Il rispetto dell’avversario
Il nuovo Parlamento, la XVIII legislatura repubblicana, si insedierà il 23 marzo. Della precedente legislatura, la diciassettesima, porterò naturalmente con me moltissimi ricordi, ma ce n’è uno che mi fa particolarmente piacere ricordare. Risale ai giorni della battaglia in aula per la riforma costituzionale: io ero all’epoca sottosegretario alle riforme e ai rapporti con il Parlamento, quindi mi toccava spessissimo stare in aula per gestire l’importantissimo provvedimento in discussione.
Era una specie di guerra di trincea perché si trattava di passare ore, ore e ore di seguito in aula, seduto ai banchi del governo, cercando possibilmente di seguire ogni dettaglio e di non cadere in nessun tipo di provocazioni. Insomma: vescica di ferro, espressione egizia e resistenza fisica.
Uno dei nostri principali e più focosi avversari era Maurizio Bianconi, focosissimo avvocato aretino di Forza Italia, conterraneo di Maria Elena Boschi che era la ministra competente, e quindi particolarmente sollecitato, anche per ragioni di collegio, ad attaccare l’avversaria politica. Potete immaginare il tono dei suoi interventi: Brunetta, al confronto, pareva uno studente del primo anno a Oxford.
Finché un giorno, proprio da Bianconi, mi arrivò pubblicamente il riconoscimento più sorprendente, e quindi forse più gradito, dell’intera legislatura. Il verbale che trovate qui sotto è tratto dal resoconto stenografico di quella seduta alla Camera dei Deputati.