Le motivazioni della Cassazione per la sentenza Diaz sono scioccanti perché sono vere.
Quei giorni, quegli avvenimenti, sono stati e sono una vergogna per il nostro Paese e per le nostre istituzioni. E ciò che è veramente insopportabile è che qui da noi non ci sia mai nessuno che si assuma la responsabilità politica di quello che accade. Giustissimo condannare gli esecutori materiali del reato ma non si può dimenticare che esisteva una catena di comando che andava su sufino al capo della polizia e al governo.
Tra militari e forze dell’ordine il sentimento dell’onore (“disciplina ed onore”, prendendo a prestito la bella formula dell’articolo 54 della Costituzione) e dell’attaccamento all’istituzione è considerato un tratto identitario: bene, lo si pratichi anche con comportamenti concreti. Facendosi carico a tutti i livelli di quello che successe in quei tragici giorni e in quella tragica notte. Per il vulnus prodotto alla civiltà giuridica, ai diritti umani e all’intera comunità nazionale i cui rappresentanti in divisa offrirono al mondo un’idea malata e ripugnante della democrazia.
Quanto alla politica, poi, approvi subito e senza perdere altro tempo una legge contro la tortura. Non ci sono veramente più scuse.