Un paio di giorni fa mi telefona una giornalista dell’Ansa e mi fa: “Scalfarotto, è passato quasi un anno dalle primarie e non sappiamo lei che fine abbia fatto: le andrebbe di fare due chiacchiere?” E così abbiamo effettivamente fatto due chiacchiere, e io le ho raccontato che sono a Mosca, e delle cose che non mi piacciono, e dei perpetui, e del fatto che trovo abbastanza vergognoso che delle cose di cui ho parlato io e che 27 mila elettori dell’Unione hanno ritenuto fossero delle priorità per il paese nessuno parli più: l’apertura della società, il ricambio generazionale, la meritocrazia, la laicità dello stato nell’Ulivo di Prodi, Rutelli e D’Alema non hanno trovato spazio alcuno. La legge sulle coppie di fatto – come la temperatura di Alghero Fertilia – non è pervenuta, la Rai è rimasta serenamente lottizzata, i nostri politici fanno la fila per farsi ricevere dal Papa, Pippo Baudo presenterà Sanremo anche quest’anno, le donne nel governo hanno trovato posto ai ministeri senza portafoglio – taluni inventati per l’occasione – e il massimo che si possa fare per la violenza sulle donne è dare libertà a Maria Luisa Busi di parlarne al TG1 (complimenti comunque). Insomma ho detto le cose che i venticinque lettori del mio libro e del mio blog sanno benissimo.
La cosa che mi ha divertito molto, ma stupito nemmeno un po’, è che gli unici giornali che hanno ripreso la mia intervista sono stati Il Giornale e Il Tempo, due giornali di destra. Non ho proprio potuto fare a meno di ripensare al finale di quell’articolo su di me “candidato sgradito” che Concita De Gregorio scrisse a suo tempo su Repubblica: “Peccato che lei sia di sinistra, Scalfarotto. Uno che fa il «capetto che licenzia nelle multinazionali», che è partito da Pescara ed è diventato più bravo dei londinesi a Londra. Cosa ci fa a sinistra a parlare di diritti civili, di stato laico, di talenti. Se avesse chiesto a Berlusconi lui non le avrebbe domandato nemmeno quanti anni ha, garantito: avrebbe guardato il curriculum, avrebbe fiutato l’affare e l’avrebbe convocata in villa. Al lavoro, subito”.
7 risposte a “Cosa ci faccio”
buongiorno Ivan. Mi fa picere leggere che anche tu sia venuto a conoscenza, o hai visto in diretta, dell’intervento di Maria Luisa Busi sulla violenza sulle donne durante il Tg di giovedì sera. Stavo preparando la cena e mi sono fermata quando sento che la Busi inizia a parlare con parole sue, determinata, degli stupri. Nel mio piccolo per anni ho provato a far qualcosa nel mio paese per creare un gruppo di aiuto e sostegno per le donne vittime di violenza sessuale, fisica e psicilogica. Ho presentato al Comune la mia idea a costo zero. In sintesi il gruppo doveva essere formato da: 2 assistenti sociali, 2 carabinieri dela nostra tenenza, 2 vigilesse, ginecologa del nostro ospedale, psicologa del nostro ospedale, e un’avvocatessa che aveva già dato il suo assenso a prestare servizio gratuito in aiuto legale per queste donne. Dopo aver ricevuto i complimenti di sindaco e assessore tutto è finito nel dimenticatoio nonostante le mie pressioni. Ammetto che non ho avuto la giusta collaborazione dalle donne e capisco anche il perchè: preferiscono far finta che il problema non esista per vergogna. Ho avuto una piccola soddisfazione, che spero venga ripetuta, in un incontro con gli alunni delle medie, i quali ascoltavano con moltissimo interesse e con interventi molto maturi, più maturi di noi adulti.
Per quanto riguarda la tua intervista mi spiace che non sia stata ripresa da altri giornali e sono convinta che un motivo c’è, come lo sai anche tu. Vorrei farti 1 domanda: stai forse cominciando a considerare l’ipotesi di telefonare a Berlusconi? Ti auguro buon lavoro e non rinunciare a qualsiasi opportunità che ti possa dare visibilità e voce affinchè si possa portare avanti il progetto di una politica nuova e moderna.
d’accordo, ma sedere vicino a Bondi mentre inizia lo sciopero della fame sarebbe troppo duro…
Ivan, il problema di fondo è che la sinistra italiana non è ancora pronta a ospitare persone del tuo calibro. Persone giovani, intelligenti, moderne, laiche e liberali non fanno parte dell’italico mondo di sinistra.
Io, ancora di più dopo questi primi mesi di Governo, son felice di averti, per quel poco che potevo fare, sostenuto durante le Primarie. Una delle poche volte che ho potuto votare senza alcun dubbio.
Ciao Ivan,
arrivo per la prima volta al tuo blog per altri lidi,(Galy), e voglio risponderti.
Trovo poco gratificante per te il fatto che a destra ti avrebbero dato subito spazio, “al lavoro”, ma perchè cerchi lavoro? una espressione emblematica rappresenta il modello di politica “azienda”, che supera la vecchie logiche di spartizione clienterale, purtroppo la sinistra italiana non è capace di fare manco questo…ed allora senti a me.. resta disoccupato, e goditi la tua meritata libertà.. complimenti a quello che sei.
Totò
Caro Ivan,
il tuo commento fa riflettere.
Certo, l’interesse dei giornali di destra è molto probabilmente strumentale e finalizzato a dare voce a qualcuno che può dare fastidio agli attuali padroni del valore.
Però questa dicotomia precostituita destra e sinistra è veramente asfissiante, e pensare che lo sbocco più probabile possa essere un bel “grande centro” in mano a Rutelli e Casini è roba da spararsi.
Siamo proprio sicuri che non esista nessun nuovo modo aggregativo per catalizzare quell’immensa prateria sociale dove pascolano i buoi che tirano la carretta e che non ne possono più nè degli uni nè degli altri?
E, soprattutto, per farlo sulla base di idee e di un progetto politico positivo, innovatore e progressista, prima che lo faccia qualcun altro, magari sulla base di spinte xenofobe o razziste?
Mi sa che qui il primo che arriva fa piazza pulita dello scontento, e potrebbe non essere una bella prospettiva.
Ivan, mi auguro di trovarti al più presto nella Rosa nel Pugno. Non posso accettare il commento di un visitatore precedente, che dice “la sinistra non è ancora pronta ad accogliere persone laiche e di cultura liberale come te”. Caspita, se dovessimo accettare questo giudizio, o dato di fatto, dovremmo concludere che questa sinistra è da abbandonare. Mi auguro che una persona come te, che stimo molto, vada a fare ‘resistenza’ nelle linee radicali/socialiste della RnP, con riguardo a tutto quel che c’era nel tuo Programma al tempo delle Primarie, ma soprattutto alla grande, importante questione dei diritti gay, della conquista della parità di diritti per noi gay.
Purtroppo secondo me è difficile portare avanti una linea politica decisa con una maggioranza così variegata e risicata… non si può fare molto altro che tirare a campare. Difficile ottenere uno Stato più laico, quando nella maggioranza c’è chi sostiene che le scuola pubblica sia anacronistica. Spero però che almeno per la RAI venga fatto qualcosa, la scusa di Berlusconi non può valere in eterno.