Il racconto alla televisione del rapimento e della violenza subiti da Franca Rame fu una specie di choc, per me ragazzino. Faceva ridere, di solito, Franca Rame. Ma quella volta no. Quella ferocia restituita senza nessuno sconto, e anche senza alcuna compiacenza – così, asetticamente, come la registrazione di un video da telecamera fissa – rimane uno dei ricordi più forti e indelebili della mia memoria. Come quel “processo per stupro” che la televisione mandò in onda in quegli anni in bianco e nero o la vicenda della macelleria del Circeo, altre memorie peste e livide che meriterebbero di essere rinfrescate in questo tempo in cui tutto sembra continuamente cambiare. Ma il dolore, la sopraffazione e la morte che gli uomini continuano a imporre sul destino delle donne, quelli, non cambiano mai.
Cerca nel blog
Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
Una risposta a “Ciao Franca”
On. Scalfarotto,
Voi “compagni” non cambierete mai: grondate retorica romantico-decadente da ogni poro quando si tratta di glorificare un “compagno”. (O una compagna)
La invito rispettosamente a tornare con i piedi per terra e a leggere questo link:
http://www.ilgiornale.it/news/rame-l-attrice-che-si-fa-lifting-recitare-anche-politica.html