Il lavoro continua
Tra poche ore sarò a Palazzo Chigi per giurare nelle mani del Presidente Gentiloni e così continuare la mia attività di Sottosegretario di Stato al MISE. Voglio dire apertamente che sono molto contento e ancora una volta estremamente onorato di avere la possibilità di lavorare al servizio del nostro Paese. Essere parte della piccola squadra di persone che ha la responsabilità di governare l’Italia sono a un tempo un privilegio e, appunto, una responsabilità che fanno tremare le vene e i polsi.
Continuerò a lavorare per facilitare l’internazionalizzazione delle nostre imprese, per promuovere il più possibile il “Made in Italy” nel mondo e per convincere gli investitori internazionali che l’Italia è il luogo giusto su cui puntare. Dico sempre sorridendo, ma non scherzando, che il mio è il più bel mestiere che possa capitare a un politico, e ci credo profondamente. Con lo scorso governo ho compiuto 21 missioni internazionali in otto mesi, andando dalla Corea agli Stati Uniti, dall’Iran all’Argentina, dal Pakistan al Brasile, da Cuba alla Cina. Ovunque siamo stati accolti con il rispetto e l’ammirazione che si devono non soltanto alla seconda potenza manifatturiera d’Europa, ma anche a un Paese la cui capacità di produrre cose belle e ben fatte è riconosciuta a ogni latitudine.
Lavorerò continuando a servire il mondo delle nostre imprese, e il nostro Paese in generale, fermo nella convinzione che l’Italia abbia bisogno di un lavoro ambizioso. Molto ambizioso. Se oggi dovrò andare a giurare per restare al mio posto è perché il governo è cambiato, lo sappiamo bene, e sappiamo bene anche perché. La riforma costituzionale alle quale ho lavorato per due lunghi e laboriosi anni è stata bocciata dall’elettorato, e questo certamente è un segno che nessuno può ignorare e che nessuno ignora. Però, attenzione, questo non vuol dire affatto che le aspirazioni di riformare l’Italia affinché rivesta il ruolo che le compete nel mondo debbano essere riposte.
Non credo nemmeno a una parola dei discorsi fatti in questi giorni per convincerci che la soluzione dei nostri problemi sia la povertà. Non ci credo non soltanto perché questi discorsi provengono da un signore molto ricco, ma perché penso che siano profondamente sbagliati. Così come credo sia stato sbagliatissimo aver avuto paura – di questo si è trattato – di fare le Olimpiadi a Roma. Se ci vogliono convincere che il destino dell’Italia è di essere guidata da una classe dirigente orgogliosamente mediocre e di raggomitolarsi spaventata nella mediocrità, credo che facciano un torto all’intelligenza degli italiani tutti.
Non che l’Italia non abbia avuto governanti mediocri, per carità, ma mai nessuno che abbia perseguito la mediocrità come piattaforma programmatica elevandola a metodo. Chi, come me, abbia avuto la fortuna di vedere di cosa siamo capaci, sa che gli italiani non hanno solo il diritto, ma forse anche il dovere di essere all’altezza delle proprie straordinarie qualità. Chi vive all’estero queste cose le sa benissimo: tanti di quelli che sono andati a cercare fortuna e occasioni di crescita personale e professionale in altri Paesi hanno sostenuto il governo uscente con passione, anche nel voto referendario.
Io credo che alla prossima tornata elettorale questo sarà reso molto evidente dal risultato elettorale, e credo che le moltissime cose fatte dal governo Renzi otteranno il riconoscimento che meritano. Noi nel frattempo continueremo a lavorare nel solco delle cose già fatte, chiedendo alle Camere di fare il proprio lavoro e di darci presto una legge elettorale che metta gli italiani nelle condizioni di non scegliere solo tra un sì e un no, mettendo insieme forze politiche che non hanno nessuna idea in comune salvo che una prospettiva di pura demolizione, ma di appoggiare quanto prima una visione del Paese e un programma di governo completo e analitico da costruire negli anni molto impegnativi che ci aspettano.
Già alla metà del mese di gennaio ho in previsione un viaggio in Cina, e a marzo sarò in Australia. L’impegno sarà il medesimo, l’entusiasmo pure, e lo stesso sarà l’orgoglio di rappresentare un Paese di eccellenze, sicuramente capace di tirarsi fuori dalle secche con le proprie forze. Un’Italia che ha consapevolezza di sé, non paura, e che certamente non si consegnerà nelle mani di chi sulla paura progetta di costruire la propria personale fortuna.
Grazie a tutti per i numerosi messaggi di “buon lavoro”. Sono stati molto graditi e mi saranno certamente utili.