Ho in mente da tempo una proposta, che è anche un buon proposito per il nuovo anno. L’idea è che ognuno dovrebbe occuparsi di un diritto che riguarda qualcun altro. Mi piacerebbe che chiunque, e non solo chi fa politica, adottasse e facesse proprio per l’intero anno un diritto, che non lo riguarda minimamente, che vede limitato intorno a sé.
Sarebbe bello perché ci consentirebbe di costruire un paese migliore e forse anche un mondo migliore, nella consapevolezza che se il mondo fosse un posto meno iniquo di quello che è, anche i nostri diritti sarebbero naturalmente tenuti in conto e rispettati. In questo modo, invece di provare soltanto a costruire una vita più armonica per noi stessi, difendendo ciascuno il proprio orticello, avremmo l’occasione di provare ad ottenere una vita migliore per tutti (e, quindi, alla fine, anche per noi stessi) costruendo un ambiente più inclusivo per ognuno. E’ la differenza che passa tra essere reattivi ed essere proattivi. Tra il difendere il proprio interesse corporativo e lavorare in modo disinteressato per una causa giusta.
Io, per esempio, nel 2013 vorrei occuparmi molto della violenza sulle donne.
Non mi riguarda direttamente, eppure in qualche modo sì. Perché fino a quando questo paese accetterà che le sue donne siano umiliate, picchiate e uccise non ci sarà mai una possibilità per nessuno – nemmeno per gli uomini, nemmeno per me – di essere rispettato davvero e fino in fondo. Né ci sarà una possibilità per il mio Paese di diventare un posto più avanzato, civile e prospero.
3 risposte a “Buoni propositi per il 2013: i diritti degli altri”
Ottimi propositi Ivan. Mi e’ sempre piaciuta molto l’idea di occuparsi di diritti che non riguardano (direttamente) se stessi.
Quanto alla questione della violenza sulle donne, e’ un problema serissimo che riguarda non solo l’Italia e che sicuramente andrebbe studiato e contrastato con maggior determinazione. Ed e’ quindi bene che ci siano persone come te che se ne occupino. In generale, mi auguro che si affronti questo delicato tema cercando di analizzare le cose in modo razionale e con metodo scientifico. Ho visto molte persone parlare di questo problema in modo superficiale (anche se non necessariamente volutamente) e penso che questo non aiuti a capire le cause e trovare le soluzioni al problema. A tal proposito suggerirei a chi si occupa di politica di fare ogni sforzo per parlare di piu con chi nel mondo accademico si occupa di studiare queste problematiche.
Idea buona ma non originale, caro Ivan: per chi ha qualche anno come me, si associa con la storia del Partito Radicale. Ed è un complimento …
Beh, se non è originale, fa niente. Anche saper scegliere a cosa ispirarsi è una virtù! E poi la mia simpatia per i radicali è arcinota…