Domani a Londra è attesa la firma di Elisabetta II sotto la “Magna Carta del Commonwealth per il XXI secolo”, con la quale la regina si esprimerà contro tutte le discriminazioni, incluse quelle contro le persone LGBT, e per la piena parità per le donne.
Si tratta di un documento con il quale la regina implicitamente riconosce la nuova legge di successione al trono, che prevede che l’eventuale figlia di Kate e William sarà la prima in linea di successione dopo il padre anche nel caso in cui sopravvenissero fratelli maschi.
Si tratta inoltre di un grande passo per il Commonwealth, dato che in 41 paesi sui 54 che lo compongono l’omosessualità è ancora un reato.
Il governo britannico guidato da David Cameron, conservatore, ha sospeso gli aiuti al Malawi a causa della persecuzione contro i gay e minaccia di fare lo stesso nei confronti di Uganda e Ghana.
5 risposte a “Il passo di Elisabetta”
Speriamo che le buone notizie non arrivino sempre solo dall’estero 🙂
Comunque, ogni buona notizia è benvenuta e si può sempre sperare nell’esempio
Non credo che domani mattina 41 dei “civilissimi” paesi che considerano l’omosessuialita’ un reato aboliranno la loro medievale legislazione.
Si posono accettare diversi punti di vista riguardo Matrimonio e Adozione nell’ambito dei diritti LBGT, ma non si puo’ accettare OGGI che ci siano paesi dove esistono leggi che considerano l’omosessualita’ un reato.
Se il Commonwealth, nella stragrande maggioranza, continua a considerare l’omossessualita’ un reato, se ne possono trarre due conclusioni:
1) Che iul Commonwealth e’ per lo piu’ un’organizzazione di paesi omofobi , razzisti, classisti, antidemocratici, dittatoriali, corrotti fino al midollo : in una parola un organizzazione di paesi in via di sviluppo dove la democrazia e’ ancora un concetto alieno e che la discriminazione etnica, sessuale e omosessuale e’ una realta PROFONDAMENTE culturale la cui eradicazione richiedera’ un altro Millennio.
2) Che la Regina Elisabetta ha firmato una Magna Carta del tutto formale e di scarsissimo valore politico.
In Ghana e in Uganda, con quella Magna Carta, ci si puliscono il c.
Ludovico, la storia, purtroppo e per fortuna, è più complicata.
La maggior parte dei paesi del Commonwealth (tutti meno due) erano parte dell’impero britannico; se ora hanno leggi omofobe, questo è in buona parte perché la Gran Bretagna le aveva imposte con l’impero (in India per es. non esistevano leggi contro l’omosessualità fino a che non furono imposte dall’impero britannico)
(Razzismo, dittature ecc, le altre cose che nomini, sono in gran parte anche quelle conseguenza dell’essere stati paesi soggetti a un impero).
Quindi la mossa della regina (in realtà del governo e parlamento del Regno Unito) è importante perché sta alla GB dare la leadership per rimediare a questi obbrobri storici. Si può sperare dunque che ci voglia meno di qualche millennio…
@ LUCIAB:
Cara Lucia,
La Storia puo’ essere letta un modo assai semplice e senza i paraocchi dello “giustificazionismo”, del relativismo e del “colpevolismo” che agita larga parte della cultura politica cosiddetta “progressista”.
L’Inghilterra, sempre addidata dal nostro neo-deputato Scalfarotto come il non plus ultra del “progressismo” e’ arrivata molto in ritardo nel NON riconoscere l’omosessualita’ come “illegale” e quindi punibile in quanto “reato”.
Fu infatti SOLO nel 1967 che vene depenalizzato il cosiddetto “reato di omosessualita’”.
In Italia, strano ma vero, il “reato” fu cancellato, se praticato tra adulti consenzienti, gia’ nel 1889 grazie anche alla benefica influenza del cattolicissimo Codice Napoleonico.
E questo conferma che la morale cattolica e’ assai piu’ flessibile della rigidissima morale puritanico-protestante.
