Ieri su repubblica, nuovo caso di donatore gay respinto al Centro Trasfusionale del Policlinico di Milano. La mia agenzia:
SANITÀ – SCALFAROTTO(PD): «PERCHÉ CHIEDERE CON CHI SI VA A LETTO QUANDO IL PROBLEMA È IL COME?»
«Non riesco a capire come illustri esponenti della sanità italiana – capaci evidentemente di conseguire una laurea in medicina e di assurgere a incarichi prestigiosi – continuino a inciampare su una distinzione che risulterebbe chiara anche a un bambino: la differenza tra ciò che sei e ciò che fai».
«Essere omosessuali non crea di per sé nessun rischio di malattia sesualmente trasmissibile, come i medici del Policlinico di Milano dovrebbero sapere perfettamente. Quello che crea il pericolo di infezione sono i comportament a rischioi, non certo gli orientamenti sessuali. Così non si capisce perché, pregiudizi omofobici a parte, un italico e machissimo tombeur de femmes che avesse rapporti eterosessuali non protetti dovrebbe essere ammesso alla donazione del sangue al contrario di un omosessuale impegnato in una relazione, anche sessuale, stabile e monogamica».
Ivan Scalfarotto, Vicepresidente del Partito democratico, risponde con un’osservazione paradossale alle giustificazioni fornite a seguito del rifiuto di una donazione di sangue da parte di un omosessuale da parte del responsabile del Centro Trafusionale del Policlinico di Milano, Dottor Maurizio Marconi.
«Si continuano a citare l’Europa e le statistiche un po’ a caso – continua Scalfarotto -: la direttiva europea parla esplicitamente di comportamenti ‘a rischio’ e non indica categorie di persone. Le statistiche da anni continuano a registrare un aumento delle MTS, HIV incluso, tra gli eterosessuali. Si parla tanto di educazione sessuale, ma come possiamo pensare che i nostri ragazzi siano ben informati – conclude il vicepresidente PD – se anche chi dovrebbe fornire loro delle indicazioni serie continua a esprimere una cultura schiettamente oscurantista e omofobica, lontanissima da qualsivoglia metodo scientifico?».