Un anno dalle Unioni civili
L’anniversario oggi dell’approvazione della legge sulle unioni civili non celebra solo un atto di giustizia e di equità verso un certo numero di cittadine e cittadini italiani, a lungo conculcati nel loro legittimo diritto a vedere riconosciuto sul piano giuridico il proprio umano sentimento.
Stiamo ricordando la conquista di un nuovo statuto di libertà per tutti, di un grande passo in avanti dell’Italia laica, di una norma che applica ed invera non solo il principio di uguaglianza di cui all’articolo 3 della Carta fondamentale, ma anche il dettato dell’articolo 29 della Costituzione. Con la legge 76/2016, lo Stato garantisce infatti pari diritti e doveri a tutti i suoi cittadini e riconosce la famiglia come società naturale, cioè come luogo spontaneo di un’esperienza condivisa e liberamente scelta, che non tollera modelli imposti dalla legge e inderogabili per legge.
Un passo avanti di tutti e per tutti, ma che non è stato da tutti voluto. C’è chi su questo tema ha voluto dividere, rialzare storici steccati, speculare indegnamente sulla vita e sugli affetti di nostri concittadini. E c’è stato chi ha lavorato senza stancarsi e senza fuggire. È una conquista di una maggioranza parlamentare di progressisti, di laici e di cattolici e di un Governo di progressisti, di laici e di cattolici.
Un governo, va ricordato, guidato da un cattolico come Matteo Renzi, figlio del proprio tempo e consapevole delle proprie responsabilità di capo del governo nei confronti non solo della maggioranza dei cittadini, ma di tutti i cittadini. Un risultato voluto e ottenuto da un premier saldamente e sinceramente cattolico, che è riuscito là dove non avevano potuto o voluto tanti rivoluzionari delle chiacchiere. Buon compleanno, civiltà.