Se oggi i paesi protestanti stanno facendo passi da gigante verso il pieno riconoscimento dei diritti LBGT dal punto di vista legislativo, questo non significa affatto che strati masicci della popolazione, ancora culturalmente puritani, abbiano superato e vinto la cultura omofobica
La cultura puritanico-vittoriana impasta ancora fortemente il cervellino delle popolazioni protestanti, inclusa l’America, l’Inghilterra.
Se, infatti, in quei paesi, sulla carta, si legifera in modo molto progressista, nella sostanza la cultura omofobica rimane largamente, massicciamente presente.
Soprattuto nei paesi sopracitati che si sono arricchiti, grazie anche allo schiavismo vittoriano, di quel multiculturalismo che di “omofilo” non ha assolutamente nulla.
Le tradizionali culture africane e quelle di religione islamica non avevano certo bisogno di essere “influenzate” dalla cultura bigotta e puritana della Regina Vittoria per mantenere la tradizione omofobica che le caratterizza, spesso in modo cosi intollerante da applicare addirittura la pena di morte per il reato di omosessualita’. (vedi il fondamentalismo che impazza nel mondo islamico e nelle moschee occidentali)
La recente mossa della Regina Elisabetta e’ soltanto un atto, un gesto puramente simbolico che non cambiera’ affatto, nemmeno di una virgola, la cultura omofofica di nazioni come il Pakistan, il Bangladesh, la Nigeria, lo Zimbawe, il Ghana, l’Uganda e via elencando.
In particolare vorrei sottolineare che nel cosiddetto Terzo Mondo, piu’ o meno “emergente”, sono ancora le donne che aspettano l”emancipazione e il rispetto dei loro diritti naturali e civili..
Ancor oggi vengono trattate come asini da soma da stuprare a piacimento.
In quei paesi, solo le donne di famiglie ricche, le famiglie del potere, le “dinastie”, non sottostanno a questa regola.
E questo conferma la natura classista, plutocratica e niente affatto democratica che domina in quei paesi: tutti indegnamente rappresentati all’Assemblea della Nazioni Unite dove dominano in senso reazionario e anti-democratico.
Infine, l’intero “discourse” dell’eredita’ post-coloniale e’ solo una altro esempio di quando indulgente e compiacente sia ancora certa cultura politica riguardo le conseguenze del Colonialismo: i secoli passano, ma se l’Africa ancora non decolla non si puo’ certo continuare a sostenere che sia colpa della sua “partition” fra le potenze coloniali. Lo scontro fra culture tribali, infatti, che, tra l’altro, il larga parte favorirono lo sfruttamento schiavistico, sono tutte sopravvissute al Colonialisno e sono la causa per la quale un continente ricchissimo rimane poverissimo e praticamente immobile e prigioniero di se stesso.
Riguardo alla cultura islamica, ogni commento e’ superfluo.
Un Millennio, temo, non bastera’ per voltare pagina in quei disgraziati paesi.
E le Magne Carte britanniche servono solo a fare buchi nell’acqua.
bah. io ho amici musulmani meno bigotti dei miei amici cattolici e viceversa, il codice napoleonico puo’ essere arrivato ben prima dei paesi protestanti a certi diritti e i cattolici possono essere più flessibili dei protestanti, ma l’Italia resta senza una legge per i diritti e i paesi protestanti ce l’hanno, le donne hanno spesso meno opportunità in Italia che in paesi che siamo abituati a definire terzo mondo, anche se legalmente non sembrerebbe così. Non volevo fare un discorso politically correct o che sia, stavo solo dicendo che si può sperare che ci voglia meno di qualche millennio; che la regina (di fatto governo e parlamento) ha fatto bene,, e che si tratta anche di rimediare a una responsabilità storica (e poi sinceramente non sono così sicura che una regina ereditaria sia il non plus ultra della democrazia). Poi se vuoi far polemica per forza o brandire i soliti luogi comuni su islam, Africa, terzo mondo, protestanti, cattolici, fai pure. E se sei il solito troll plurinome, di cui non mi ricordo più le varie incarnazioni, divertiti pure.