4 Settembre 2006

Nomino (ergo sum)

Diario

Nello scorso ottobre ho firmato, insieme a molti altri italiani, l’appello in dieci punti che circolava insieme al film “Viva Zapatero!” di Sabina Guzzanti. L’appello comprendeva dieci richieste al governo dell’Unione la prima delle quali recitava: Impegnatevi a dare all´Italia un’informazione e una comunicazione che rispondano alle esigenze democratiche del nostro paese. Riconoscendo che anche l’attuale vertice Rai è nato dalla logica della lottizzazione, approvate una legge per un nuovo sistema di nomina, ove sia limitato il controllo dei partiti, ispirato ai modelli della nuova Tve voluta da Zapatero in Spagna, della Bbc inglese e delle tv pubbliche tedesca e francese, affidando il servizio pubblico a figure e organismi super partes e coinvolgendo le categorie che la tv sono chiamate a “farla”: artisti, giornalisti, editori, autori, produttori, università, istituzioni culturali.
A giudicare da questo articolo del Corriere non siamo propriamente sulla buona strada. Mastella, col suo solito “al lupo al lupo!” preventivo si sta già agitando e tutta una serie di personaggi minori dei nostri partiti di tutti e due gli schieramenti si stanno posizionando per l’imminente, usuale esercizio che prevede lo strapparsi a morsi le varie direzioni di rete, di testata e di struttura. Il tutto mentre, va da sé, di Luttazzi, Santoro, Guzzanti e Biagi non si vede tuttora traccia alcuna.
L’atteggiamento della maggioranza sulla Rai ci dirà quale sarà la strategia sulle moltissime nomine pubbliche dei mesi ed anni a venire. Una delle cose che mi piacerebbe davvero vedere con questo nuovo governo è un’Italia che non si limita a consegnarsi nelle braccia di un manipolo di lottizzati che si distinguono dai precedenti soltanto per il colore della tessera che hanno in tasca.