Sulle orme di Marco Polo e Matteo Ricci
Ho partecipato con grande piacere ed interesse agli eventi che annualmente la nostra rappresentanza diplomatica in Cina, capitanata dall’Ambasciatore a Pechino Ettore Sequi, promuove per incrementare ed agevolare i rapporti economici, e non solo, fra l’Italia e la Repubblica Popolare Cinese. Il mio decimo viaggio nel Celeste Impero in meno di un anno e mezzo mi ha permesso di constatare ancora una volta le nuovo opportunità e le nuove prospettive che presenta un percorso plurisecolare,emblematicamente racchiuso nelle figure di Marco Polo e Matteo Ricci. I desk dell’Ice e la rete diplomatica italiana lavorano a pieno ritmo sia per sostenere e promuovere le nostre imprese esportatrici, sia per attrarre investimenti cinesi in Italia. Fra i diversi articoli che hanno raccontato le varie iniziative cui ho partecipato, il più completo mi pare quello dell’Agenzia Nova che riproduco qui di seguito.
VENERDÌ 01 DICEMBRE 2017 11.32.24
Cina-Italia: sottosegretario allo Sviluppo Scalfarotto, “Nuova via della seta opportunita’ storica per rafforzare i legami”
Cina-Italia: sottosegretario allo Sviluppo Scalfarotto, “Nuova via della seta opportunità storica per rafforzare i legami” Pechino, 01 dic – (Nova) – Il sottosegretario allo Sviluppo economico italiano, Ivan Scalfarotto, e’ intervenuto oggi a Pechino, in Cina, al forum “Along the Belt and Road… Invest in Italy”, ospitato dall’ambasciata italiana, organizzato dal ministero e dall’Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, in collaborazione col Consiglio cinese per la promozione del commercio con l’estero per incentivare gli investimenti nell’ambito del grande progetto cinese della Nuova via della seta, volto a potenziare la connettività tra i paesi eurasiatici. All’incontro e’ intervenuto anche il presidente dell’Ice, Michele Scannavini, ed e’ stato lanciato ufficialmente lanciato il “desk” per gli investimenti esteri diretti, il cui compito e’ fornire servizi agli investitori cinesi interessati a operare in Italia. Al forum sono seguiti diversi incontri con investitori cinesi di primo piano. Ivan Scalfarotto, al decimo viaggio nel paese dal luglio del 2016 (ha affermato scherzosamente di sentirsi un “recordman”), ha richiamato alla memoria illustri predecessori, da Marco Polo a Matteo Ricci, “costruttori di un’amicizia che dura da secoli” e ha poi spiegato che basta guardare una carta geografica per comprendere le ragioni di questi viaggi: “Cina e Italia sono due estremità naturali per chi voglia costruire ponti. C’e’ una chiara connessione via mare e via terra che collega questi due paesi. Questa, in sostanza, e’ la Via della seta”. Venendo al presente, l’esponente del governo ha affermato che “la Nuova via della seta e’ un’opportunità storica per rafforzare i legami tra i nostri due paesi” e che ci sono le condizioni – “le competenze, l’esperienza e il talento” – per una partnership soddisfacente per tutti. Il sottosegretario allo Sviluppo economico ha sottolineato, inoltre, che “specialmente in questo periodo storico in cui sempre piu’ attori sulla scena globale parlano di costruire muri e’ particolarmente importante costruire ponti”. A questo proposito, ha espresso apprezzamento per le parole di apertura pronunciate dal presidente della Cina, Xi Jinping, al Forum economico mondiale di Davos dell’anno scorso e ripetute al recente congresso del Partito comunista cinese: “E’ rassicurante sentire che c’e’ una potenza cinese globale propensa ad aprire e condividere con altri popoli le sue competenze e a costruire sulla base di queste competenze”. “Dove c’e’ commercio c’e’ conoscenza reciproca, si alimenta l’amicizia e si costruisce prosperitù (…) E non c’e’ bisogno di combattere con le armi perché si costruisce sull’interesse comune”, ha proseguito Scalfarotto. Il sottosegretario allo Sviluppo economico ha poi toccato un altro tema rilevante, espresso nel programma di innovazione industriale Made in China 2025 : “Un’altra idea che apprezziamo (…) e’ che la crescita deve essere sostenibile”. “Abbiamo ricevuto il pianeta in prestito dai nostri figli, non in regalo dai nostri predecessori”, ha chiosato, con un richiamo alla “responsabilità storica