Pippo, sul suo blog, si chiede chi abbia paura delle preferenze.
Ora proprio paura no, ma a me le preferenze non piacciono. Sarà che ho ormai la mia età ma io ricordo bene di quando ci liberammo con piacere delle preferenze, considerandola una vittoria contro la partitocrazia. Craxi che invitava gli italiani ad andare al mare per il referendum sulla preferenza unica mi fa tornare in mente quando, controllando le combinazioni di preferenze, la criminalità organizzata controllava capillarmente il voto degli elettori. Per esempio.
E vogliamo parlare dei costi delle preferenze? Delle centinaia di migliaia di euro spesi dai candidati per i manifesti che imbrattano le nostre città? Che a uno gli viene innanzi tutto da chiedere da dove arrivino tutti quei soldi. E che cosa i candidati promettano in cambio a chi glieli dà. Ci vogliamo illudere che con le preferenze sono i cittadini che scelgono gli eletti e non i partiti? Se ci fa piacere, facciamo pure.
Poi chiediamoci quanto conti essere candidati al primo o all’ultimo posto in lista, per esempio. O quanto conti che la segreteria provinciale del partito dia indicazione oppure no perché i circoli votino per te. E quanti “elettori di opinione” esprimano la preferenza in confronto con gli elettori militanti. Insomma, io sono contrario. Perché, tranne poche virtuose eccezioni, diventa nella maggior parte dei casi un mercato delle vacche.
Preferisco di gran lunga un piccolo collegio uninominale, che ristabilisca un contatto forte e diretto tra elettori ed eletti. E lo faccia sin dal principio, al momento delle elezioni, perché se il partito candida una persona sbagliata gli elettori non votano il partito. E poi il collegio piccolo impone al candidato di sentire quel collegio come proprio: in questo modo avremmo meno parlamentari a fare gli interessi di Farmindustria o dell’ordine degli avvocati e più parlamentari a pensare agli abitanti di Foggia, Roma-Portuense o Milano-San Siro. Poi tutto meglio del porcellum, si intende.
8 risposte a “Non mi piacciono le preferenze”
collegio uninominale meglio delle preferenze, ma preferenze meglio delle liste bloccate! La accendiamo??
Hai ragione Ivan!
Ma se il collegio è piccolo, come si riduce il numero dei parlamentari? Es: collegio di 100.000 abitanti (80.000 elettori) = 600 deputati!
[…] far paura perché sono il modo migliore per sceglierci i nostri rappresentanti in Parlamento; Ivan dice invece che sono il modo peggiore perché saranno ancora i partiti a scegliere i candidati e […]
purtroppo entrambi i sistemi hanno pro e contro. Con il sistema dei collegi uninominali, di fatto viene mantenuto un potere immenso dei partiti nel decidere chi portare in parlamento, inoltre se i collegi sono molto piccoli come lo sono in italia essendo il numero dei deputati rispetto alla popolazione assai elevato, i cittadini ignorano addirittura il nome dei candidati che si troveranno sulla scheda. Mettono semplicemente la X sul partito di riferimento con buona pace del giudizio sul valore degli uomini.
Per curiosità, ricordi chi erano i candidati nel tuo collegio nel 94,96,2001?e quelli del polo-pdl? inoltre il pensiero che un deputato sia una sorta di super sindaco che deve rappresentare in parlamento gli interessi dell’orticello / collegio elettorale è assai pericolosa e dannosa per l’interesse collettivo.
Le preferenze erano una iattura quando erano uno strumento per controllare i voti; ricordo le triplette da votare e in un ordine preciso perchè così il voto diventava riconoscibile. Ma siamo in altro tempo e in altro contesto e la preferenza potrebbe essere unica. Oppure -hai ragione- può andar bene il sistema uninominale. Tutto meglio di questa porcata di legge;prima di tutto abbandonare questa legge. Questo dovrebbe gridare il PD. e che il nostro partito stia invece a disquisire su preferenze sì o no da ancora una volta il senso di chi non sa cosa stia davvero succedendo, di qual sia il livello di intolleranza a cui siamo in tanti arrivati rispetto all’arroganza, ai privilegi, alla chiusura rabbiosa e cieca della classe politica rispetto alle difficoltà che stiamo vivendo. O forse se ne rendono conto benissimo. E hanno paura. e chiudono, serrano bene la porta. Ivan, tu non sei come gli altri; abbiamo bisogno di voci come la tua nel partito.
In caso di collegio uninominale il PD deve fare le primarie per scegliere il candidato.
E rimane il problema che i collegi più sono piccoli e meglio è, ma più i collegi sono piccoli e maggiore è il numero dei parlamentari. Bisognerebbe fare due conti: supponiamo 500 deputati alla Camera, che dimensione di collegio ne deriva?
[…] Un post vecchiotto ma sempre attuale: “Non mi piacciono le preferenze”. […]
No, un attimo: il referendum servì ad abbassare il numero delle preferenze esprimibili a una sola, non è che le eliminò tout-court. Per quanto non sia il sistema ideale, occorre che sia il popolo a scegliere i propri rappresentanti. Senza le preferenze ci sono le liste bloccate, fatte da una persona sola o da poche. Si va dalla democrazia alla oligarchia, nella migliore delle ipotesi. Dunque: preferenza unica sì sì sì.