Dice Roberto Saviano oggi su Repubblica, raccontando della sparatoria di Scampia: “In questo momento di crisi è fondamentale capire quanto le piazze di spaccio siano tornate a essere centrali per i clan. Sono di nuovo la fonte primarie di ingresso di liquidità nelle casse; liquidità che poi può essere investita altrove. Ecco perché non mi stancherò mai di ripeterlo: parlare di legalizzazione in questo momento non è solo necessario, ma è anche la scelta obbligata per sottrarre alle organizzazioni le fonti primarie di approvigionamento di denaro”. Io credo che abbia assolutamente ragione e che dovremmo avere più coraggio: legalizzare e chiudere i rubinetti che ingrassano le mafie.
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
Una risposta a “Il proibizionismo ingrassa le mafie”
Anche la principale questione di classe presente oggi in Italia è legata a doppio filo con le leggi proibizioniste.
“L’anno scorso sono entrate in prigione per violazione della normativa antidroga 28.000 persone (fra consumatori, piccoli spacciatori o coltivatori di una piantina di canapa), mentre sono oltre 15.000 i tossicodipendenti ristretti su un totale di 68.000: insomma la metà dei detenuti ammassati e stipati nelle patrie galere hanno a che fare con la legge sulle droghe”
http://www.francocorleone.it/sito/2012/11/08/lettera-aperta-al-presidente-monti-e-ai-ministri-severino-e-riccardi/
Spero che il prossimo governo Bersani, che metterà al centro l’equità e la giustizia sociale riparta proprio dall’uguaglianza dei diritti. Del diritto alla salute e di quello alla dignità, anche dei cittadini ristretti