21 Gennaio 2013

Un’altra vittima

Appunti

Un’altra donna uccisa dall’uomo che amava o aveva amato e non c’entra proprio nulla la nazionalità dell’assassino, checché ne pensi l’idiota di turno con pochette verde di ordinanza. Sono cinque solo dall’inizio dell’anno, quasi due alla settimana. Non è più tollerabile, questa carneficina.

4 risposte a “Un’altra vittima”

  1. pierarita ha detto:

    è tragico e non si può tollerare questa mattanza , non c’entra niente da dove provenga, qui manca il rispetto per l’altro

  2. Guido ha detto:

    Ciao Ivan, ti seguo e sostengo sempre.
    Però su questa cosa non mi va. Le lotte di minoranza possono essere sacrosante, ma questa non è una di quelle.
    Le donne rappresentano una percentuale piccolissima degli omicidi che avvengono ogni anno in Italia, circa il 25 per cento. Uno dei pochi casi di discriminazione positiva per il nostro paese.
    Il numero assoluto delle morti femminili è in costante diminuzione da anni, quindi non c’è alcuna improvvisa emergenza, come sembra da leggere i giornali.
    E’ particolarmente spiacevole ridurre l’omicidio di una persona all’omicidio di una donna in quanto tale, deviando dal problema cardine: il fatto che gli uomini sono più violenti delle donne per natura.
    Non c’entra molto l’idea della donna-oggetto che l’uomo vuole possedere e che non accetta di condividere con nessun altro (teoria di molti commentatori).
    La battaglia in questo caso non dovrebbe essere indirizzata contro certi stereotipi culturali, già debolissimi. Dobbiamo lottare invece contro l’istinto alla violenza insito in tutti gli uomini, in particolare – ovviamente – nei maschi.
    Se un uomo violento uccide nel corso di un litigio un suo amico o la propria fidanzata, non è aberrante considerare meno grave l’omicidio dell’amico?

  3. scalpha ha detto:

    Guido, il tuo è l’argomento che si usa per non affrontare il problema della violenza contro tutte le minoranze (e le donne non sono nemmeno una minoranza). Vale più la vita di un gay di quella di un etero? E vale di più la vita di un nero o quella di un bianco? Intanto, mentee ci poniamo queste domande, le vittime continuano a morire.

  4. Guido ha detto:

    Se non vogliamo leggere le statistiche, allora basiamoci sull’esperienza personale. Un ragazzo gay che conosco personalmente ha cercato di accoltellare il proprio ragazzo, quando ha scoperto che questi lo aveva tradito. Nonostante conosca un certo numero di coppie lesbiche, non ho mai sentito casi di violenza tra loro.

    Quello che cerco di dire, è che il problema è che la violenza spesso parte dal maschio, perché il maschio è più violento. Al contrario qui si cerca di far credere che il problema sia l’oggetto, la donna, con un evidente confusione di cause e effetti.

    Il rischio è che si combatta contro il nemico sbagliato, e che una campagna di sensibilizzazione sulle donne non abbia effetto. Mentre, ad esempio, una campagna per ridurre la violenza nella società ne avrebbe moltissimi (e si giocherebbero tutti sull’educazione del bambino alla pace e su un rafforzamento dell’enforcement delle leggi esistenti).