8 Maggio 2015

Caro Alessandro… (al mio amico @alrobecchi)

Appunti

Caro Alessandro,

ho notato con una certa qual soddisfazione che la conversazione cui mi hai invitato questo pomeriggio è diventata un succoso post con tanto di fotografie e allegati. Troppa grazia, non credo di meritare tanto (forse a parte la tua stima di me come una brava persona, della quale ti ringrazio e che credimi è del tutto reciproca).

Detto questo, vediamo di dare una risposta seria a quella che pensavo fosse una leggera chiacchierata via Twitter.

Per risponderti devo in primo luogo scusarmi con te. Il fatto è che evidentemente questo pomeriggio non ti ho preso sul serio. E non ti ho preso sul serio perché il disaccordo tra di noi è ben più strutturato e rilevante della candidatura di Pinco pallino in Campania o in Veneto. Tu mi chiedevi un’opinione su un dettaglio, ma in realtà mi invitavi a una tenzone su qualcosa di più grande e molto più serio del candidato che chiama i gay culattoni.

Se uno è stato candidato e dice una castroneria, vedi, me ne dispiaccio moltissimo. Spesso penso che andrebbe preso a calci nel sedere: lui e chi lo ha candidato. Succede nel mio partito, succede in altri partiti, ma se succede nel PD la cosa mi disturba molto. Se uno parla di “culattoni” nel PD non c’è bisogno che io chiami Renzi per dire che ne sono contrariato. Renzi lo sa benissimo. Altrimenti non mi avrebbe chiesto di contribuire alla stesura dei suoi programmi elettorali in materia di diritti civili e non starebbe prendendosi pubblicamente impegni sui diritti dei gay che nessun Presidente del Consiglio nella storia del nostro Paese ha mai osato assumersi. La legge sulle unioni civili che Renzi sta spingendo nel Paese, nel partito e in parlamento vale un milione di candidati veneti che mi danno del culattone, per intenderci.

Il disaccordo tra noi non è dunque sul candidato Pinco pallino, caro Alessandro. Il disaccordo è su Renzi. Tu ne sei uno dei critici più metodici e sistematici. Io penso invece che Renzi sia il primo politico da decenni che sta lavorando concretamente per trasformare il nostro paese in una democrazia europea, compiuta e matura. Tutto là.

Io dunque penso che il fatto che il PD abbia qualche candidato che dice scemenze sia un incidente di percorso, magari rilevante, che non inficia però la ciclopica opera di modernizzazione e di riforma dell’Italia che contiene pure le unioni civili, lo ius soli e il divorzio breve (quest’ultimo già legge dello Stato, dopo un attesa di anni). Tu pensi invece che quel singolo candidato deficiente sia la prova definitiva della malafede del Presidente del Consiglio.

Lunedì 11 maggio, tra tre giorni, in Commissione Giustizia al Senato si cominciano a discutere e votare gli emendamenti al testo base della legge sulle unioni civili, già approvato a maggioranza dalla stessa commissione. E tu, tre giorni prima di questo passaggio storico, mi chiedi cosa io pensi non di questo, ma di un anonimo cretino. E’ come discutere del colore delle tendine alle finestre mentre si scavano le fondamenta di un palazzo.

E’ per questo che non ti ho preso sul serio.

Un caro saluto,
Ivan

PS: L’invito a un caffè è sempre valido.