8 Settembre 2006

Ipso facto

Diario

Mi è successo molto di rado, leggendo un testo, di provare una sensazione di così grande disagio – forse dovrei dire sgomento – come nello scorrere le righe del comunicato emesso dal cardinale Alfonso Lopez Trujillo, presidente del Pontificio consiglio per la Famiglia, a proposito della bambina colombiana che ha subito un aborto terapeutico nel suo paese dopo essere stata stuprata e rimasta incinta del suo patrigno.
Dietro a parole formalmente cariche di pietà e di comprensione si legge invece chiaramente una strisciante ed incredibile condanna, da far accapponare la pelle a chiunque abbia un minimo di pietà, senza parlare dello sprezzo che quelle parole esprimono per questo cucciolo di donna (ma una femmina è pur sempre una femmina, deve pensare il cardinale) così barbaramente violato.
Il comunicato nasceva da una sollecitazione di Giuliano Amato che aveva espresso perplessità sulla scomunica che era caduta sul capo della povera bambina. Ebbene, la prima cosa che il nostro Trujillo fa non è quella di smentire che la chiesa possa commettere l’abiezione di colpevolizzare una vittima e addirittura di aver scomunicato la piccola strega, no. Trujillo si affretta ad esprimere il proprio “apprezzamento per la condanna dell’aborto ribadita da Amato anche ad Assisi”. E bravi tutti e due.
Il nostro poi però è costretto ad aggiungere che sì, effettivamente “in materia di aborto il Canone 1398 prevede la scomunica latae sententiae, cioè che ha effetto ‘ipso facto'”: quindi – ci pare di capire – nonostante le acrobazie verbali del porporato la bambina è stata ipso fatto scomunicata. E invece no: prosegue infatti l’ineffabile cardinale “mai si è immaginato che una bimba di 11 anni possa essere oggetto di scomunica anche se spinta a prendere quella via” e si badi bene si tratta di una bambina “che per di più ha subito continue pressioni per abortire in una clinica, considerando che nel Paese (la Colombia) l’aborto è stato depenalizzato.” Il cardinale sarebbe forse anche riuscito a farsi una ragione dell’accaduto se la bambina si fosse fatta trattare da una vecchia mammana in qualche tugurio, magari utilizzando decotti di prezzemolo o ferri da calza. Invece la sciagurata è stata addirittura costretta a farsi trattare da medici in una clinica. Questa sì che è una vera violenza! Si deve essere certamente trattato di medici che andranno immediatamente scomunicati. Che dico immediatamente, saranno stati scomunicati ipso facto!
In fondo cosa chiedeva la Chiesa, nella sua misericordia, prosegue Trujillo? “Si è chiesto soltanto che si risparmiasse la vita del bambino che, anche in questo caso, resta un innocente e la persona più indifesa al mondo. Secondo noi si poteva con la stessa misericordia ed urgenza salvare sia l’uno che l’altra. Ora sarebbe bello che una nostra organizzazione si occupasse della bambina alleviando il suo dolore e il trauma da lei subìto”.
Figuriamoci quale scriteriato affiderebbe mai la vita di una bambina (anzi a sentir loro di due bambini, una madre di 11 anni e suo figlio) a gente del genere.

4 risposte a “Ipso facto”

  1. Marco ha detto:

    “MILANO (Reuters) – Un sacerdote è stato fermato ieri dalla polizia di Milano dopo essere stato sorpreso su un’auto in compagnia di un 13enne nei pressi del Cimitero Maggiore”.
    “BOLOGNA: Ernesto Vecchi, Vescovo Ausiliare di Bologna in merito all’aggressione dei due gay. “Certe forme di trasgressione inducono alla violenza”.
    Meglio credere in Babbo Natale!

  2. claudia ha detto:

    Guarda, l’errore è il nostro, soltanto nostro. Molto ingenuamente pensiamo ad una Chiesa che non c’è. Che vorremmo che fosse, ma che invece non è. NON ESISTE. PUNTO. Perchè a parte qualche eccezione, (bisogna che ce ne facciamo una ragione) la Chiesa è questa.
    Sono i cardinali che difendono gli spermatozooi e non le donne, i vescovi che giustificano le botte sui gay, i prelati che lanciano strali su ogni forma di modernità in tema di diritti civili.
    E i pochi religiosi che non sono così, comunque rimangono in quella casa e non prendono pubblicamente mai distanza dal pensiero ufficiale, assecondando col loro silenzio, l’integralismo religioso che vi regna.
    Forse l’errore più grande lo commettiamo noi d ascoltarli e a replicare alle esternazioni incivili che costantemente ci propugnano.
    Anch’io ci casco sempre, finisco sempre nella rete delle loro provocazioni.
    Dobbiamo usare altri mezzi di replica.
    Credo che una sana e disinvolta indifferenza sia la cosa migliore da fare.

  3. giovanna ha detto:

    forse aprire tristemente gli occhi su una “chiesa che non c’è”, come dice la nostra amica Claudia, è una delle scelte possibili.. ma rinunciarea cambiare le cose mai!la libertà dell’uomo, nel bene e nel male, è un valore sempre presente nel vangelo.l’uomo è purtroppo (o per fortuna)libero di scegliere la propria via e le istituzioni come Chiesa e simili dovrebbero accettare, anche se non lo approvano, che esiste un pensiero e un modo di agire diverso, laico. E forse sarebbe bene anche ricorrere ad un dignitoso silenzio in casi come questo, delicati e carichi di dolore…io posso accettare e capire che un prete non possa approvare in nessun caso un aborto, ma non sopporto la cecità del volere intervenire con certi termini in un ambito che vede la violazione di una minorenne. Qui in Italia qualche prete da televisione ha dato dei “malati” agli omosessuali, ciò non andrebbe permesso perchè è un’offesa gravissima ai danni di tante persone, bisogna esigere rispetto per la laicità e la diversità, lo stesso rispetto che si da alla religione qualunque essa sia.

  4. Carolina Figini ha detto:

    quoto la persona che diceva “animali” dispiacendosi per gli animali. ma dove hanno il cervello i trujillo e simili??? il-bambino ‘sti cavoli, è una bambina la piccola vittima dello stupro, poi io non vorrei dire, ma secondo me il fisico a 11 anni non è per niente pronto e possono crepare tutti, altro che salvaguardare-il-bambino…
    osceno il card., e i politici pure loro neh! e pensare alle cose importanti???
    Carolina