“Ti mangio il cuore”, di Carlo Bonini e Giuliano Foschini, Feltrinelli.
La ferocia della criminalità organizzata nella terra in cui sono cresciuto e in cui ho vissuto gli anni della mia formazione. Un “romanzo criminale” su cui l’Italia per troppo tempo non ha voluto posare i suoi occhi e che è ancora in larghissima parte ignorato da parte dell’opinione pubblica. Quando si parla di mafia, si pensa a Cosa Nostra, alla Ndrangheta, alla Camorra, alla Sacra Corona Unita, ma pochissimi sanno della mafia (o meglio, delle mafie) che strangolano la provincia di Foggia, una delle province più estese d’Italia, e la sua vita civile. Bonini e Foschini raccontano con la forza di un romanzo fatti realmente accaduti, con nomi, date, circostanze. Un racconto che fa letteralmente accapponare la pelle, ma anche il racconto di uno Stato (magistrati, prefetti, forze dell’ordine) che non si è mai arreso e che pur nel silenzio generale ha reagito con tutti i mezzi a propria disposizione a una situazione insostenibile. Leggere questo libro, e quindi contribuire ad accendere una luce, a diffondere la conoscenza di questa metastasi, è di per sé un gesto di impegno civile. Grazie a Lorenzo Frattarolo che mi ha segnalato “Ti mangio il cuore” dopo esserne stato a sua volta profondamente colpito. E grazie soprattutto a uno dei protagonisti di questo libro, Piernicola Silvis, per essere stato il primo, per me, ad accendere energicamente la luce.