazione, apertura e rispetto siano residuati di un passato non troppo lontano ma archiviato per sempre.
Forse invece la verità è che mediamente la gente è molto meglio di quella che si vede in televisione o sui social media. Ci sono in giro in giro un sacco di persone con la testa sulle spalle, quelli che poi silenziosamente e operosamente fanno girare il mondo, che alla fine votano. Magari per un sindaco di fede islamica e amico della comunità gay nella grande capitale d’Europa. Evviva.