di costruire prosperità per tutti, ma anche di proteggere il pianeta”. Scalfarotto ha poi evidenziato, citando una classifica di Brand Finance, il valore dei marchi dei due paesi: il marchio Cina e’ il primo al mondo, il marchio Italia il quarto. Infine, il sottosegretario allo Sviluppo economico ha introdotto il piano nazionale Industria 4.0, sottolineando soprattutto l’aspetto della riduzione dell’imposizione fiscale. Le agevolazioni, ha spiegato, non sono rivolte solo alle imprese della seconda potenza manifatturiera europea, ma servono anche per poter “dire ai produttori manifatturieri di altri paesi, come la Cina: ‘Venite in Italia’”. Ieri il sottosegretario Scalfarotto ha incontrato il viceministro del Commercio cinese, Fu Ziying, per discutere della promozione degli investimenti e degli scambi commerciali. L’incontro e’ avvenuto nella giornata del primo Forum bilaterale Italia-Cina sulle macchine utensili, ospitato dall’ambasciata italiana, al quale hanno partecipato, oltre all’ambasciatore Ettore Francesco Sequi, il presidente dell’Ice, Michele Scannavini; il direttore di Ice Pechino, Amedeo Scarpa, e una delegazione di aziende guidata da Massimo Carboniero, amministratore delegato di Omera e presidente dell’Ucimu – Sistemi per produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot, automazione e di prodotti a questi ausiliari, che conta piu’ di duecento soci. La giornata e’ stata anche un incontro-confronto tra il piano nazionale Industria 4.0 (o Impresa 4.0) e il programma Made in China 2025. Il piano italiano punta a sostenere le aziende nella risposta alle sfide della quarta rivoluzione industriale, basata su un elevato grado di automazione. Le misure comprendono incentivi per le imprese che investono in beni strumentali nuovi, in beni materiali e immateriali (software e sistemi It) funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi, crediti all’innovazione, agevolazioni fiscali e un fondo di garanzia. programma cinese destinato allo sviluppo dell’innovazione in ambito manifatturiero mira, piu’ che a un aggiornamento industriale, a una radicale trasformazione del sistema produttivo, la “fabbrica del mondo”, per rendere le aziende competitive in segmenti tecnologicamente avanzati e ridurre la dipendenza dalle tecnologie straniere. L’ammodernamento tecnologico e’ uno dei fattori: il piano punta a sviluppare la capacita’ di innovazione originale in una potenza economica in cui la ricerca e lo sviluppo sono ancora inadeguati. Il presidente dell’Ice Scannavini ha riferito che nei primi otto mesi dell’anno le esportazioni italiane sono cresciute in media del 7,5 per cento su base annua, con percentuali a doppia cifra per l’export verso i paesi dell’Asia; per quanto riguarda la Cina, in particolare, l’aumento e’ stato del 22 per cento, superiore al 30 per i prodotti meccanici e tecnologici. L’ambasciatore Sequi ha ricordato i diversi momenti di dialogo Italia-Cina ad alto livello che si sono succeduti quest’anno e ha annunciato che l’ambasciata promuoverà – nell’ambito di “Road to 50”, il percorso di preparazione alla celebrazione del 50mo anniversario delle relazioni diplomatiche bilaterali, nel 2020 – un collegamento strategico tra i piani Industria 4.0 e Made in China 2025. Per quanto riguarda il tema del forum, le macchine utensili, la giornata ha riservato due tavole rotonde tra i rappresentanti di aziende italiane (Blm, Breton, C.B.Ferrari, Jobs, Mandelli Sistemi, Marposs, Pama, Parpas, Pietro Camaghi, Rettificatrici Ghiringhelli, Riello Sistemi, Salvagnini) e cinesi (Byjc, Wuhan Huazhong Nc, Wuhan Heavy Duty Machine Tool Co, Qinhuan Machine Tool & Tool Group Corp., Jier Machine Tool Group Co, Rifa Precision Machinerty e Beier Machine Tools Works): uno sulle applicazioni e i processi nei settori automotive, ferroviario, aerospaziale, della cantieristica navale e dell’energia; l’altro sui macchinari Cnc (a controllo numerico) e i robot. Nel 2016 il settore delle macchine utensili e dei robot italiani ha raggiunto 5,5 miliardi di euro, con una crescita del 5,3 percento rispetto all’anno precedente e con esportazioni per piu’ di 3,5 miliardi; l’Italia e’ il sesto fornitore della Cina. (Cip) NNNN
Ivan Scalfarotto