Concordare le regole di questo congresso del PD non è stato semplice, e non mi sento di lamentarmi più di tanto di qualsiasi cosa sia venuta fuori. E tuttavia non posso non esprimere qualche preoccupazione per questo infernale meccanismo del “congresso dal basso”: per i profani si tratta della scelta di eleggere segretari comunali e provinciali prima del segretario nazionale, con i segretari regionali eletti poi l’anno prossimo in primavera. Temo che questa strana sequenza in realtà possa far perdere l’occasione di rinnovamento che tutti e quattro i candidati segretari nazionali, in varia misura, rappresentano.
In assenza di una connessione diretta ed esplicita tra le mozioni provinciali e quelle nazionali il rischio è che i congressi provinciali servano, in molte parti d’Italia, soprattutto a regolare antiche partite e conti in sospeso che non hanno nulla a che vedere con il rinnovamento, con l’innovazione, con il cambiamento radicale di cui si sta discutendo a livello nazionale. E’ possibile che questi “congressi dal basso” siano stati inventati proprio per per questo: sarà certamente una sfida per il nuovo segretario nazionale.
Una risposta a “Cambiare dal basso?”
Ciao Ivan, speriamo bene!
Anche l’idea di http://www.identifypd.it potrebbe essere molto utile, magari un tuo intervento sulla piattaforma darebbe ancora più senso al tuo ragionamento.
Grazie e complimenti!